Capitolo 3.

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JJ's POV.

-Sarah!- la chiamai a gran voce entrando in casa.

Lei come sempre sorridente uscí dalla cucina e mi corse incontro per abbracciarmi.

-J devi farti dare turni più corti.. Voglio stare più tempo con te!- ridacchio accarezzandomi i capelli.

Le sorrisi e feci unire le nostre labbra in un dolce bacio atteso da entrambe, dopo otto ore di turno in ufficio, lei era sempre quello che ci voleva.

-Ho fatto due ore di straordinario perché cosí con i soldi che mi danno in più possiamo permetterci una balla vacanza, e poi parlano di una promozione e la voglio assolutamente!- spiegai accarezzandole il viso.

Lei mi morse il labbro e mi guardó negli occhi, così blu e profondi, cosí simili a quelli del fratello.

Luke.

Non avevamo sue notizie da mesi, da quando lo avevano fatto rapire, da quando siamo scappate.

Come dimenticare quella notte, il dolore di mio fratello, e le sue lacrime incessanti.

Un telefono inizió a squillare, ma non era il mio, ne tanto meno quello di Sarah.

Mi guardai intorno, e mi accorsi che il mio vecchio telefono era fuori lo scatolone.

-Sarah non sarai impazzita?- chiesi raggiungendolo per spegnerlo, ma era un numero sconosciuto e questo mi incuriosì.

Per questo risposi.

-Pronto?- chiesi diffidente.

-Julia!- esclamó la voce del biondo, era la sua per forza.

-Oddio Luke! Dove sei? Come stai? Mio Dio! Mio fratello sta impazzendo.- dissi tutto d'un fiato.

-Julia sono scappato, sono a Los Angeles.. Non so nemmeno io come ci sono arrivato, ma ti prego, non dirlo a nessuno.-

Sospirai e mi morsi il labbro per trattenere un singhiozzo.

Stava bene.

-Aspetta hai detto a Los Angeles? Porca troia Luke! Dimmi dove sei, ti vengo a prendere-

Sarah si aggrappò al mio braccio in cerca di spiegazioni, e mi scosse cercando la mia attenzione.

-Sono al Rjver, una specie di complesso pieno di pazzi!-

Sorrisi, sapevo dove si trovava.

Era stata la nostra prima casa.

-Bene, penso mezzora e sono lí, disdici ogni prenotazione o affitto, vieni a vivere da noi.-

-Da voi?- chiese Luke confuso.

-Si, io e tua sorella. Lucas dobbiamo dirti cosí tante cose, non perdiamo altro tempo. Arrivo, cerco di fare il prima possibile.- risposi mordendomi il labbro impaziente.

-Certo, sono sotto il nome di Gordon-

Ridacchiai, capendo che aveva usato il secondo nome di Michael, e per questo non si era dimenticato di lui e presi le chiavi dell'auto prima di attaccare la chiamata.

-Mi spieghi cosa cazzo sta succedendo?- sbottò Sarah innervositasi.

Le sorrisi e le strinsi la mano.

-Lucas é tornato- mormorai entusiasta prima di trascinarla fuori casa.

Lei rimase in silenzio, sapevo che per lei era una ferita profonda e ancora aperta.

Quello che avevano fatto i suoi genitori era inimmaginabile.

Non credeva che si sarebbero spinti fino a quel punto.

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