L'ultima scena di questo capitolo è leggermente violenta, (nulla di assurdo in realtà, non voglio spaventarvi) siccome però ci sono persone che non amano leggere certe cose, metterò un asterisco per segnarla, così se per sicurezza volete evitare ve la riassumerò io in privato. Buona lettura :)
«Clyde, hai finito di rompere l'anima o devo buttarti fuori a calci?»
«No non ho finito, anche perché non mi stai ascoltando!»
«Ti sto ascoltando.» Asserì con espressione annoiata.
Il ragazzo sospirò con aria esasperata. Perché lui e Bebe dovevano complicare tutto con i loro segreti? Perché non essere sinceri e basta. Ormai farli parlare era diventato un obbiettivo irraggiungibile.
«Lo sai anche tu che, se avesse saputo il piano reale, Butters non avrebbe agito seguendo il protocollo e forse Ky-»
Cartman colpì con forza la scrivania di legno facendolo trasalire. «Ma L'ebreo non è vivo. Smettila di ripeterlo anche tu.»
«Ma probabilmente lo sarebbe stato se tu non lo avessi tenuto all'oscuro di tutto! Se Butters lo avesse saputo Kyle sarebbe vivo! Così come Tweek e Craig! E lo sai anche tu!» Clyde fece un enorme sforzo per non far tremare la propria voce. Forse aveva urlato troppo forte, ma non si trovavano più alla sede centrale, il rischio di essere scoperti, anche se in minima parte, era diminuito.
«Non vai da nessuna parte con le tue stupide ipotesi, è andata così, non puoi tornare indietro.»
«Non voglio tornare indietro,–In realtà lo avrebbe voluto con tutto sé stesso–Voglio solo che tu vada da Butters spiegandogli la schifosa situazione in cui ci siamo infilati!»
«E la mia risposta è no! Porca troia Clyde, non è difficile da capire!» Ora anche lui gridava.
«Lo è invece! Perché le tue bugie non stanno portando da nessuna parte! Mi spieghi come dormi la notte?! Non ci credo che per te la loro morte non abbia avuto alcuna importanza!»
«Credici perc-» inspirò profondamente cercando di riordinare le idee. No, doveva calmarsi, non aveva la minima voglia di continuare l'ennesima discussione totalmente uguale alle altre.
«Non dirò nulla a Butters.» Asserì con tono fermo guardandolo dritto negli occhi.
Clyde strinse i denti. Codardo. Questo era ciò che aveva voglia di gridargli contro, ma si limitò a ingoiare l'immancabile e fastidioso groppo all'altezza della gola. Chiudendosi, anche lui, in quel opprimente silenzio.
Stanley osservò la porta socchiusa di fronte a sé, origliare era un brutto vizio, ma ora che aveva sentito quelle parole, non riusciva più a togliersele dalla testa.
Quindi è colpa di Butters?
Si portò una mano sul petto, strinse convulsamente la stoffa dei propri indumenti. Sentiva ancora il cuore battergli a mille. La salivazione era ridotta a zero mentre in lui cresceva un insano desiderio di vendetta.
Strinse le labbra in una linea dritta tornando cautamente sui propri passi, l'aveva visto poco prima, sapeva esattamente dove trovarlo.
Butters trasalí sentendo la porta dell'archivio sbattere contro la parete.
Spostò lo sguardo –che istintivamente aveva abbassato– sulle scarpe rosse del ragazzo responsabile di quel rumore improvviso. Portò i propri occhi in quelli blu dell'altro.
«S-stan?»
Quando il corvino mosse qualche passo per avvicinarsi, lui ne fece altrettanti per allontanarsi. Non aveva idea del motivo, ma qualcosa gli diceva che più lontano si sarebbe trovato da lì, e meglio sarebbe stato.
«Sei un figlio di puttana Butters, te l'hanno mai detto?»
Leopold sentì le proprie spalle a contatto con la fredda parete, non riusciva a capire da dove venisse quello sguardo carico d'odio che gli stava rivolgendo.
Cos'ho fatto di male questa volta?
«È colpa tua se Kyle è morto!» A quell'affermazione sgranò gli occhi, sentì come se il pavimento sotto i propri piedi fosse appena scomparso.
No, non era colpa sua. Gliel'aveva detto anche Eric, ed Eric aveva promesso di non mentirgli più no?
«È-è stato un incidente! Nessuno... Nessuno voleva che Kyle... Che Kyle morisse!» si maledí mentalmente per la sua incapacità di parlare senza balbettare.
Un sorriso sinistro si dipinse sul volto del ragazzo. «Vuoi vedere un altro incidente?» sibilò guardandolo dritto negli occhi.
*
Butters avrebbe voluto rispondere ma, prima ancora che potesse schiudere la labbra si sentì afferrare per il collo, squittì preso alla sprovvista da quel movimento così repentino. Portò le proprie mani su quelle di Stan cercando di liberarsi.
«L-lasciami, Stan! Ti prego, lasciami!»
I suoi occhi si riempirono di lacrime che inconsapevolmente iniziarono a bagnargli il volto.
Ora aveva davvero paura.
In tutta risposta il suo aggressore strinse di più la presa, lo allontanò dal muro facendolo sbattere a terra.
Leopold gemette a causa del dolore, sentì la testa girare, per un istante gli era sembrato di vedere tutto bianco.
Cercò di divincolarsi scalciando come un cavallo imbizzarrito. Il suo cuore batteva così forte da fargli male, Stanley gli stava certamente dicendo qualcosa ma, la sua voce, gli giungeva così ovattata e confusa, che non riusciva a recepire il messaggio.Si perse per interminabili istanti a fissare gli occhi carichi di rabbia e dolore del ragazzo.
“È colpa tua se Kyle è morto!”
Si meritava tutto quest'odio?
Buongiorno! :)
Come detto nella nota precedente questo capitolo è stato un pochino violento. Spero comunque di non aver turbato nessuno.
Le discussioni tra Clyde e Cartman continuano a non portare a niente.
Stan sembra aver perso completamente il senno.
E Butters? Speriamo stia bene.Lilith
17/08/18
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Shylar | South Park
Fanfiction~Non giudicare sbagliato ciò che è diverso~ Tratto dal capitolo 15 «Ciò che è diverso fa paura è?» «Diverso?-Assottigliò lo sguardo con aria vagamente divertita-Voi non siete diversi, siete dei mostri. Vi uccideremo dal primo all'ultimo. Non vincera...