28.

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Clyde riaprì gli occhi mettendo a fuoco il bianco soffitto di un'anonima stanza.

Cos'era successo?

Ricordava di star parlando con Cartman quando... Ebbe un illuminazione, spostò velocemente lo sguardo verso lo stipite della porta; appoggiata ad essa si trovava Bebe, la ragazza osservò l'orologio sul proprio polso per poi Sospirare.

«dieci minuti. Considerando che, solitamente, prima del tuo risveglio passa almeno un quarto d'ora, direi che fai progressi.» Asserì non sembrando però contenta.

Come immaginava.

«Si, uhm, penso di si.»

La bionda sospirò avvicinandosi al letto. «Clyde, è il quarto in tre settimane...Magari dovresti, che ne so, prenderti una pausa, riposarti, pensare ad altro, Far-» Non ebbe il tempo di finire che il castano l'afferrò per il polso costringendola a stendersi. Avvolse le sue braccia attorno al suo busto stringendola a sé.

«Smettila di preoccuparti, non mi prenderò nessuna pausa sto bene così.» sussurrò appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.

Bebe sospirò passandogli una mano trai morbidi capelli. «D'accordo...»

«Quindi, com'è andata con Kenny?»

«Gli ho dato la chiavetta, probabilmente la farà vedere a Wends.» Asserì la ragazza mettendosi più comoda, si scostò leggermente posando la testa sul suo petto, non curandosi di avere ancora addosso le scarpe.

«Pensi di essere pronta a rivederla?»

«No.»

Il castano le accarezzò lentamente la schiena, non si aspettava una risposta diversa.

«Forse dovreste dirle la verità, non pensi?»

Clyde era stanco di tutti quei segreti, tra lei e Cartman non sapeva più chi rimproverare. Voleva solo che si decidessero a parlare.

«Forse lo farò.»

Sicuramente, non lo avrebbe fatto.

★★★

Kenny sbadigliò guardando fuori dalla finestra, quando era rientrato in camera aveva trovato sua sorella sveglia, così alla fine si decise a dire anche a lei cos'era successo. La più piccola, dopo un pianto liberatorio, si era finalmente addormentata. Impresa che per lui, ancora sveglio da parecchie ore, si era rivelata più ardua del previsto.

Sospirò facendo vagare lo sguardo assorto per tutta la stanza, si accigliò appena notando uno spiraglio di luce entrare dalla fessura tra il pavimento e la porta. Non gli sembrava di aver lasciato la luce accesa.

Sbadigliò ancora una volta, il suo corpo lo implorava di dormire ma, la sua mente, non ne voleva sapere di starsi zitta. Si alzò lentamente uscendo dalla camera in silenzio e si diresse verso la fioca luce.

Appoggiato al davanzale della finestra, con una sigaretta in mano e il cellulare nell'altra, vi era Stan che non sembrava essersi minimamente accorto della sua presenza. A giudicare dal suo aspetto, Wendy, probabilmente, non gli aveva ancora detto nulla.

«Ehi, Stan»

Il moro alzò lo sguardo dal display del cellulare, rivolgendolo poi all'altro. Solo allora Kenny si rese conto di quanto in realtà fosse lucido.

«Sto cercando di capire quale scusa assurda si sono inventati per la morte Tweek e Craig.» Asserì con tono piatto.

Il biondo rimase vagamente turbato dal modo, tranquillo, con cui aveva pronunciato quella frase. Non aveva però nominato Kyle, avrebbe forse dovuto dirglielo lui?

«Kenny non è colpa tua.» parlò nuovamente Stan.

«C-come?»

«So che ti stai incolpando per non essere arrivato in tempo, non è colpa tua.»

Kenneth deglutì con forza il groppo che gli si era formato alla gola. Non era colpa sua. Sospirò per poi appoggiarsi al davanzale accanto al moro. «D'accordo...» Non ne era affatto convinto ma, in quel momento, farsi mille paranoie mentali non era, di certo, la scelta migliore.

«Ken...» Stan lanciò il cellulare sul divano spegnendo poi il mozzicone della sigaretta nel posacenere. Alzò lo sguardo verso il cielo schiudendo le labbra, non c'era nulla di male nel volerlo dire no?

«Mi manca Kyle...» Sussurrò con voce tremante. «Kenny io ho –Si voltò per poterlo guardare– bisogno-» Si bloccò notando l'espressione dell'amico, sembrava davvero sul punto di piangere. «Ehi, è tutto okay?»

Il biondo scosse la testa allontandosi di qualche passo. «Stan, ti devo dire... Ti devo dire una cosa.» Asserì con una certa fatica. Come poteva dirglielo? Come avrebbe potuto anche solo sperare di non vederlo crollare?

Gli occhi Blu del ragazzo si fissarono su di lui, attendendo impazienti quella che aveva tutta l'aria di essere una brutta notizia.

«Kyle non c'è più.»

Buongiorno!
Ce l'ho fatta ad aggiornare si XD
Mille scuse per la lunga attesa.
Lo so che sono una brutta persona per averlo tagliato così ma... Stava diventando troppo lungo.
E così, probabilmente, nel prossimo capitolo avrete la tanto attesa(?) Reazione di Stan. (Mamma mia che ansia) Povero Kenny, chissà se ne uscirà vivo anche lui :')
Ovviamente per Karen ho in mente qualcos'altro, ogni cosa a suo tempo. u.u
Saprete cosa passa nella mente di quella piccola patata, (sono tutte patate per me, si.) al più presto.
Io intanto vi auguro di passare una bella giornata, alla prossima!

Lilith
11/08/18

Shylar | South ParkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora