Capitolo 17

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Non ho ancora visto Beatrice da quando sono tornata, perciò mi avvio verso casa sua. Non posso aspettare altro tempo.
Suono e mi apre sua madre. È una donna sui 40 anni che è la copia un po' più robusta della figlia. Porta qualche segno dell'età, ma gli occhi da bambina la fanno apparire più giovane.
<<Entra pure cara>>dice con voce pacata.
Mi conduce in una piccola stanzetta dal soffitto spiovente e in legno. Sembra una mansarda. Beatrice si trova sul suo letto e stropiccia un po' il piumone a fiori che lo ricopre. Su un lato c'è un armadio a due ante non molto grande e accanto una postazione per il make-up. Davanti alla parete opposta c'è la scrivania e sopra varie mensole dove sono riposti svariati libri. Lei alza la testa e mi sorride.
<<Sei tornata!>> Esclama saltando dal letto e correndomi incontro <<come è stato rivedere i tuoi?>>
<<Stupendo, mi mancavano tantissimo>>
<<Hai la faccia di quando vuoi raccontarmi qualcosa. Cosa è successo?>>
Eh eh non immagini nemmeno cosa ho da raccontarti. Sua mamma esce chiudendo la porta. E dopo aver aspettato il tempo necessario affinché si allontanasse urlo:
<<Non puoi immaginare!>>
<<Cosa? Parla!>>
<<Alessio.>>
<<Uhuh. La cosa si fa...piccante>>
<<È solo un amico.>>
<<Sisi certo. E io andrò a cena con Penelope Cruz.>>
Le lancio un cuscino addosso e lei me lo rilancia.
<<Devi accettare la realtà>>mi dice.
<<Forse devi accettarla tu.>>
<<Dai ora parla, che muoio di curiosità.>>
<<Stavamo per baciarci.>>
<<E questo non sarebbe piccante?>> Chiede con un sorrisetto malizioso.
<<No. Da quel giorno non ci siamo praticamente più parlati o sentiti. Credo per l'imbarazzo, almeno da parte mia. Questo silenzio era però diventato insostenibile per entrambi, e appena ritornata dalle vacanze è venuto parlarmi.>>
<<E..>>
<<Ha detto di rimanere amici come prima. Come se niente fosse successo.>>
<<Siete due cretini>>
<<Invece era proprio come doveva andare>>
<<Vi mangiate con gli occhi e parli di lui come una divinità. Non potete 'rimanere amici', per te non è un amico>>
<<Invece è così.>>
<<E allora perché hai la stessa allegria di Petrelli?Se fosse solo un amico tu adesso staresti facendo i salti di gioia perché è tutto apposto.>>
<<Non so. Con quell'istante tutto è cambiato. Non può pretendere che sia tutto come prima, perché non è più così.>>
<<E quindi?>>
<<E quindi niente.>>
<<Come niente! Ti stai praticamente rispondendo sola. Non lo vedi più con gli stessi occhi perché sei pazza di lui.>>
<<No. Credo solo di essere un po'... confusa. Dopotutto è la prima volta sono in una situazione del genere.>>
<<Non hai dato ancora il primo bacio?>>
<<No.>>
<<Neanch'io prima di Mattia, sai? E devi sapere che è qualcosa di speciale. E Alessio credo sia quello giusto per te.>>
<<Non voglio pensarci ora. Anche perché stava per esserci, ma non c'è stato. E ora come ora credo che tra me e lui non ci sarà mai.>
<<Io non credo proprio.>>
<<Io sì. Perciò devo togliermi questi pensieri dalla testa e pensare solo alla danza, alla scuola e ad Alessio come un mio amico, e basta.>>
Abbiamo capito entrambe che è inutile discutere su questo perciò cambiamo argomento. Le racconto della figuraccia con il mio compagno di ballo, che alla fine non mi ha neppure detto il nome, della fantastica idea che ho avuto per la coreografia, ma non dico che sono stata ispirata dal pensiero di Alessio.
Continuiamo a parlare a perdifiato e capisco che anche lei come me ha tante paure e paranoie e capisco anche a cosa servono le amiche. La vita è come un filo di lana. Tu inizi a sfilare il gomitolo. All'inizio è semplice mantenere il filo ordinato e dritto, ma poi man mano che la lunghezza aumenta inizia ad annodarsi con sè stesso e con i fili dei gomitoli di lana che lo circondano, diventando una matassa impossibile da sciogliere. Ecco l'amica serve ad aiutare a sciogliere questa matassa, nonostante anche lei sia impegnata a sciogliere la sua. L'amica serve. Soprattutto se come me ti ritrovi lontano dai genitori e quello che consideri il tuo difensore non si capisce più che ruolo abbia per te. Ad un certo punto le parole sono abbastanza, perciò ci stendiamo e ascoltiamo la musica. Parte la canzone di Rihanna. Quella che ascoltammo la prima sera che lei venne a casa mia. La sera che Alessio mi mandò il primo messaggio. Questa canzone mi ricorda l'inizio della nostra amicizia e be', sì, anche l'inizio del mio rapporto con Alessio. Chiudo gli occhi e cerco di tornare a quel momento e mi rendo conto di quanto tutto allora fosse più semplice, ma di quanto ora sia tutto più bello.
Si è fatto tardi pertanto saluto ed esco.
Mi sto dirigendo verso casa dei Milanesi che si trova a qualche isolato da qui. Sento una brezza fresca che mi congela le guance e il classico odore che precede la pioggia. Sono sotto casa quando inizia a piovere forte. Sento una voce vicino a me ma non riesco a capire bene le parole. Vado in direzione del suono e girando l'angolo vedo Mattia, che cerca di far partire il motorino.
<<Mattia! Cosa ci fai qui?>>
<<Non riesco a ripartire. Ci mancava solo il temporale.>>
Inizia a grandinare.
<<Dai entra, con questo tempaccio non puoi certo tornare a casa in motorino.>>
Entriamo e Serena e Paolo mi guardano in modo interrogativo. Spiego loro la situazione e ottengo che rimanga qui fino a quando il temporale non si farà più debole, poi Paolo lo accompagnerà con la macchina. Ora potrebbe essere pericoloso. Aspettiamo qualche ora ma sembra che il tempaccio voglia persistere per molto perciò lo accompagno nella stanza degli ospiti e metto un lenzuolo pulito.
<<Ecco fatto, sentiti come a casa tua.>>
Vado verso la porta.
<<Margherita...>>
<<Sì?>>
<<Grazie.>>
<<Di niente.>>
Non riesco a dormire. Mi sento a disagio pensando che Mattia dorme qualche stanza più in là. Mi alzo per andare in cucina per preparare del latte caldo e quasi ho un infarto quando me lo ritrovo davanti.
<<Ancora sveglia?>>
<<Potrei farti la stessa domanda...>>
<<Io ormai ci ho fatto l'abitudine.>>
<<Perché?>>
<<Ogni volta che chiudo gli occhi mia mamma, mia sorella, l'orfanotrofio mi ritornano davanti più veri che mai.>>
<<È non c'è nulla che ti possa aiutare? Che so... una camomilla, un sognifero.>>
<<Non è roba da camomilla, e il sognifero farebbe solo aumentare gli incubi.>>
Vede la mia faccia incupita. Mi accarezza la guancia destra e dice:
<<Non preoccuparti per me, davvero.>>
<<Sì ma io pensavo che...>>
<<Shh. Basta pensieri tristi. Che ne dici se guardiamo un film?>>
<<Alle tre di notte?>>
<<Perché c'è il coprifuoco?>>
<<No, ma potremo svegliare Paolo e Serena.>>
<<Abbasseremo il volume.>>
Capisco che contestare è inutile perciò mi limito a dire
<<Okay.>>
Guardiamo un film che credo sia di almeno 10 anni fa. Non capisco bene la trama perché alterno momenti da sveglia, a pesanti dormiveglie. Inizialmente mi ero posizionata abbastanza lontana da Mattia, perciò non mi spiego come mai ora mi ritrovi con la testa sulla sua spalla, ma sono troppo stanca per allontanarmi. Sento che sto per cedere al sonno. Mi stringe a sè e forse dovrei contestare, come avrei fatto di solito, ma forse non ho la forza o semplicemente mi sono stancata di stare sempre sulla difensiva. Perciò rimaniamo così, in silenzio. Per un momento credo ci sia Alessio accanto a me. Non so bene il motivo: forse perché è l'unico ragazzo con cui sono stata così vicino fino ad oggi, forse perchè preferirei avere lui qui accanto a me. Percepisco lo sguardo di Mattia sul mio viso, poi la sua mano che stringe le mie gambe e un vuoto sotto di me. Credo mi abbia presa in braccio. Vorrei contestare. Vorrei dire "No ce la faccio da sola", ma la stanchezza mi vince. Mi mette nel letto e poi sento a malapena le parole
<<Buona notte atleta>>
Prima che la porta si chiuda dietro di sè.

Spazio autrice
Ciao margheritine🌼
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo, io ci sto mettendo davvero l'anima. Cosa ne pensate dell'amicizia tra Bea e Marghe? E di Alessio? E di Mattia? Cosa vi aspettate dai prossimi capitoli?
Se vi va lasciate un voto o un commento
Stay tuned 🤙
Baci baci
Fede💕

La danza delle margheriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora