Capitolo 21

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La mattina successiva fu l'esatto opposto di una mattina speciale. Tutto fu estremamente ordinario. La solita lezione, i soliti prof, le solite chiacchere alla ricreazione, la solita coda alla solita macchinetta con le solite merendine, la solita pioggia. Eppure dentro di me qualcosa era cambiato. Avevo raccontato tutto a Beatrice, come sarebbe stato giusto fare. Lei non si era arrabbiata, né mi aveva detto di non dargli corda perché mi avrebbe fatta soffrire, né mi aveva detto di correre da lui, ma con occhi tristi aveva appena sussurrato "Quindi?". Quindi? Non sapevo nemmeno io cosa sarebbe successo. Sapevo solo che avevo il dovere di aiutarlo ancora, come mi ero promessa di fare. Quindi? Quindi lo avrei accompagnato da sua sorella, lo avrei ascoltato, lo avrei sostenuto, gli avrei dato consigli. Per ora questo è ciò che mi sento in dovere di fare.
Esco da scuola con Beatrice e parliamo del più e del meno. Sta piovendo davvero forte così prendo l'ombrello dallo zaino e lo apro. Arrivo a casa fradicia pertanto mi cambio, mi lego i capelli e poi inizio a fare i compiti. Verso le diciassette mi preparo per andare a danza e arrivata in teatro noto un viso conosciuto sul palco. Il mio compagno di ballo. Giusto! Oggi dobbiamo provare.
<<Ehi>>mi dice lui.
<<Ehi>>rispondo io con meno enfasi.
<<Appena te ne sei andata mi sono ricordato che non ci siamo nemmeno presentati. Piacere Tommaso.>>
<<Margherita>> dico stringendo la sua mano con poca energia <<ma credo che questo nome tu lo abbia già sentito dalla Paloma o da Ambra. Cosa ti hanno detto? Di ballare male per non farmi vincere? Di farmi male mentre proviamo? Di proporre brutte coreografie?>>
Mi rendo conto solo dopo di aver detto troppo. Stupida Margherita. Stupida. Quante volte ti ripeti di contare prima di parlare? Lui fa una faccia stupita e replica:
<<Cosa?>>
È proprio un bravo attore se finge così facilmente di non sapere nulla. Che faccia tosta.
<<Sì dai continua pure a prendermi in giro. Io sono stanca di tutta questa gente che mi reputa solo una stupida e che continua ad usarmi come una pedina per fare i comodi suoi.>>
<<Allora mi sa che siamo in due a non sapere nulla.>>
<<Tommaso basta, sul serio. Ti ho visto mentre baciavi Ambra e io so che tu hai visto me. Non prendiamoci in giro.>>
<<E dunque?>>
<<Non vorrai farmi credere che non ti hanno detto nulla?>>
<<Di cosa?>>
<<Ne ho abbastanza>>dico voltandomi per andarmene. Lui mi afferra la spalla e dice:
<<Se non mi dici tu cosa sta succedendo, lo chiederò ad Ambra.>>
No. Lei non deve sapere che so. Mi giro.
<<Mi vogliono fuori!>> dico alzando il tono <<non vogliono vedermi felice. Lo volevi proprio sentire? Mi odiano dal primo momento che sono qui e io vorrei tanto sapere il perché, ma non lo so e molto probabilmente non lo saprò mai perché riusciranno a farmi fuori prima che io riesca a scoprirlo. Io pensavo davvero di avere una possibilità con questo duetto. Pensavo davvero di poterci credere, ma ora che so che tu sei dalla loro parte so già di non avere speranza.>>

<<Io non... Non capisco...>>
<<Ho sentito la Paloma ed Ambra parlare qualche mese fa, proprio qui. Avevamo appena finito le "audizioni" per il corso. Lei disse che voleva buttarmi fuori e che per farlo Ambra avrebbe dovuto vincere. Disse che aveva fatto di tutto per convincere gli altri giudici, ma che io avevo, oltre che la tecnica, un modo di ballare che faceva venire fuori le mie emozioni. La sua prossima mossa disse che sarebbe stata quella di annientarmi in ogni modo per convincermi ad andare via. Ecco ora capisci?>>
<<Io non c'entro nulla. Davvero.>>
<<Scusami, ma non ti credo.>>
Prendo la borsa e attraverso il corridoio.
<<Margherita>>urla lui correndo. Mi fermo.<<ti aiuterò.>>
<<Eh?>>
<<TI AIUTERÒ!>>
<<Come? Perché?>>
<<So cosa vuol dire avere un sogno. E so quanto la danza possa essere importante. Non è giusto quello che ti stanno facendo. E fidati io non c'entro nulla e sono dalla tua parte.>>
<<Davvero?>>
Annuisce. Cerco di leggere la sua espressione. Non so ben decifrarla, ma sembra sincero, oppure è molto bravo a fingere. Decido di fidarmi
<<Andiamo a provare?>> dico
<<Andiamo.>>
I passi vengono naturali e per fortuna ricordiamo alla perfezione la coreografia che abbiamo iniziato l'altra volta.
Mi lascio trasportare dalle note, dalle parole, dalla danza e cerco di immaginare me quel giorno che mostrerò questo ai giudici, facendo vedere finalmente la vera me. Quanto vorrei poter essere giudicata solo per questa esibizione e non per tutte le altre.
Penso a quanto mi facesse paura questa coreografia prima, perché significava prendermi una responsabilità, e a quanto ora la ami con tutta me stessa. Decido di fidarmi di Tommaso, dopotutto non posso fare altro, ho bisogno di lui per questo passo a due, per poter vincere, anche se non sono neanche tanto sicura che mi importi molto. Ciò che voglio ora è dimostrare quanto valgo, indipendentemente dall'esito del concorso. Finiamo di provare. Lui dice che deve andare e io rimango seduta sul palco. Continuo ad ascoltare la canzone per cercare nuove idee per i passi successivi. In quel momento vedo passare Alessio.
<<Ehi!>>dico.
<<Ciao>>mi risponde svogliatamente.
Nel suo tono c'è qualcosa di strano, di diverso.
<<Cosa succede?>>
<<Nulla.>>
<<Sicuro?>>
<<Sì.>>
<<Perchè ieri te ne sei andato via dalla festa senza salutare?>>
<<Perchè andavo di fretta.>>
<<E dove dovevi andare così di fretta?>>
<<Non sono affari tuoi. Ora se hai finito con l'interrogatorio dovrei tornare a lavoro. Sta sera c'è uno spettacolo e abbiamo da fare.>>
Credo che una coltellata mi avrebbe fatto meno male. Alessio non mi ha mai parlato così.
<<Okay.>>
Prendo la borsa e me ne vado, stringendo i denti per non dire qualcosa di spiacevole.
Mi ritrovo davanti al portoncino dell'appartamento dei Milanesi senza accorgermene, tanto ero persa tra i miei pensieri. Salgo le scale correndo e appena apro la porta vedo Paolo sul divano ed il computer sul tavolino. La sua fronte è segnata dalle rughette che indicano che è concentrato, sul suo naso vi sono gli occhiali per vedere da vicino e accanto a lui un mare di scartoffie non lasciano un angolo libero sui morbidi cuscini del sofà. Deduco che stia lavorando. Potrebbe essere un caso qualunque quello che sta esaminando, ma una specie di sesto senso mi dice che riguarda mio padre. Preparo un caffè, poi con la tazzina fumante mi avvicino a lui e gliela porgo.
<<Grazie>> mi dice.
<<Stai lavorando al caso di mio padre?>>
<<Come fai a saperlo?>>
<<Intuito femminile. Ci sono novità?>>
<<Diciamo che ci sto lavorando. Dai documenti fornitomi da tuo padre appare chiaro che si tratta di usura, perciò abbiamo le carte in regola per procedere, ma se si arrivasse a fare causa, cosa che accadrà sicuramente, avremo bisogno di altre prove e testimoni. Comunque non preoccuparti, io sto cercando di dare il massimo e vedrai che tutto si sistemerà.>>
<<Paolo...>>
<<Sì?>>
<<Quest'uomo è un parente di Erica vero?>>
<<Erica la tua compagna di classe dici?>>
Annuisco.
<<È suo padre.>>
Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Ma ora ne ho la conferma.
<<Va bene, grazie>> rispondo.
<<Ti dispiace?>>
<<Diciamo piuttosto che me l'aspettavo.>>
Lui sorride e mi dà una pacca sulla spalla.
<<Si risolverà tutto, fidati>> mi dice.
<<Speriamo. In ogni caso grazie per tutto quello che stai facendo.>>
<<È il mio lavoro.>>
Vado in camera mia. Sento come deboli martellate alla testa. Provo a massaggiarmi le tempie muovendo lentamente i polpastrelli, poi prendo una pastiglia per provare a fare diminuire il dolore. Va un po' meglio. Torno in sala per la cena, nonostante non abbia molto appetito, poi vado nella mia stanza e chiamo i miei. Parliamo per ore e ore. Prima con papà e poi con mia mamma. Sofia dorme già. Ogni secondo che parlo con mia mamma vorrei urlarle "ho dato il mio primo bacio", ma non ci riesco. Forse per l'imbarazzo, forse perché in genere il primo bacio lo si dà ad una persona che ti piace tanto, forse perché mi sembra stupido fare uscire l'argomento dal nulla, ma se non glielo dicessi mi sentirei in colpa. Sì okay sono un po' strana.
<<Be' tesoro si è fatto tardi. È arrivato il momento di chiudere>> sento dire dal telefono.
<<Mamma...>>
<<Sì?>>
Respiro profondamente.
<<Ho dato il mio primo bacio>>dico a velocità super sonica e poi chiudo immediatamente per non darle il tempo di rispondere.

Spazio autrice
Ciaooo! Come va?
Credete che Tommaso stia mentendo?
Cosa pensate ci sia sotto al caso del padre di Erica?
Lo scoprirete presto!
Stay tuned
Baci baci
Fede💕

La danza delle margheriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora