<<A che ora dovrò essere al teatro per la lezione?>>
<<17,30>>
<<Perfetto, grazie Sabri.>>
<<Di nulla ora devo chiudere, vai a prepararti>>
Se vuoi sapere degli orari Sabrina è la persona adatta.
Mi preparo: body, retina, spazzola mollette, punte, mezzepunte, calze. Dovrebbe esserci tutto.
Indosso il body e le calze sotto una tuta molto comoda, sistemo la borsa e faccio uno chignon quasi perfetto, se non fosse per qualche ciuffetto che spunta dalla retina.
Mi dirigo a piedi verso il teatro che si trova a qualche isolato. Faremo lezione in una sala da ballo all'interno del teatro così ad ogni lezione dopo gli esercizi e aver imparato le coreografie ci sposteremo sul palcoscenico per provarle con tanto di luci e effetti speciali per abituarci ad essere in scena.
La struttura è neoclassica ed è molto raffinata. Entro attraversando un corridoio che conduce alla platea e rimango incantata dalle decorazioni auree e dagli affreschi, sembra surreale. Le luci del palco sono ancora accese, come se volessero invitarmi ad entrare in scena, così salgo i gradini laterali e inizio a muovermi. Faccio tre gran jetè di fila e varie piroette: mi sento libera, come un uccello quando prende il volo. Questa sono io, la vera io. Tiro fuori le tensioni, le preoccupazioni, la rabbia, la solitudine, la paura. Tutta la negatività si allontana come il vento trascina via il polline dalle margherite e rimango coi miei sogni, le mie speranze, le mie aspettative fino a quando non sento qualcosa che mi blocca. Un battito di mani. Viene dal fondo della platea ma è troppo scuro per vedere.
Qualcuno si avvicina sempre più ma fa fatica, credo abbia una stampella. Il volto mi pare conosciuto. Quei capelli biondi, quegli occhi azzurri ed ecco rivedo il mare. Improvvisamente ripenso al ragazzo che mi ha presa quando sono caduta in quella pozzanghera, perché è colui che mi ritrovo davanti.
Ma è possibile che più tu voglia non incontrare una persona più probabilità tu abbia di trovartela davanti in qualsiasi momento? Guardando il piede rotto mi viene in mente la mia valigia che lo ha colpito, caspita! Allora è stata proprio una bella botta! Bel modo di ringraziare per non avermi fatto sbattere la testa.
Che poi come gli è saltato in mente di prendermi in quel modo? Non siamo mica in un film americano. A parte che per il mio aspetto in quel momento avrei potuto a malapena fare la comparsa. E poi, che riflessi ha? Io a malapena riesco a prendere una palla lanciata in modo perfetto e lui è riuscito a scaraventarsi su di me prima che cadessi? Assurdo.Margherita basta divagare.
E poi io gli hai rotto un piede con una valigia e quello assurdo sarebbe lui? Credo che in questo momento vorrà vendicarsi, o fare la spia dicendo di avermi trovata qui, o non rivolgermi la parola.
<<Sei davvero spettacolare!>>
<<Io uno spettacolo? Ma va!>>
Altro che rivolgere la parola mi ha anche fatto un complimento. E se volesse entrare nelle mie grazie per colpire un punto debole? Margherita, sii realistica, sta solo facendo il gentile.
<<Guarda che sei davvero bravissima.>>
<<Mha, nulla di che.>>
Sentiamo dei passi.
<<Oh no la Paloma.>>sussurra lui.
La Paloma è l'insegnante che ci farà lezione, nel suo curriculum ci sono i migliori spettacoli, i migliori compagni di ballo, le migliori accademie. È una vera professionista ed è un onore per me poter partecipare alle sue lezioni.Ma aspetta un attimo, io non dovrei essere qui, e se mi vedesse inizierei senz'altro male l'anno e darei una cattiva impressione, o magari non mi permetterà di partecipare ai corsi.
<<Ma non dovrei stare qui>>
<<Vieni conosco un posto.>>
Lo seguo, anche se una parte di me mi dice di non farlo perché non ho idea di chi abbia davanti, ma cosa altro potrei fare?
Nonostante cammini lentamente a causa della stampella entriamo dietro le quinte, scendiamo delle scale e ci posizioniamo di fronte a tre porte.
Ma dove siamo in un film horror?
<<Quella a destra. Le chiavi sono sotto il tappeto.>>
Entriamo. Non dovrebbe trovarci nessuno in questa stanzetta. È una specie di sgabuzzino con tantissimi costumi e scarpette, e poi qualche apparecchiatura qua e là.
<<L'abbiamo scampata! Quando qualcosa non va diventa un'isterica. Comunque piacere Alessio.>> dice con un sorriso con cui scioglierebbe un iceberg.
<<Piacere Margherita.>>
Forse non si ricorda di me? Non solo mi ha fatto un complimento, mi ha anche messa in salvo!Oppure mi ha condotta qui per uccidermi senza che nessuno se ne accorga? Basta paranoie! Mentre lascio la sua stretta di mano colpisco uno scaffale facendogli cadere tutto il contenuto addosso.
<<Ma allora vuoi proprio uccidermi?>> Chiede sarcastico. Quindi si ricorda di me? Non posso resistere nel porgli la domanda:
<<Sono stata io?>>
<<A fare cosa?>>
<<Il piede.>>
<<Non preoccuparti>>
<<Invece mi preoccupo, parla.>>
<<Be' si.>>
Ma è possibile che in meno di un giorno ho: perso un ricordo di famiglia, rischiato di uccidermi a causa di una pozzanghera, rotto il piede ad uno sconosciuto con una valigia e sono riuscita a farmi odiare dalla figlia di papà più influente della scuola
<<Che stupida! Tu mi eviti un trauma cranico e io ti rompo un piede. Ti fa molto male?>>
<<Qualche volta. Ma bisogna sopportare un po' di dolore per poter assaporare la felicità.>>
Non capisco a cosa si riferisca ma non aggiungo altro, non chiedo che voglia dire, me ne vado semplicemente voltandogli le spalle un'altra volta. Rimango nell'atrio ancora un po' per essere sicura di non poter essere scoperta. Via libera. Salgo i gradini e mi dirigo verso la saletta dove faremo lezione.
<<Scusi il ritardo>>dico entrando.
<<Qui il ritardo non è tollerato. Bisogna essere perfetti.>>
È stata la Paloma a parlare. In effetti lei sembra essere la donna perfetta. È piuttosto bella nonostante qualche capello bianco inizi a rigarle la chioma ramata, ha una classe innata e sembra anche intelligente, glielo si legge negli occhi che non è una persona da poter prendere in giro.
Ho letto da qualche parte che nonostante si preparasse per diventare la ballerina di fama mondiale che è stata studiava per la laurea che ha conseguito con i massimi voti.
Indossa una blusa larga e pantaloni a cavallo sceso che rendono la sua figura ancora più esile e si muove piano per la sala correggendo le varie ballerine in divisa. Mi preparo e prendo posto tra loro. Dopo i soliti esercizi ci assegna una coreografia davvero bella, ma mentre ripeto i passi che ha spiegato poco fa sento i suoi occhi fissi su di me, pronti a trovare un errore, un'imperfezione, una debolezza. Non ce la posso fare, il mio punto debole l'ha trovato: l'insicurezza.
Sapere che qualcuno mi sta osservando tanto pesantemente mi fa perdere la concentrazione e mi fa sbagliare.
<<Mi spiace, non riesco a lavorare se sono osservata.>>
<<Be' dovrà farci l'abitudine mia cara, dopotutto che si aspetta che i giudici guardino le quinte? Che gli spettatori si voltino, anche se per come sta ballando sarebbe meglio.>>
Ma cosa? Okay, forse con i giudici potrei farmi prendere dall'ansia, ma esibirmi davanti ad un pubblico che non riesco a vedere non mi fa paura. Non posso rispondere perché è la maestra, nè posso andarmene perché sarebbe mancanza di rispetto, così ingoio il boccone amaro e rispondo:
<<Ha ragione mi impegnerò di più.>>
Accenna un sorriso, ma non come quello rassicurante di Sabrina quando riprovavo un salto dopo essere caduta. Pare piuttosto una serpe che pensa al gusto del suo pranzo, come se fosse stupita dalla mia tenacia e dal mio autocontrollo ma dentro di sé pensasse alla prossima mossa di attacco. Esco più pensierosa di quando sono entrata. Riuscirò a non essere odiata da una delle ballerine migliori della storia? E anche se ci riuscissi ce la farò a sopportare gli occhi dei giudici su di me e passare l'audizione? Come sarà vivere un'esperienza totalmente sola? E poi penso alla scuola. Ai Milanesi. A Erica. Alla punizione. A Mattia. Ad Alessio. Quanto posso essere imbranata? I sensi di colpa mi stanno mangiando viva e invece che scusarmi in modo decente sono scappata come una svampita.
Ma perché è sempre così? Perché ogni volta faccio degli errori e invece di provare a risolverli o fregarmene ci penso così tanto fino a sentire una morsa allo stomaco che non mi permette di stare mai in pace? Ho deciso. Andrò da lui e mi scuserò in modo decente, è il minimo che possa fare no?
Lo cerco ovunque. Nei corridoi, nelle sale da ballo, nella platea, dietro le quinte, perfino nella stanzetta dove ci siamo presentati, l'unico posto che rimane è la cabina audio.
Apro la porta di scatto facendo quasi venire un infarto a lui e all'uomo che gli lavorava accanto. Mi guardano straniti, come se fossi l'ultima persona che si aspettassero di vedere.
<<Che ci fai qui?>>dice Alessio con un sorriso dolce, un sorriso che quasi mi fa dimenticare tutto ciò per cui fino ad ora mi ero preoccupata.
<<Ti devo parlare.>>
<<Certo. Vieni ti offro un caffè.>>
Perché deve essere così dannatamente gentile? E attraente. Cosa? Eh no. Cioè si. Ah. Andiamo a prendere questo caffè e smettiamola con questi pensieri inutili.
Ci dirigiamo al bar accanto senza dire quasi nulla. Ci sediamo al tavolino e quasi subito arriva una cameriera.
<<Salve cosa volete ordinare?>>
<<Un caffè grazie.>>dice Alessio tranquillo.
<<Per lei?>>
Io non so cosa ordinare. Non mi piace niente delle solite cose che le persone normali bevono. Caffè? Bleah! Cappuccino? Altrettanto ripugnante, come il succo, l'aranciata, la coca cola, il the...
<<Ehm signorina? Cappuccino?>>
<<Ehm no.>>
<<Cioccolata?>>
<<Sì va benissimo una cioccolata.>>
Perché non mi è venuta in mente subito?
Alessio ride, ma non è una risata cattiva. Quanto sarò sembrata stupida? Possibile che non so decidere nemmeno cosa ordinare!
<<Sei una ragazza indecisa.>>esclama guardandomi negli occhi e poggiando il braccio sullo schienale della sua sedia.
<<Più o meno>>
<<Allora cosa dovevi dirmi?>>
Giusto. Con la mia stupida ordinazione e i miei pensieri idioti avevo quasi dimenticato il motivo per cui l'ho portato qui.
<<Volevo scusarmi. Scusarmi per davvero però. Non l'ho fatto apposta, anzi non l'avrei mai fatto intenzionalmente e poi ti vorrei anche ringraziare perché, insomma, mi sarei potuta fare male ma tu mi hai presa e quindi... E poi scusa anche per prima nella stanzetta. Mi hai salvata un'altra volta, dalla Paloma, e io ti ho ripagato buttandoti tutto addosso e me ne sono andata come l'altra volta. Hai tutto il diritto di essere arrabbiato e non preoccuparti non mi farò più vedere per non combinare altri guai.>>
<<No no>> sbotta di scatto facendo voltare i due signori seduti al tavolo accanto a noi. Si ricompone <<Io non sono mai stato arrabbiato con te. Ti avevo perdonata già appena è successo tutto. So che non l'hai fatta a posta. Tranquilla.>>
Mi sento più leggera.
<<Che cosa ci facevi nella cabina audio?>>
<<Io sono qui come stagista. In futuro vorrei occuparmi degli impianti audio e video e così faccio uno stage in questo teatro. Pensavi che fossi un ballerino?>>
In effetti non lo immagino in calzamaglia, ma per quelli che sembrano i suoi addominali non dovrebbe essere male. Ma perché sto pensando ai suoi addominali?
<<E tu? Immagino sia una ballerina.>>
<<Si sono venuta qui per fare il corso con la Paloma, ma a fine anno ci sarà un concorso: se mi prendono andrò in un college a Londra altrimenti tornerò a casa.>>
<<Dov'è casa tua?>>
<<Giù, nel Salento.>>
<<Allora in ogni caso a fine anno te ne andrai.>>
<<Già.>>
<<E se ti trovassi bene? E se ti affezionassi a questo posto o alle persone?>>
<<Non rinuncerei mai contemporaneamente al mio sogno e alla mia famiglia.>>
Intanto ad una cameriera cade un bicchiere dal vassoio e mentre mi giro meccanicamente guardando il pavimento noto qualcosa sul piede di Alessio. Più precisamente sul gesso. Un piccolo cuoricino nero che si fa strada e cerca di non annegare in un mare di bianco.Spazio autrice
Ciao a tutti!! Margherita incontra di nuovo il ragazzo della pozzanghera e sembra che lo vedrà molto spesso dato che fa da stagista nello stesso teatro dove lei fa lezione.
Cosa pensate che accadrà? Perché quel cuoricino sul gesso? E cosa ne pensate della Paloma?
Se il capitolo vi è piaciuto votate o commentate ❤️
Baci baci
Fede💕
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La danza delle margherite
Romance"Mi rifugio tra le sue braccia come se potesse fare da scudo contro tutti quelli che sono pronti a pugnalarmi, contro tutti i problemi e le scelte che ho paura di sbagliare. -È colpa mia. Per colpire me ha fatto soffrire anche te.- dico. -Sarebbe st...