«Quindi fatemi capire-Si massaggiò le tempie con aria seccata-Vi siete lasciati sfuggire soggettoA-12, ovvero il responsabile dell'accaduto al centro commerciale, non avete idea di come sia scappato e non sapete neanche dove sia finito, giusto?» osservò i presenti con aria apparentemente calma.
Il silenzio che ottenne bastò per farlo innervosire di più.
«Siete degli emeriti cazzoni! Cosa cazzo ci vuole a trovarlo?! L'avranno ripresi le telecamere no?!»
«No... Signore cioè...»
«Cioè cosa Butters?! Parla!»
Il ragazzo giocherellò nervosamente con le proprie mani «I... f-file video sono stati cancellati!» affermò per poi abbassarsi di scatto, mossa previdenziale dato che un'oggetto venne scagliato immediatamente contro il muro.
«Incapaci! Inutili idioti!»
«Ma calmati, li troveremo è passata solo una giornata.»
«Solo?! E non dirmi di calmarmi troia del cazzo!»
La ragazza ridacchiò arricciando un ciocca bionda dei propri capelli. «Abbiamo controllato le telecamere presenti nel centro commerciale, non sono mai usciti. C'è solo una persona, ancora in vita, in grado di usare il teletrasporto»
«Che intendi dire? Parla chiaro cazzo!»
Un inquietante sorriso si disegnò sul suo volto. «Lascia fare a me... Capo.»
Detto questo si dileguò diretta chissà dove.«Puttana del cazzo» Sussurrò a denti stretti per poi congedare Butters con un gesto. Si alzò avvicinandosi alla finestra, osservò la città attraverso le ampie vetrate. Era sicuro che quel fottuto ebreo c'entrasse con tutta quella storia.
Quattro anni prima era sparito senza lasciare traccia, fu proprio da quell'avvenimento che iniziarono i veri problemi. Solo una mente come quella di Kyle Broflovski avrebbe potuto eguagliare la sua. Ma l'avrebbe trovato e tolto di mezzo lui, avrebbe fatto piazza pulita di tutti quegli abomini.
Sorrise bevendo un sorso di Tequila, i primi raggi del sole illuminarono i suoi occhi color nocciola facendoli quasi sembrare oro fuso. «Non te la darò vinta Kahl, non puoi vincere contro di me.» Sussurrò rivolgendosi alla sua nemesi.
★★★
Il rosso assottigliò lo sguardo sospirando. Aveva sentito quel pensiero forte e chiaro, ci mancava solo quello stronzo a mettergli i bastoni fra le ruote.
«Kyle? Tutto bene, hai una faccia»
«Si Stan, nessun problema» affermò prima di sparire dietro la porta.
Il moro sospirò pesantemente non ne poteva più di quella situazione, rivoleva solo indietro il suo migliore amico.
Uscì dal palazzo, sguardo basso e cappuccio della felpa sulla testa, Routine.
Si sentiva una sorta di criminale e forse per ciò che facevano poteva realmente ritenersi così. Ma che scelta avevano? Li volevano morti, viggeva dunque la regola del: Uccidi o verrai ucciso.
E per quanto fosse un pensiero puramente egoistico, avrebbe ammazzato chiunque pur di non subire la stessa sorte.
Sospirò osservando il cielo ingriggito dalle nuvole, magari avevano davvero ragione loro... Magari erano solo degli orribili mostri che non meritavano di vivere. Strinse le labbra formando con esse una linea dritta. Non poteva lasciarsi condizionare da certi pensieri. Non poteva permetterselo.
Avevano persino creato un'organizzazione apposta per sterminarli: L'antishylar. Fece una piccola smorfia al pensiero. Che fantasia...
La cosa divertente? Era stato lui ad avere la geniale idea di mettersi contro di essa.
Lui aveva proposto al rosso di prestarsi per aiutare gli altri come loro. Lui aveva detto che non avrebbe più permesso che venissero uccisi. Lui aveva giurato di riportare indietro Kyle. In quel periodo infatti, quest'ultimo si rifiutava di mangiare e persino di parlare. Si chiudeva in un mondo immaginario. Lui voleva solo farlo reagire. Non renderlo un'assassino spietato.
Che cazzo...
Si stava già pentendo della propria scelta, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Sospirò seccato continuando a camminare per i vari vicoli deserti. Non gli piacevano quelle viottole ma non aveva granché scelta. Usare le vie principali era troppo rischioso.
Riprese a camminare velocizzando pian piano il passo fino a ritrovarsi, nel giro di qualche istante, a correre come un forsennato. Aveva bisogno di sfogarsi e quello era il modo più funzionale che gli veniva in mente. Di certo iniziare a prendere a calci un palo non era una buona idea. Solo lui sapeva che quello non era un semplice sfogo. Stava scappando. E nessuno avrebbe mai capito da cosa.
Una goccia d'acqua colpì il suolo subito seguita da molte altre. Ma non si fermò, nessuno era mai morto per essersi bagnato sotto la pioggia no?
E corse, corse fino a perdere il fiato, fino a non reggersi più in piedi perché le proprie gambe non lo reggevano più. Si sorresse ad una parete per poi accasciarsi a terra cercando di riprendere fiato. Il cuore gli batteva così forte da fargli male.
Alzò il viso verso il cielo e le lacrime di rabbia, che aveva versato fino a quel momento, si mescolarono alle gocce di pioggia.
«Stanley Marsh»
Girò il volto di scatto sentendosi nominare e sgranò gli occhi non appena riconobbe la figura di fronte a sé.
I capelli di un biondo dorato caratterizzati da dei ricci perfetti, il corpo formoso e gli occhi castani dal taglio affilato. Quella era...
«Bebe Stevens...»
'Giorno a tutti!
Finalmente abbiamo incontrato altri personaggi :) Ci tengo a precisare, dato che una lettrice sperava in un Cartman non antagonista, che io non ho mai detto che Kyle&co fossero i protagonisti. ;)Vorrei comunque scusarmi se alcuni personaggi verranno utilizzati poco, e se saranno troppo diversi da quelli della serie. La verità è che, soprattutto se si tratta di Eric, faccio parecchia fatica ad entrare nel personaggio. Spero comunque non sia un problema troppo grande. ^^
Lilith
8/07/18
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Shylar | South Park
Fanfiction~Non giudicare sbagliato ciò che è diverso~ Tratto dal capitolo 15 «Ciò che è diverso fa paura è?» «Diverso?-Assottigliò lo sguardo con aria vagamente divertita-Voi non siete diversi, siete dei mostri. Vi uccideremo dal primo all'ultimo. Non vincera...