Butters iniziò a tossire cercando di incamerare più aria possibile. Spostò gli occhi, colmi di lacrime, inquadrando le due figure a pochi passi da lui.
Sentiva la voce di Kenny gridare qualcosa che non riusciva ad identificare, mescolate alle parole altrettanto confuse di Stanley.
La sua testa continuava a pulsare, la gola a bruciare. Quando finalmente riuscì a mettere a fuoco i due ragazzi, la scena che vide lo fece inorridire. Avrebbe voluto gridar loro di fermarsi ma, il suo silenzio, lasciò spazio solo al buio più totale.
Kenny strinse la presa sui polsi di Stan bloccati contro il pavimento, aveva il respiro affannato, la fronte impregnata di sudore, il sapore ferroso del sangue sulle proprie labbra.
«Basta... Basta ti prego...» Sussurò all'amico con voce spezzata. Odiava quella situazione, iniziava davvero a trovarla opprimente. Portò i propri occhi, lucidi, in quelli dell'altro.
Stan aveva dipinto sul volto uno sguardo carico di disperazione che, con scarsi risultati, cercava di mascherare con la rabbia.
Il proprio petto si alzava ed abbassava velocemente, in quel momento gli sembrava che anche respirare facesse male e la voce supplicante di Kenny non lo aiutava affatto. Puntò lo sguardo verso l'alto ricacciando, ancora una volta, indietro le proprie lacrime.
«Ken lasciami...»
Il biondo scosse la testa serrando le labbra. Nonostante ci provasse con tutto se stesso le sue mani continuavano a tremare. Sapeva che se anche solo avesse detto una singola parola, essa si sarebbe tramutata in un singhiozzo, seguito da molti altri.
«Kyle mi avr-»
«Kyle cosa?! Ti avrebbe dato ragione?!Ma Kyle non c'è più! Dannazione Stan! Accettalo!»
Il corvino si morse con fermezza il labbro inferiore, mugolando di dolore ricordandosi del taglio procuratogli da Kenny, fece appello alle poche forze che gli erano rimaste per scrollarsi di dosso l'amico, operazione che non si rivelò poi tanto difficile. Ormai il biondo era su un altro pianeta.
Si tirò a sedere con una certa lentezza appoggiandosi alla parete.
Osservò il corpo minuto di Butters abbandonato a terra, si chiese se fosse ancora vivo. La stessa domanda probabilmente, se l'era posta Kenny dato che gli si era avvicinato. Inspirò profondamente spostando lo sguardo verso la porta, davanti alla quale erano appena accorse Bebe e Wendy.
★★★
«Tenete quel hippie di merda lontano da me, o giuro che è la volta buona che lo ammazzo.» asserì Cartman camminando avanti e indietro, tracciando nervosamente il perimetro della stanza.
Fortunatamente Leopold aveva semplicemente perso i sensi ed ora si trovava a riposare nella sua stanza. Ironico come, proprio quella mattina, gli avesse detto che potesse tornare ad occuparsi degli archivi.
«Era... Era fuori di sé, Stan non è capace di uccidere...» S'intromise Wendy cercando di convincere, più che altri, sé stessa.
«Oh sicuramente, perché non ha assolutamente tentato di strangolare Butters. No.» Asserì con aria sarcastica.
La corvina rilasciò un sospiro osservando Kenny seduto accanto alla finestra. Da quando avevano portato nuovamente Stanley in una stanza, non aveva aperto bocca. Si era limitato a fissare un punto indefinito di fronte ai propri occhi, pensando a chissà cosa.
«I-io... Io credo di sapere come potremmo fare per calmarlo...» questa volta fu Karen a parlare, giunta pochi minuti prima, ora aveva gli occhi degli altri puntati su di sé.
«Lo avete ancora... Il corpo di Kyle?»
★★★
Stan osservò con aria persa il ragazzo steso sul lettino di fronte a sé. Aveva un'espressione rilassata sul volto, sembrava stesse semplicemente dormendo e, forse, era davvero questo a turbarlo di più. I ricci rossi gli ricadevano disordinatamente sul viso pallido, sul quale, vi erano piccole escoriazioni.
Rabbrividì non osando immaginare a tutte le altre ferite presenti sul resto del suo corpo. Schiuse le labbra, aveva voglia di gridare, di scappare il più lontano da lì. Invece portò la mano tremante trai riccioli del suo super migliore amico, accarezzandoli delicatamente.
«Kyle... Svegliati, Kyle...»
Senza rendersene conto calde lacrime iniziarono a rigargli il volto, non tentò più neanche di controllare i propri singhiozzi, lasciandosi andare totalmente a quel dolore che lo opprimeva all'altezza del petto.
Si accasciò a terra con il corpo tremante, continuava a ripetere frasi sconnesse, richieste disperate. Consapevole del fatto, che nessuno lo avrebbe mai sentito.
E pianse, pianse fino a non capire più nulla, pianse perché aveva perso qualcuno che era più che importante.
Pianse perché Kyle non c'era più e gli altri continuavano a ripeterlo.
Pianse perché sapeva che, quel sogno, somigliante molto di più ad un incubo, era la pura e semplice realtà.
Dalla quale non poteva svegliarsi.
Buon pomeriggio!
E con questo capitolo chiudiamo con l'arco riguardante la morte di Kyle. (so che non è l'unico ad aver fatto una brutta fine, non mi sono dimenticata di Tweek e Craig)
Spero che non vi siate annoiati troppo e che, anzi, vi siate emozionati almeno un pochino. Con il prossimo capitolo conto di andare un po' avanti con la trama :)
A presto!Lilith
18/08/18
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Shylar | South Park
Fanfiction~Non giudicare sbagliato ciò che è diverso~ Tratto dal capitolo 15 «Ciò che è diverso fa paura è?» «Diverso?-Assottigliò lo sguardo con aria vagamente divertita-Voi non siete diversi, siete dei mostri. Vi uccideremo dal primo all'ultimo. Non vincera...