Desiderio. De siderio. De sidus, sideris. Vuol dire dalle stelle.
Dalle stelle.
Qualcosa di lontano, ma che tu vorresti raggiungere.
Ciò che la sera guardi quando vuoi restare sola con te stessa.
Ciò che illumina il tuo presente.
Ciò che desidero è vincere il concorso. Ciò che desidero è restare qui.
Ma è impossibile realizzare entrambi i desideri, ci vorrà una scelta.
Desidero fare pace con Alessio. Desidero non farmi più far male da lui. Desidero scoprire la verità sulla Paloma. Desidero.Supero il portone del teatro e vedo Alessio da lontano.
Dagli una possibilità.
Dagli una possibilità.
Si avvicina e questa volta non lo evito.
<<Ti va di parlare?>>dice
Annuisco e continua:
<<Andiamo nel nostro posto però.>>
So che potrei fare tardi ma non mi importa ora. Devo chiarire, non ce la faccio più. Varco quella porta, per la prima volta dopo settimane. Dalla nostra discussione non mi sono più rifugiata tra queste quattro mura, nel mio nido, non mi sono più accucciata sulla poltrona rovinata cercando di rivivere il momento del nostro quasi bacio, non mi sono più cullata tra l'odore di pino che entra dalla finestrella e ho cercato di dimenticare ogni cosa che riguardasse anche lui. Ma sarebbe stato impossibile, come eliminare una parte di me.
<<Marghe io...>>
<<Alessio, per favore non voglio sentire scuse. Dimmi semplicemente la verità. Non voglio avere rimorsi e perciò ti ho permesso di spiegare, ma ti prego non ingannarmi.>>
<<Lasciami parlare. Non mi rimangio quello che ho detto, né lo farò mai perché è quello che penso, noi non saremo mai amici.>>
<<Okay è quello che pensi.>>
Provo ad aprire la porta ma... Cavolo. Non si apre è bloccata.
<<Fammi finire.>>
<<Alessio...>>
<<Quello che voglio dire è...>>
<<Alessio la porta è bloccata.>>
<<Come bloccata?>>
Prova a spingere con forza la maniglia, ma nulla.
<<Dovremo buttarla giù.>>
<<No. Aspetta. Ho capito. È ciò che vogliono.>> affermo.
<<Eh?>
<<Ci hanno chiusi qui per costringerci a chiamare aiuto e quindi punirci per essere entrati nonostante non avessimo dovuto.>>
<<Ti fai troppi film.>>
<<Alessio, fidati so che è così. Cerchiamo di trovare un'altra via di fuga o rimaniamo in silenzio per non far capire che siamo qui.>>
<<Ok.>>
Restiamo per un po' di tempo senza dire una parola, ma non è un silenzio imbarazzante, è un silenzio in cui sto bene, in cui mi sento a casa.
Siamo seduti per terra con le schiene appoggiate alla porta e guardiamo un punto indefinito del soffitto.
<<Ancora non mi hai detto il tuo sogno.>> dico io rompendo il silenzio.
<<Stavo provando a dirlo poco fa.>>mi risponde.
Lo guardo arricciando la fronte.
Lui ride quasi sorpreso che io non capisca.
<<Ti ricordi quando avevo il gesso? Be' sopra avevo disegnato un cuoricino nero.>>
Mi riappare nella mente l'immagine di quella cameriera maldestra che fece cadere il vassoio, io che mi volto per il rumore e l'immagine di quel cuore nero in quel bianco candido. Sì ora ricordo.
<<Quindi?>>
<<Quel cuore era per te.>>dice con lo stesso tono con cui un prof ti dà una risposta per lui ovvia a cui tu proprio non riesci ad arrivare.
Il mio cuore inizia ad accelerare.
<<Cosa?>>
<<Dal primo istante che ti ho visto c'è stato qualcosa di... Speciale. Non eri una di quelle ragazze che ti giri a guardare solo perché hanno un bel lato b che non hanno paura di mettere in mostra, anzi non volevi affatto metterti in mostra, probabilmente se avessi potuto sparire lo avresti fatto, senza capire che invece eri molto più bella di quelle ragazze, con i tuoi capelli scuri e spettinati che cadevano sui tuoi occhi carichi di sogni, con le tue labbra minute che per quanto lo ho bramate potrei descriverle alla perfezione, con la tua insicurezza e la paura di sbagliare che ti porta a fare solo più baldoria, ma la baldoria più grande l'hai provocata dentro di me.>> sembra quasi in estasi come se più che con me stesse parlando con sé stesso <<Da allora non ho fatto altro che pensare a te. A quel momento in cui i nostri occhi si erano incrociati per la prima volta, a te che ti allontani da me, alla tua prima esibizione che ho visto il giorno in cui ci siamo presentati. Ad ogni singolo momento. Marghe il mio sogno sei tu.>>
Svegliati Margherita, svegliati. Questa non può essere la realtà. Il tuo difensore non ti sta seriamente dicendo quello che sta dicendo. Non può avere nascosto tutto per così tanto tempo.
<<Perché non me lo hai detto prima?>>
<<Avevo paura di perderti. E ciò che è successo durante le vacanze di Natale ne è stata la conferma. Se ti volevo accanto dovevo accontentarmi di essere solo tuo amico. Ma è inutile che continui a nascondermi e a mentirti. Non riesco ad essere tuo amico perché sono pazzo di te.>> Abbassa lo sguardo e inizia a giocherellare con le dita <<Avrei voluto dirti tutto questo il giorno del tuo compleanno, avevo già deciso, ma qualcuno mi ha preceduto.>>
<<Alessio...>>
<<So già che ora cercherai un qualche modo gentile per rifiutarmi e io lo accetterò. Ma avevo bisogno di dirti tutto, avevo bisogno di chiarire perché l'unica persona al mondo con cui non avrei mai voluto discutere sei proprio tu.>>
Come posso spiegarli che non lo potrei mai rifiutare perché è ciò che ho sempre sperato mi potesse dire? Come posso dirgli che in questo momento mi sta rendendo la ragazza più felice della Terra? La Margherita di prima molto probabilmente provando a dire tutto questo avrebbe provocato ancora più confusione, ma la Margherita di adesso sa cosa fare. Lui si volta. Mi guarda negli occhi. Con i suoi occhi azzurro mare che mi hanno subito colpita. Che mi hanno subito dato sicurezza. Come può lui, che ho sempre considerato un ragazzo perfetto in tutto, essere così sicuro che lo rifiuti? Ho letto da qualche parte che " quando un uomo ama una donna diventa la sua debolezza, quando una donna ama un uomo, lui diventa la sua forza". Posso essere la sua debolezza?
Mi avvicino di scatto prima che lui capisca anche cosa stia facendo dandogli un bacio. Lui mi stringe le braccia intorno alla vita e io mi tengo salda alle sue spalle. Brividi mi percorrono la schiena e il mio stomaco è in un subbuglio pazzesco. Mi sento come se finalmente fossi nel posto giusto.
Alessio il mio difensore, Alessio il mio mare, Alessio il mio desiderio. De sidus. La mia stella. E io la sua. Per la prima volta mi sento felice di essere una margherita, di essere naturale, maldestra e semplice, perché se ha colpito Alessio allora è il modo giusto di essere, e lui è quello giusto perché ha accettato me per ciò che sono.
Ad un certo punto sento delle voci. Sono la Paloma e... Mi pare il fonico. Mi allontano lentamente dalle sue labbra.
Sì è indiscutibilmente la Paloma che dice:
<<Apra questa porta immediatamente.>>
<<Le dico che non c'è nessuno>>risponde il fonico.
Era quello che credevo. Qualcuno ci avrà visti entrare e ha fatto la spia. Ci avrà chiusi dentro e detto tutto alla Paloma altrimenti non sarebbe qui.
<<Dobbiamo andare via!>>dico ad Alessio sottovoce.
<<L'unica via di fuga è la finestra. Fattibile visto che non è alta>>
<<Okay facciamolo.>>
<<Vado io e poi ti aiuto a scendere okay?>>
Si siede sul davanzale e si lascia cadere sull'erbetta del retro del teatro.
<<Dai vieni.>>
Mi afferra una mano e mi aiuta a scendere.
<<Ora vado a lezione prima che arrivi. Ci vediamo>>
<<Ciao principessa.>>
Mi dà un bacio e poi corro fino alla sala prove.
Sono ancora in tempo, perfettamente in tempo, pertanto non potrà mandarmi via dal corso né non permettere ad Alessio di finire lo stage.
La Paloma arriva un paio di minuti dopo di me.
Mi guarda con sguardo di sfida e un sorrisetto sulle labbra, un sorrisetto che non mi piace per niente. Cosa starà tramando? Esco dal teatro con mille pensieri.
Quanto da assimilare in un giorno solo. Alessio che si dichiara, il primo bacio che ho voluto davvero, la Paloma che stava per scoprirci, la fuga dalla finestra, quel sorrisetto di sfida. Non può andare avanti così devo risolvere la questione della Paloma. Compongo il numero di Tommaso.
<<Ehi>>
<<Ehi. Devo chiederti una cosa.>>
<<Dimmi.>>
<<Ho bisogno del tuo aiuto per la questione della Paloma e di Ambra.>>
<<E come?>>
<<Ti dico già che è abbastanza rischioso e che sei libero di dirmi di no.>>
<<Dunque? >>
<<Dovresti fingere di aver ascoltato Ambra e la Paloma parlare del fatto che vogliano mandarmi via e dunque dire ad Ambra di raccontarti tutti i dettagli minacciandola di dire tutto ai giudici.>>
<<Wo. Così su due piedi non saprei cosa risponderti. Posso provarci ma non ti prometto nulla.>>
<<Quindi ci proverai?>>
Ci mette un po' a rispondere. Fa un sospiro e poi dice con voce flebile:
<<Sì.>>
Finalmente posso sapere la verità. Giungo all'appartamento e appena entro vengo fermata dalla voce di Paolo.
Guarda il computer concentrato ed ha sul volto un piccolo sorriso compiaciuto. Ha sempre quel sorriso quando riesce a capire bene come agire per un caso e ogni volta che lo ha sono sicura che vincerà la causa.
<<Guarda qua.>>
Mi avvicino allo schermo e vedo un PDF di una ricevuta bancaria, anzi di più ricevute bancarie. Sono tutte le entrate che Faggi aveva con i suoi prestiti.
<<È difficile riuscire a definire dettagliatamente tutte le persone con cui aveva a che fare per affari>>mi dice <<ma di certo le somme più notevoli, e dunque quelle che si possono definire usura, sono quelle fornite da questi 5 conti: Belgrado, Conti, De Carlo, Maggi e Petrelli.>>
Come Petrelli?
<<Posso vedere nel dettaglio le cifre date da Petrelli?>>
<<Cosa?>>
<<Ti prego, so cosa faccio.>>
Lui va su un altro documento e noto che i bonifici sono sempre minori nonostante prima raggiungessero cifre stellari.
<<Non ti sembra strano che invece che aumentare con il tempo, gli interessi diminuiscano nonostante non siano stati fatti pagamenti?>>
<<Si, ma non ci importa, ci basta avere in mano queste prove per poter sostenere la nostra versione.>>
<<Aspetta. Io conosco quest'uomo. So che ha dei rapporti con Faggi, lo capisco grazie a sua figlia Erica.>>
<<Magari lo fa per provare a entrare nelle sue grazie, un modo per fare in modo che i suoi interessi diminuiscano>>
<<E se fosse esattamente il contrario? Se Faggi si servisse dei suoi debiti per ricattarlo, per averlo dalla sua parte?>>
<<Credi che ci sia qualcosa sotto? Credi che ci sia di più di debiti non pagati>>
<<Io non lo so, ma mi sembra tutto troppo strano>>.
Detto questo vado verso camera mia, mi getto sul piumone e chiudo gli occhi perdendomi nel mio pensiero preferito, Alessio.
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La danza delle margherite
Romansa"Mi rifugio tra le sue braccia come se potesse fare da scudo contro tutti quelli che sono pronti a pugnalarmi, contro tutti i problemi e le scelte che ho paura di sbagliare. -È colpa mia. Per colpire me ha fatto soffrire anche te.- dico. -Sarebbe st...