17.

151 17 50
                                    

Butters si fermò davanti alla porta bianca fissandola con aria indecisa, aveva il pugno a mezz'aria segno che voleva bussare. Sospirò ed abbassò la mano pronto ad andarsene ma il rumore di alcuni oggetti metallici seguiti da un tonfo lo fece desistere. «K-kyle?» appoggiò l'orecchio alla porta rimanendo in ascolto.

Era strano, inizialmente aveva odiato la presenza di quel ragazzo, pian piano però aveva iniziato a trovarlo piacevole. Tutto era iniziato dalla solita discussione piuttosto stupida.

Il biondo emise una specie di ringhio. «Kyle sei un'ameba monocellulare!» gridò fuori di sé sentendosi un completo ritardato. Si sorprese però, quando sentì la risata del rosso propagarsi oltre la porta.

«Mi hai davvero dato dell'ameba?» il tono leggero con cui gli era stata fatta la domanda lo confuse, era stato davvero strano, quasi... Tranquillo non come le altre volte.

Si imbronciò gonfiando le guance come uno scoiattolo «Voleva essere un insulto»

Il ragazzo dall'altra parte sorrise «Lo so, lo so... Leo»

«Leo?»

«Si, ti chiami Leopold, no?»

«Si ma...»

«Leo è più veloce da dire»

Inizialmente credette che si fosse comportato in quel modo solo per chiedergli di farlo uscire, ma quella richiesta non arrivò mai e capì che, in realtà, avesse solo bisogno di parlare con qualcuno. Pian piano quei piccoli scambi di battute si erano trasformati in lunghissime chiacchierate. Sapeva grazie alle varie informazioni cosa gli era successo, era d'accordo sul fatto che avesse tutte le sue ragioni per comportarsi in quel modo.

Non era colpa sua se Cartman ce l'aveva tanto con lui, non aveva senso incolparlo.

«Leo?» Butters sorrise lievemente, non andava matto per il suo nome, ma infondo Leo, non era così male.

Si sedette ai piedi della porta appoggiandosi ad essa. «Mhmh, come stai?» Che domanda stupida. Sapeva benissimo come stava, tutti quelli come lui venivano sottoposti ad analisi assurde ed insostenibili. Alla fine morivano. Si sentì un po' in colpa, dopotutto era finito lì a causa sua.

«Ho lo stesso aspetto di un paziente psichiatrico, ma mh... Me la posso cavare dai.» Sussurrò sorridendo stancamente.

«Sei caduto? Vuoi che chiami qualcuno?»

«No, tranquillo sto bene.»

Butters appoggiò il mento sulle proprie ginocchia sospirando. «Senti Kyle...»

«Mh?»

«Ma tu non hai paura di... Morire?»

Il rosso rimase pietrificato prima di chiudere gli occhi appoggiando la testa sulla parete. Non aveva idea di quali farmaci gli stessero somministrando ma, qualsiasi cosa fossero, gli facevano venire un mal di testa allucinante. «No... No Leopold, non ho paura di morire.»

«Quando si arriva a non aver più paura della morte?»

«Suppongo... Quando non si ha più nulla da perdere.»

Sentì il biondo alzarsi di scatto per poi battere una mano sulla porta. «Ma non puoi morire! Cosa ne sarà degli altri senza di te?! Perché fai così adesso? Il Kyle di un mese fa ti avrebbe preso a calci!»

Fece una piccola smorfia sapendo che avesse perfettamente ragione, ma cosa poteva fare ormai? A malapena riusciva a reggersi in piedi, come avrebbe potuto uscire da lì? «Butters, sono chiuso in questa stanza, non posso chiedere aiuto agli altri ed ho le stesse capacità motorie di una gelatina al momento. Come potrei aiutarli? C'è Stan, penserà lui a loro...»

«E chi cazzo vuoi che pensera a lui poi?!» Gridò totalmente fuori di sé.

Kyle sentì gli occhi pizzicare, era proprio quello ciò che gli premeva sapere... Aveva bisogno di parlare co il suo super migliore amico almeno un'ultima volta. «Butters, ti pre-»

«No! Ascoltami, ti farò Scappare da qui, devi solo darmi un po' di tempo per aprire questa porta.»

Kyle aprì la bocca per rispondere quando sentì un esplosione incredibilmente vicina a loro. Si tappò istintivamente le orecchie, alzandosi in piedi guardando la porta. Vide improvvisamente le luci della stanza tingersi di rosso, ma cosa diamine stava succedendo?

«Leo cos'è successo?!»

«I-io credo... Credo sia successo qualcosa in laboratorio...» Il suono di un allarme si propagò per tutto il corridoio, mentre una voce meccanica annunciava un'evacuazione d'emergenza.

Kyle esitò lievemente sentendo tutto quel frastuono. «È questa l'ala Est vero?»

«S-si! Ma quando suona l'allarme le porte di tutte le stanze si bloccano automaticamente!» lo sentì armeggiare con la maniglia.

«Ma allora cosa ci fai ancora qui? Vattene!»

«Non posso lasciarti qui!»

«Si che puoi! Non mi hai mai sopportato! Pensa a questo!»

«P-provo... Provo ad andare alla sala comandi!»

«Cosa?! La sala comandi è nel bel mezzo dell'ala Est!»

«Lo so m-» Venne subito interrotto dal rosso, e solo Mosè poteva immaginare quale sforzo assurdo stava facendo per mantenere un tono di voce così alto.

«Ascoltami bene Leopold, hai tante cose da fare, non dare peso a quel che ho detto se quella stronza della morte. Non volevi conquistare Cartman? Che cazzo! Non puoi attenderti! Magari riusciresti anche a renderlo un  persona migliore... Ti prego, ti supplico vai via! È inutile che resti qui!»

Non sentì nessuna risposta e si augurò vivamente che se ne fosse andato. Si accasciò a terra sentendo la testa girare.

Perdonami... Stan.

BOOM! (Letteralmente) e il primo è andato. Onestamente Kyle doveva morire parecchi capitoli fa. (Tipo il settimo) è sopravvissuto altri 10 capitoli :')
Ho deciso di non farlo uccidere da Eric perché mi sembrava troppo... scontato? In più, volevo farlo riappacificare con Butters, insomma sono entrambe brave persone non mi piace che si facciano la guerra per Cartman. XD
Alla fine la morte di Kyle non è stata così triste... No? :')
Vi ringrazio per la lettura, per consolarvi (nel caso sia necessario) vi posso dire che, il prossimo capitolo, sarà piuttosto tranquillo e verrà monopolizzato dalla Carrters. :)
Passate un'ottima giornata!

Lilith
20/07/18

Shylar | South ParkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora