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Kyle osservava la propria madre mentre guidava verso chissà dove. Stavano tranquillamente parlando quando lei si alzò di scatto, ed allarmata lo fece salire in macchina.

«Mamma dove mi stai portando?»

«Tranquillo Bubby, ci vorrà poco, torneremo subito a casa» rispose frettolosamente la donna con uno sguardo che la diceva lunga su ciò che aveva appena affermato.

Avrebbe voluto fare altre domande ma continuava a sentire la voce di Sheila nella sua mente, lo stava pregando di non farlo.

Deglutì a vuoto e si spostò nervosamente sul sedile volgendo lo sguardo fuori dal finestrino, osservò le goccioline d'acqua frantumarsi ritmicamente contro il vetro. Chissà cosa stava succedendo.

★★★

Il giorno dopo il comportamento dei suoi genitori si rivelò ancora più strano, alla fine la sera prima Sheila l'aveva portato a fare una semplice visita; ma nonostante gli avessero detto che era sano come un pesce, la madre aveva deciso di non mandarlo a scuola.

Sospirò accendendo la televisione con aria annoiata, non aveva voglia di stare a casa, da solo oltretutto. Stava per cambiare canale quando sentì la voce asettica del giornalista pronunciare la parola "Shylar" era certo che il medico avesse detto qualcosa di simile durante la visita.

Ascoltò attentamente il notiziario assimilando ogni singola informazione. Quello che però gli fece raggelare il sangue nelle vene fu l'ultima frase. "Chiunque possieda tale gene verrà presto trovato e ucciso."

Era così quindi? Stava dunque per morire? Per questo i suoi genitori non volevano farlo uscire?

Venne improvvisamente pervaso da un profondo senso di nausea, il bip emesso dal tablet lo portò ad infilare una mano in tasca tirando fuori il microinfusore. Sbuffò osservando quelle tre cifre. Fottuta glicemia del cazzo.

Passarono le ore, lui continuava ad annoiarsi a morte.

"Chissà cosa sta facendo Kyle"

La voce del suo migliore amico gli rimbombò forte e chiara per la testa, inizialmente ne fu sorpreso ma, quando si ricordò di ciò che era capitato ieri e di quello che aveva sentito in televisione, capì che non fosse poi così strano.

"Mi annoio" rispose mentalmente sorridendo vagamente divertito, sapeva che non lo avrebbe mai sentito. Mai formulato pensiero più errato.

"Kyle? Ma che cazzo? Come hai fatto?!"

Il rosso si pietrificò constatando di aver effettivamente risposto alla domanda precedente. Il problema era: come?

Tirò un lungo sospiro per poi provare ancora "Stan ti devo parlare, vieni da me dopo scuola" attese qualche istante temendo di essere diventato pazzo, ma la risposta giunse velocemente.

"Oh puoi giurarci amico, mi devi una fottuta spiegazione."

★★★

I giorni passano e Stan fu l'unico a sapere del suo piccolo segreto, e se all'inizio era divertente, ora non lo era affatto. Avevano scoperto che anche il suo migliore amico possedeva lo stesso gene, per tale ragione l'avevano chiuso in casa proprio come lui. Voleva uscire, non ne poteva più.

Il suono del campanello lo fece trasalire. «Mamma? Hanno suonato!» aspettò qualche istante ma, non ricevendo alcuna risposta, decise di scendere e di aprire lui stesso.

Si accigliò lievemente trovandosi di fronte un uomo che non aveva mai visto, era vestito completamente di nero e lo stava squadrando dalla testa ai piedi. «Buongiorno, Ky

L'uomo venne interrotto dalla voce di Gerald che richiamava il proprio figlio «Lo scusi... Apre spesso senza chiedere chi sia, posso far-»

Non riuscì a finire la frase che uno sparò lo colpì dritto in fronte. Kyle sgranò gli occhi totalmente scioccato. «Papà...?» Sussurò con voce incrinata. Alzò lo sguardo verso quell'uomo incapace di dire o fare nulla.

"È colpa mia?"

Sentiva la voce si sua madre gridare, ma non riuscì a fare nulla neanche quella volta.

"È colpa mia?" Si chiese ancora una volta mentre tutto gli sembrava girarare così in fretta. Trasalì quando senti anche la voce di Ike. «No! Non toccate mio fratello!» Gridò in preda alla disperazione, ma nessuno lo ascoltò.

L'uomo gli si avvicinò mentre lui continuò ad indietreggiare trovandosi poi con le spalle contro il muro, si lasciò scivolare a terra, cercando di allontanarsi da quell'essere. L'uomo sorrise ancora una volta abbassandosi alla sua altezza. «Ma lo sai che... Sei davvero carino?» Sussurrò pericolosamente vicino al suo viso.

"Mi ucciderà?"

Che ne dite, Kyle ha sufficienti motivi per odiare questo mondo?
Wow, ho fatto fuori tre persone in un solo capito! :')

Stupidaggini a parte, questo capitolo è incentrato su un incubo, per l'appunto, di Kyle. Gli avvenimenti descritti sono avvenuti all'incirca 4 anni prima del presente di questa storia. Perciò avevano all'incirca sui 14 anni. (Ho deciso di varriare un po' le loro e età, mi sembrava più interessante. Perciò hanno tutti trai 18 e i 20 anni)
Spero comunque che abbiate iniziato a capire di più su questa storia, per eventuali chiarimenti potete tranquillamente scrivermi. :)

Lilith
6/07/18

Shylar | South ParkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora