Sono la ragazza di Alessio, non riesco ancora a crederci. Mi lascio cadere sul letto con le mani sugli occhi e poi li sposto sulla pancia. Guardo quelle foto che mi fece quel giorno al parco appese sul muro. Come potrò rinunciare a tutto questo? Il mio cellulare squilla.
<<Ehi marghe!>>
<<Ciao bea.>>
<<Ricordati del mio concerto di sta sera con il piano.>>
<<Certo come potrei dimenticarmene, me ne stai parlando da giorni. A proposito baby ma come dovrei vestirmi? Cioè elegante? Informale? Non sono mai andata ad un concerto classico.>>
<<Vestitino?>>
<<Vedrò di trovarne uno. Ah comunque ho una notiziona.>>
<<Non sei più single vero?>>
<<Devi smetterla di sapere le cose prima di saperle davvero.>>
<<Ah! Io sarò la testimone al vostro matrimonio.>>
<<Calma ora, non stiamo insieme da neanche dieci ore.>>
<<E dovrò anche aiutarti a scegliere l'abito.>>
<<Bea, ho ancora 17 anni ho tempo per pensarci ok?>>
<<E poi bisogna pensare ai fiori, alla torta, agli invitati.>>
Dopo mezz'ora di discussione sul mio ipotetico matrimonio e dopo aver stabilito che lei sarà la mia wedding planner chiudo la chiamata. Forse sarebbe ora di mettersi a studiare. Nah. Chiamo Tommaso, voglio sapere di Ambra.
<<Pronto Marghe?>>
<<Ehi Tommaso alla fine com'è andata?>>
<<Non mi ha detto niente, come immaginavo.>>
Delusione. Pensavo di poter mettere un punto a questa storia.
<<Non preoccuparti fa niente.>>
<<Mi dispiace.>>
<<Tra voi adesso?>>
<<Se ne è andata via furiosa, non parliamo da allora.>>
<<Capisco.>>
Grande Margherita, non solo non hai ricevuto nessuna informazione, hai anche rovinato una relazione.
Dopo un po' ci salutiamo e io provo a concentrarmi sulla versione di latino.
Perché Beatrice non ha amiche all'infuori di me? Eppure vive qui da sempre. In classe non parla con nessuno e non le ho mai sentito nominare qualcun'altro al di fuori di Mattia.
Perché Ambra non si fida totalmente di Tommaso?
Perché la Paloma mi odia?
Perché Erica mi ha fatto capire che non c'entra nulla con la questione di mio padre?
Perché Faggi si trovava lì?
Perché il socio di mio padre aveva ospitato Faggi?
Perché devo continuare a pormi domande inutilmente invece di pensare al latino?
<<Marghe>>entra di scatto Paolo in camera.
<<Sì?>>
<<C'è qualcosa che non mi convince.>>
<<Cosa?>>
Prende i documenti che mi aveva già fatto vedere in PDF e altri che non credo di aver già guardato.
<<Ho stampato i conti nello specifico di ognuno di loro per analizzarli e c'è qualcosa di strano. Se noti all'inizio le quote aumentano in maniera esorbitante per poi tornare molto basse senza un'apparente spiegazione. Questo non succede solo a Petrelli come credevamo l'altra volta, ma a tutti i conti apparte a quello di tuo padre. All'inizio pensavo fosse una questione di tempo, anche se non avrebbe comunque avuto un senso logico, ma tutti questi bonifici sono stati fatti nell'arco di massimo un anno, mentre a tuo padre dura da più tempo.>> Da più tempo? Da quanto va avanti questa storia? <<sembra quasi che la situazione degli altri sia più una sorta di minaccia e che voglia mandare in rovina solo tuo padre.>>
Sfoglio velocemente i moduli e leggo a chi sono intestati, ma uno mi cattura l'attenzione: Mario De Carlo. Un flash appare improvvisamente nella mia mente, come ha fatto a sfuggirmi l'ultima volta?
<<Non ci posso credere!>> praticamente urlo <<questo è l'ex socio di mio padre.>>
Quante persone sono coinvolte in questa faccenda? E soprattutto... Perché avrebbe dovuto ospitare l'uomo che stava per mandarlo in rovina? Mi fa male la testa a furia di pensare.
<<Va be' dai ti lascio studiare>>dice Paolo accarezzandomi la testa.
È molto bello il rapporto che ho con lui e con sua moglie, è come se fossero degli zii, delle figure adulte che conosco da sempre, due dei pochi punti di riferimento che ho qui.
<<Grazie.>>>
Finisco la versione esausta, non ha un senso logico ma non ho le forze per provare a correggerla. Guardando l'orario mi rendo conto che tra mezz'ora dovrei essere in teatro per il concerto di Bea pertanto mi cambio in fretta e metto le scarpe, poi guardando i miei capelli allo specchio mi rendo conto che sono in uno stato pietoso, ma non ho tempo per provare a sistemarli.
Raggiungo a piedi il teatro trovando davanti la porta Alessio con un ragazzo. Mi avvicino, lui si volta verso di me, mi sorride cingendomi le spalle con un braccio e mi dice:
<<Ehi Marghe ti presento mio fratello. Lorenzo questa è Margherita, la mia ragazza.>>
Ci stringiamo la mano. Guardandolo non sembra per nulla il fratello di Alessio a parte per gli occhi azzurri. Ha dei capelli marroni, le labbra più sottili e una mascella leggermente più pronunciata. La corporatura è simile, nonostante sia più basso del fratello. Mi osserva, ma non con malizia, piuttosto divertito e poi dice:
<<E bravo il mio fratellone, finalmente ti sei deciso a presentarmi una delle tue fidanzate.>>
<<Oh ma per favore hai sempre saputo con chi uscivo.>>
<<Solo quelle che ti presentavo io>>
<<Lascialo stare è un idiota>>dice Alessio<<entriamo?>>
<<Direi.>>
La platea sembra diversa così affollata e gli affreschi che mi incantarono il primo giorno sembrano un po' meno brillanti comparati ai colori accesi degli abiti. Prendiamo posto, le luci si spengono e il palco prende vita. Un pianoforte compare nel mezzo della scena e un ragazzo si avvicina ad esso, seguito da una ragazza che avrà speso più tempo per fare l'acconciatura che per esercitarsi. Successivamente entra Beatrice. Indossa un vestito elegante azzurro che fa risaltare il biondo dei suoi capelli. Si siede sullo sgabello e appena le sue dita incontrano i tasti del pianoforte viene trasportata in un mondo tutto suo, il mondo di chi fa ciò che ama, il mondo in cui entra Alessio quando fa le foto, il mondo in cui entro io quando ballo. La musica zittisce la platea. È molto più brava degli altri due. È una melodia forte, ma quasi triste, piena di rabbia. So a chi è dedicata. Alessio mi prende la mano. Amo questi piccoli gesti che spesso fa: accarezzarmi la testa, prendermi la mano, mettere il braccio attorno alle spalle. Sono dei gesti piccoli, ma che per me significano quasi quanto un bacio.
Mi sussurra all'orecchio:
<<Lorenzo è proprio preso.>>
Mi volto e lo vedo assorto dallo spettacolo, con gli occhi fissi su Beatrice come se fosse entrato in una specie di trance.
Lo spettacolo finisce e Lorenzo esce dicendo che tornerà immediatamente. Effettivamente dopo 5 minuti è di nuovo qui, con un mazzo di fiori in mano. Andiamo tutti e tre a complimentarci con Beatrice che mi raggiunge raggiante e vengo quasi scaraventata a terra da Lorenzo che si presenta un po' impacciato.
<<Io sono Lorenzo, il fratello di Alessio. Sei stata molto brava.>>
<<Grazie>> dice con un sorriso dolce.
<<Questi sono per te>>dice porgendole il bouquet.
<<Sono bellissimi>>
Con una scusa improbabile riusciamo a trovare un modo per far sì che Lorenzo accompagni Bea a casa, mentre io mi dirigo insieme al mio difensore verso l'automobile, ma ad un certo punto si ferma e mi avvicina a sé.
<<Non mi hai nemmeno salutato come si deve oggi>>dice a pochi centimetri dal mio viso.
Metto le braccia sulle sue spalle.
<<Già.>>
Accenna un sorriso e poi si avvicina di scatto rapendo le mie labbra fra le sue, mentre il vento della sera che soffia forte prova ad allontanarci e le stelle sembrano meno luminose rispetto al bagliore dei suoi capelli poco distanti dalle mie palpebre. Mi stringe forte i fianchi, ma non mi fa male, mi stringe come se volesse sorreggermi, come se volesse sostenermi, come se volesse proteggermi come sempre.Pov Elsa
*17 anni prima*
<<Sol non correre ti ho detto.>>
Questo aereoporto è troppo affollato per i miei gusti.
<<Sol rimani accanto a me>> continuo a ripetere spazientita <<altrimenti saranno guai.>>
Si avvicina sbuffando mentre mi porge la manina e con l'altra si attorciglia la coda tra le dita. Ha un espressione annoiata e spazientita. Qualche volta ho pensato di non portarla con me ad ogni esibizione, ma mi rendo conto che se non lo facessi non la vedrei quasi mai.
Mi abbasso per arrivare alla sua altezza e guardo i suoi occhioni azzurri, uguali a quelli del padre.
<<Tesoro, ti dà fastidio essere venuta con me?>>
<<No mamma, mi piace vederti ballare e voglio sentirmi il solletico nella pancia quando l'aereo inizia a volare, però ci stiamo mettendo troppo tempo. Guarda quante persone ci sono!>>
<<Dobbiamo solo aspettare un altro po', se fai la brava questa sera invece che in platea ti faccio stare dietro le quinte va bene?>>
Il suo volto si illumina e annuisce freneticamente.
<<Va bene va bene faccio la brava.>>
Dopo poco più di un'ora e mezza siamo già a Parigi.
Ho sempre amato questa città. È il posto dove ci siamo incontrati io e Guido, il padre di Sol. Non c'è un solo angolo che non mi faccia sentire bene.
<<Mamma mamma guarda che bello quell'orsacchiotto!>>
Mi trascina vicino alla vetrina di un negozio di giocattoli e proprio al centro si trova il peluche che guarda incantata.
<<Vieni entriamo>> le dico con un sorriso.
Si dirige verso la vetrina sicura, lo prende e lo poggia vicino alla cassa.
<<Sicura di non voler vedere altro?>>
<<No. È stato lui a chiamarmi, non un altro. È questo ad essere destinato a me.>>
A volte mi meraviglio del modo in cui parla, sembra molto più grande della sua età.
Pago e usciamo di fretta. Raggiungiamo il teatro, lo stesso dove è sbocciato il mio unico grande amore. Aggirarmi tra questi corridoi, tra questi ambienti, mi fa rivivere a ritroso tutti i momenti. Per un attimo credo di star sognando, di stare ancora nel mio mondo fatto di ricordi quando scorgo una figura conosciuta sotto al portone che conduce alla platea. Il mio cuore perde un battito e stringo la mano di mia figlia. Possibile che il tempo non abbia cambiato nulla di lui? Lo stesso portamento fiero, lo stesso fisico slanciato, lo stesso sguardo marino. Mi guarda incredulo, non pensava che sarei stata qui?
<<Elsa?>>
<<Guido.>>
<<Da quanto tempo>>
<<Già da troppo.>>
Da quando tu mi hai lasciato sola con una figlia da accudire e che mi ricorda te in ogni dettaglio, la figlia che ormai rappresenta tutta la mia vita.
<<Come mai sei qui?>>domanda tranquillamente.
<<Devo fare uno spettacolo.>>rispondo fredda.
<<Io invece ho accompagnato la mia fidanzata.>>
Sento come una pallottola nel mio petto e la nausea. Possibile che lui si sia rifatta una vita e io continuo a pensare a lui?
<<S-sono...s-sono... Contenta.>>
<<Te la presento.>>
<<No davvero non è il caso, dovrei andare.>>
<<Ci si rivede in giro allora.>>
Sfiora per errore la mia borsa facendo cadere tutto il contenuto a terra.
<<Oh scusami, aspetta ti aiuto.>>
Raccogliamo tutto e lo supero dirigendomi verso il camerino.
<<Chi era mamma?>>
<<Nessuno di importante.>>
<<Come mai lo conoscevi?>>
<<Era un mio vecchio amico.>>
<<Conosceva papà?>>
<<Sol, sono già in ritardo e sono tesa non è il momento di affrontare certi argomenti.>>affermo con un tono duro.
Abbassa lo sguardo e sussurra:
<<Quanto mi piacerebbe conoscerlo. Sarebbe un re perfetto per una principessa come me.>>
Mi guarda e capisce che sto male quando parla di lui. Si avvicina e mi accarezza il braccio.
<<Ma tu sei comunque una regina perfetta.>>
La abbraccio, nutrendomi del profumo di fragola dei suoi capelli, mentre lei mi sussurra all'orecchio.
<<Devi essere perfetta questa sera.>>Spazio autrice
Ciao! Sono tornata!
Nuovi incontri per Beatrice e tanta felicità per Margherita. Durerà a lungo?
Chi credete che sia Elsa? Che ruolo potrebbe avere?
Presto saprete tutto
Al prossimo capitolo
Baci baci
Fede 💕
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La danza delle margherite
Roman d'amour"Mi rifugio tra le sue braccia come se potesse fare da scudo contro tutti quelli che sono pronti a pugnalarmi, contro tutti i problemi e le scelte che ho paura di sbagliare. -È colpa mia. Per colpire me ha fatto soffrire anche te.- dico. -Sarebbe st...