«Accomodatevi pure» disse Kyle facendo un cenno verso le poltrone in pelle nera. Si appoggio alla scrivania incrociando le braccia al petto.
I due ragazzi si lanciarono un'occhiata per poi fare come gli era stato detto.
«Non si è trattato di un attentato terroristico vero?» chiese allora Stan sedendosi di fronte a loro anche se, più che una domanda, la frase suonò come un affermazione.
Tweek abbassò lo sguardo mentre calde lacrime ricominciarono a rigargli il volto. Quel gesto bastò ai presenti per intuire la risposta.
«Ascoltate, siamo qui per aiutarvi, se qualcuno viene a sapere che in realtà il responsabile dell'accaduto è Tweek, lo cerceranno e lo uccideranno lo sapete anche voi.» Asserì il rosso con cruda verità.
«E come vorreste aiutarci?» chiese Craig con aria vagamente scettica.
«Potreste cominciare con il restare qui ad esempio.» Si aggiunse a loro un'altra voce femminile.
Karen ormai sedicenne appoggiò due bicchieri di caffè sopra il piccolo tavolino sedendosi poi di fianco a Stan.
«Esatto ma, se accetterete di restare qui, non potrete più girare liberamente per la città, sarebbe troppo pericoloso e potreste inconsciamente ricondurli a noi.»
Craig inarcò un sopracciglio, ormai aveva intuito come sarebbe finita tutta questa storia. «Tanto non abbiamo scelta, o Sbaglio?»
Sul volto pallido di Kyle aleggiò un lieve sorriso. «No, affatto.»
★★★
Qualche ora e mille spiegazioni dopo, Tweek crollò in sonno profondo mentre Craig rimase ancora nell'ufficio a parlare con Kyle.
«E questo è tutto.» Terminò finalmente il più giovane lasciandolo con più domande che risposte.
Il moro lo squadrò dalla testa ai piedi, era decisamente cambiato, non poteva dire che fosse una ragazzo esattamente tranquillo, dato che aveva anche lui parecchi scatti d'ira solitamente provocati da Cartman ma... Era diverso. Il suo sguardo era diverso. Gli occhi verdi smeraldo non trasmettevano più purezza, no, erano così cupi e pieni d'odio, odio per qualsiasi cosa lo circondasse, erano oscurati da qualcosa di torbido e spaventoso.
Chi diamine ti ha ridotto così?
Questo pensiero continuava a martellargli il cervello e per un attimo, rivide quel piccolo bagliore, quella piccola luce che caratterizzavano lo sguardo del rosso. Fu solo un istante, subito dopo tornò ad aleggiargli sul volto quel sorrisetto, che non aveva nulla di divertito, irritante.
Ecco cosa trasmetteva adesso, non più purezza, solo irritazione e inquietudine.
"Fatti i cazzi tuoi Craig, l'hai sempre fatto no? Beh continua."
Il tono imparziale e calcolato di Kyle lo colpì come una secchiata d'acqua gelida. Telepatia eh? Dono interessante. Gli fece un piccolo cenno per poi voltargli le spalle pronto ad uscire.
«Ah Tucker? Se ti scopro a tradirci, ti ucciderò con le mie stesse mani, non importa come e a quale costo.»
Non si trattava di una minaccia, né tantomeno di una promessa, era una semplice affermazione che mai si sarebbe rivelata sbagliata.
Sospirò passandosi le mani sul viso quando sentì la porta sbattere, c'era qualcuno lì dentro in grado di aprire e chiudere la porta normalmente?
Quando quest'ultima venne nuovamente spalancata con una grazia inesistente capì che la risposta fosse negativa.
«Stan, vai via... Non mi va di parlare.» asserì senza alzare lo sguardo ogni volta sempre la stessa storia.
«Non parleremo, perché tu ora alzerai quel gran bel culo che ti ritrovi e andrai a dormire come ogni dannato essere vivente normale.»
«Oh, insomma lasciami stare, devo ancora finire...»
«Si ovvio, e appena finito andrai a mangiare, certo, ci credo.» disse sarcastico, si posizionò di fronte alla scrivania poggiandosi ad essa con entrambe le braccia. «Che devo fare con te? Vuoi essere imboccato? Guarda che lo faccio eh?» continuò addolcendo il proprio tono.
Il rosso sorrise impercettibilmente, benché fosse un minuscolo sorriso, Stan fu davvero felice di vederlo perché non era falso. «Ho capito madre, ora vado a mangiare e mi metto a letto!» detto ciò si dileguò sparendo avvolto dall'oscurità del corridoio.
Il moro sospirò sollevato buttandosi a peso morto sul divano. Non era propriamente certo che il suo migliore amico avrebbe fatto ciò che aveva affermato, ma sperava con tutto il suo cuore che fosse realmente così.
Non voleva vederlo ancora più distrutto di come già lo vide in passato, tremava al solo pensiero di vederlo nuovamente in quello stato.
Chiuse gli occhi cercando di focalizzarsi su un ricordo felice, se solo ne trovasse uno però... Sarebbe più semplice.
Si portò le mani alle orecchie coprendole come a voler silenziare le urla che continuava a sentire. Peccato che si trovassero nella sua mente.
Siamo al secondo capitolo e ancora non si capisce chissà cosa (^-^)
Ho inserito anche Karen visto?
Tweek non sa più dove sbattere la testa per ciò che ha fatto.
Kyle ce l'ha a morte con il mondo intero e Stan è un tantino preoccupato per lui.
Nel prossimo capitolo inizieranno ad esserci più spiegazioni :)Lilith
5/07/18
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Shylar | South Park
Fanfiction~Non giudicare sbagliato ciò che è diverso~ Tratto dal capitolo 15 «Ciò che è diverso fa paura è?» «Diverso?-Assottigliò lo sguardo con aria vagamente divertita-Voi non siete diversi, siete dei mostri. Vi uccideremo dal primo all'ultimo. Non vincera...