Pov Erica
Prendi un respiro e conta fino a tre. Uno. Due. Tre. Chiudi gli occhi. Cerca di concentrarti su ciò che è giusto. So che dovrei voler consegnare quella cartella, ma non riesco a non sentirmi una traditrice. In fondo stiamo sempre parlando di mio padre, sangue del mio sangue, colui che mi ha dato la vita, che mi ha cresciuto nonostante tutto, nonostante il suo odio verso di me, nonostante fossi la sua prigione, nonostante mi abbia fatto soffrire tanto.
Scendo dal letto stanca di rimuginare e mi avvio verso la sala dove i miei stanno facendo colazione.
<<Buongiorno>>
<<Buongiorno>>
Prendo posto a tavola e chiedo alla domestica un caffè latte e biscotti.
<<Oggi sarà l'ultimo giorno di scuola, vero?>> Chiede mia madre.
<<Già>>
<<Ecco la colazione signorina.>>
<<Grazie Morgana>>
Giro lentamente la bevanda perdendomi nelle spirali marroni che si creano sulla sua superficie.
<<A cosa pensi?>> Domanda la mamma.
<<A una mia amica. Ha rischiato di perdere tutto, suo padre adottivo era quasi sul lastrico e la sua madre biologica ora è in prigione. Tutto per una vendetta>>
Guardo mio padre che improvvisamente tossisce rumorosamente.
<<Scusate deve essermi andato il caffè di traverso.>>
<<Continua tesoro.>>
<<Ma cosa ti importa dei fatti delle ragazzine, Debora.>>
<<A quanto pare un uomo squallido, solo per denaro, ha architettato tutto, plagiando una povera donna e convincendola a trovare vendetta per qualcosa successa in passato.>>proseguo.
<<Ma è terribile>>
<<E non è finita qui. Ora sono tutti dentro tranne lui.>>
<<Ora basta>>urla mio padre alzandosi.
<<Cosa c'è ti dà fastidio parlare di questo? Hai paura che la mamma capisca che sei tu quell'uomo squallido?>>
Non faccio in tempo a terminare la frase che la sua mano possente si schianta sul mio volto.
Mia mamma si alza di scatto <<Fabrizio!>> grida.
<<Credi di avere tutto il mondo ai tuoi piedi.>>dico <<Credi che le persone siano solo pedine per portarti alla vittoria. Ma ti svelo un segreto. Usare la gente non porta mai alla vittoria e te ne accorgerai presto. E fidati che questa volta maledicerai la mia nascita non per la scocciatura di crescere una figlia che non puoi abbandonare per la tua schifosa reputazione, ma per altro>>.
Gli sputo in faccia il mio odio mentre lui mi guarda in modo penetrante. Non riesco più a riconoscere il suo volto. Non riesco più a riconoscerlo come mio padre, né come uomo. È caduto troppo in basso.
Metto sulla spalla il mio zaino ed esco di casa con lo zigomo indolenzito. Appena fuori dal cancello apro la cerniera. Rosso. Il rosso della famigerata cartellina presa sta mattina presto. Il rosso della famigerata cartellina che adesso porterò a Margherita e a Paolo.Pov Margherita
*due settimane dopo*
Ora che la Paloma è in carcere una è la domanda che risuona per ogni angolo del teatro. Il concorso si farà o non si farà? Esisteva davvero questa borsa di studio o era solo una balla per attirarmi qui? Tutte eravamo ignare fino a quando non è arrivato Joe Wellington.
Come immaginavo si è scoperto essere tutta una copertura architettata da Faggi e da Elsa, di cui persino Joe e la Fortunè non erano a conoscenza, pertanto nessun concorso, nessuna borsa di studio, nessuna accademia di Londra.
Per quanto riguarda Faggi grazie a tutti i documenti della cartellina siamo riusciti a sconfiggerlo in tribunale ed ora è in carcere.
<<Quindi niente più coreografia per il concorso?>> Mi chiede Filippo sedendosi sulla poltroncina della platea.
<<Niente più coreografia.>>rispondo io.
<<E quindi non partirai?>>domanda Alessio.
<<Se Sabrina e Paolo mi permetteranno di restare...>>
<<Li convinceremo, fidati>>dice con un sorriso a 52 denti.
Vediamo Joe avvicinarsi.
<<Margherita posso parlare solo con te?>>
<<Può dire tutto ciò che deve dirmi davanti a loro due non si preoccupi.>>
<<D'accordo. Come ben sai non c'è nessun concorso per vincere una borsa di studio a Londra, ma... All'inizio di quest'anno ti avevo detto di chiamarmi in caso non passassi. Ebbene c'è un posto libero nella mia compagnia a New York e per me sarebbe un grandissimo piacere se tu ne facessi parte. Non so se hai ancora il biglietto da visita che ti diedi, comunque eccone un altro. Hai una settimana per pensarci. Per qualsiasi dubbio o quando prenderai la tua decisione chiamami.>>
Quel biglietto quasi lo sento bruciare nelle mani. New York. Una compagnia di danza vera. Tutto ciò che ho sempre voluto. Ma è davvero ciò che voglio ora?
Guardo Alessio. Non ha più il sorriso a 52 denti di qualche minuto fa, ha gli occhi tristi, ma prova a farmi credere che non sia così.
<<Marghe è la tua occasione, è ciò che hai sempre sognato.>>
Anche questo è ciò che ho sempre sognato. Tutti voi siete ciò che ho sempre sognato. Tu sei ciò che ho sempre sognato.
<<Ma tu, noi...>>
<<C'è in gioco il tuo futuro! E poi me lo avevi detto. Comunque fosse andata te ne saresti andata a fine anno, anche se ti fossi affezionata alle persone.>>
<<Ma io non credevo... Non potevo sapere...>> Lo abbraccio. Ho bisogno di un po' della sua forza.
<<Marghe, io se fossi in te partirei, non capita tutti i giorni di avere un posto in una compagnia di New York. Però come faremo senza di te? Come terremo a bada quest'idiota?>> interviene Filippo indicando Alessio.<<Comunque io dovrei proprio andare, ma sono con la macchina di Alessio quindi...>>
<<Messaggio ricevuto, andiamo.>>
<<Potreste dare un passaggio anche a me?>> chiedo.
<<E sono domande principessa?>>
Arriviamo davanti casa dei Milanesi. Do un bacio ad Alessio e scendo. Poi entrata a casa cerco Serena per un consiglio.
Le dico dell'offerta di Joe e del perché non sia più sicura di partire e lei mi risponde:
<<Sai che sono una persona che prende le decisioni di cuore, ma certe cose bisogna pensare con la testa. Se vorrà Alessio potrà aspettarti, questa occasione no. Magari vi lascerete anche stando qui per un motivo o per un altro. Incontrerai forse altra gente, magari ti innamorerai di nuovo o magari riuscirete a costruire un rapporto a distanza, chi lo sa. Ma non puoi rinunciare ai tuoi obbiettivi ora che sei così vicina, cosa direbbe la Margherita di un anno fa? Cosa ne sarà di tutti i sacrifici se ti arrendi proprio ora?>>
Ha ragione. Ha fottutamente ragione, ma non vorrei abbandonare tutto. Vorrei avere entrambe le cose, credo sia normale, no?
Nei tre giorni successivi chiedo a molte persone importanti per me: Beatrice, Mattia, Paolo, ai miei genitori adottivi, a Sabrina, a Erica, al mio cognatino e la risposta è sempre una: non puoi abbandonare il tuo sogno ora.
L'adrenalina mi scorre nelle vene pensando a tutti i grandi teatri dove potrò esibirmi, i grandi personaggi del mondo della danza che incontrerò, i miei piedi finalmente sazi, ma il mio cuore?
Qualunque sarà la mia scelta sarò sempre felice a metà e non c'è nulla di peggio di una mezza felicità.
Dal portatile aperto vedo che Alessio mi sta chiamando su Skype.
<<Ehi>>
<<Ehi>>
<<Mi sto allenando per quando partirai. Vedi non sarà difficile!>>
<<Ma un rapporto a distanza è così complicato.>>
<<Lo pensavo anch'io, ma sarebbe più difficile perderti, e non puoi certo rinunciare ai tuoi sogni. Tu vai, noi troveremo un modo. Ti ho promesso che non ti avrei lasciato nemmeno se te ne fossi andata e io le mie promesse le mantengo.>>
<<Rimarrà tutto esattamente lo stesso?>>
<<Tutto esattamente lo stesso.>>
<<E poi potrò venire a Bologna qualche volta no?>>
<<Giusto. Ed io a New York, giusto?>>
<<Giusto.>>
<<Sai quello che è opportuno fare. Io ci sarò comunque, qualsiasi sia la tua scelta.>>
Ci salutiamo e chiudo il portatile per prendere il telefono.
<<Joe finalmente ho preso una decisione.>>*Una settimana dopo*
Di nuovo un aereoporto. Una nuova partenza. Una nuova città. Tutti sono venuti a salutarmi.
Mi avvicino a Bea.
<<Tu sei stata la migliore amica che abbia mai avuto. È stato un anno così incasinato che forse senza te sarei impazzita. Non credevo che in un solo anno potessimo diventare quasi sorelle eppure... È stato così. Rimarrai sempre nel mio cuore e prima o poi riusciremo a fare quel dannato viaggio che ho tanto sognato. Rimaniamo in contatto ti prego.>>Mi sposto verso destra continuando a salutarli uno per uno.
<<Cognatino! In realtà noi ci conosciamo da pochissimo. Un paio di mesi o poco più, ma mi fido tantissimo di te. Prenditi cura di Bea e fai attenzione anche ad Alessio e a quell'idiota di Filippo d'accordo?
Erica! Non credevo di poterti nemmeno sopportare e invece sono arrivata a volerti bene. Però per favore cambia colore di capelli, fanno davvero vomitare.
Mattia! Proverò ad essere più atletica per quanto riguarda la corsa, ma tu non metterti più nei casini e soprattutto stai accanto a tua sorella così presto potrà uscire da quella brutta clinica. Mi hai fatto imparare tanto e ti ringrazio per tutto.
Filippo! Per fortuna non potrai più calpestarmi i piedi ad ogni singola prova. Mi mancherai tanto, ma prova a non fare tanto il cretino ed Erica la conquisterai>> dico facendogli un occhiolino.
<<Ma... Ma... Come lo sai?>>chiede
<<Ho occhio per queste cose. In bocca al lupo. Serena. Paolo. Siete come una famiglia per me, davvero. Non smetterò mai di ringraziarvi e mi dispiace di non essere mai riuscita ad incrociare vostra figlia, ma sul serio credo sia la ragazza più fortunata della Terra. E per finire il più importante. Cosa avrei fatto senza di te Alessio? Senza il mio difensore che mi ha fatto vivere la mia favola? Che mi ha fatto conoscere me stessa? Che mi ha fatto imparare cosa è l'amore?>> Mi avvicino al suo orecchio sussurrandogli <<ti ho sentito quella sera al mare e sì... Ti amo anch'io. Ti amo. Ti amo. Ti amo.>>
Ci baciamo in quel traffico di gente, nutrendoci uno delle labbra dell'altro con un velo di malinconia. Chissà quando potranno incontrarsi di nuovo.
Da lontano vedo arrivare Ambra e Tommaso.
<<Tommaso sei tornato!>>
<<Già, non rischio più la pelle con la Paloma in carcere. Buon viaggio Marghe.>>
Ambra mi guarda. Anch'io la guardo. Cosa dobbiamo dirci? Nulla. O almeno io non ho nulla da dirle.
<<Scusa>> biascica
<<Scuse accettate>>
Abbraccio tutti ancora una volta e poi mi allontano lentamente.
<<Vi porterò tutti nel mio cuore, per sempre.>>
STAI LEGGENDO
La danza delle margherite
Romance"Mi rifugio tra le sue braccia come se potesse fare da scudo contro tutti quelli che sono pronti a pugnalarmi, contro tutti i problemi e le scelte che ho paura di sbagliare. -È colpa mia. Per colpire me ha fatto soffrire anche te.- dico. -Sarebbe st...