<<Bea, siamo venute in biblioteca per studiare non per stare al cellulare.>>
<<Non stavo al cellulare, ho solo aperto una notifica di instagram.>>
<<Perché pensavi che Lorenzo ti avesse accettato la richiesta di seguirlo vero?>>
<<Cosa? No.>>
<<Mmh certo, fingo di crederti.>>
Ieri prima di portarla a casa le ha fatto fare un giro e hanno chiaccherato. Mi ha detto che è stato molto gentile e che sembra diverso dagli altri. Appena mi ha raccontato questo le ho fatto un sorrisetto malizioso, ma lei ha subito negato tutto dicendo che non prova nulla, ma sono sicura che non sia così.
<<Cavolo devo andare a lezione>>
Cammino velocemente per i corridoi fino a quando non vedo Erica. È concentrata sul cellulare senza prestare attenzione a ciò che la circonda perciò inciampa ad una sedia, cade a terra e il suo cellulare raggiunge i miei piedi.
Lo raccolgo e guardo l'immagine che mi ritrovo davanti: una serie di fogli riguardanti me.
Si alza di scatto e mi raggiunge, togliendomi di mano il telefono.
<<Non azzardarti mai più a prendere le mie cose>> dice per poi continuare a camminare nella stessa direzione di prima.
Perché aveva quella foto sul suo cellulare? Cosa significavano quei documenti? Come fa ad averli lei?
Raggiungo ben presto il teatro dove la Paloma mi aspetta per la mia lezione per l'assolo. Provo la coreografia e sembra innervosirsi constatando che ricordo i passi e che li svolgo anche in modo preciso e corretto.
Dopo aver modificato la sequenza e continuato ad insultarmi per mezz'ora insinuando che la mia capacità di danzare sia peggiore di quella di un'iguana, posso finalmente andare.
Vado ovunque alla ricerca di Alessio ma non è qui.
<<Non lo troverai>> esclama la Paloma alle mie spalle <<Lui non potrà più fare qui il suo stage.>>
Stupida megera. Non può farlo, non può distruggermi, non le darò la soddisfazione di vedermi soffrire. Stringo i denti e la supero uscendo dal teatro. Mi siedo sul marciapiede per cercare di sbollire la rabbia. Cosa le ho fatto di così grave per meritare tutto questo? Chiamo Alessio e sentire la sua voce mi fa tranquillizzare.
<<Marghe?>>
<<Mi dispiace.>>
<<Per cosa?>>
<<È colpa mia. So quanto era importante per te lo stage e ora...>>
<<Non importa, davvero.>>
<<Importa Alessio, importa. Perché quando qualcosa dovrebbe colpire me alla fine si ripercuote sempre su di te? Non è giusto.>>
<<È a questo che serve un difensore no?>>
Mi sorge un sorriso spontaneo sul volto.
<<Non sei obbligato ad esserlo.>>
<<Dove sei ora?>>
<<Sul marciapiede davanti al teatro.>>
<<Aspettami lì.>>
Dopo cinque minuti lo vedo arrivare in sella alla sua moto. Salgo e gli chiedo:
<<Dove mi porti?>>
<<A casa.>>
Raggiungiamo il suo appartamento. È piccolo ma accogliente nonostante sia un po' disordinato. Entriamo nel salotto e steso sul divano si trova un ragazzo che appena ci vede si alza in piedi.
<<Marghe il mio coinquilino Filippo.>>
<<Piacere>> dico porgendogli la mano
<<Piacere>> mi risponde.
Alessio mi prende la mano e mi porta in camera sua.
Ci sediamo sul letto e mi abbraccia da dietro dandomi lievi baci sul collo che mi provocano brividi lungo tutto il corpo.
<<Perché sei così triste?>> mi chiede stringendomi a sé.
<<Come farò ad affrontare la bestia senza di te ora?>>
<<Ma io ci sono ancora, non crederai di sbarazzarti così facilmente di me.>>
Mi giro poggiando la sua fronte sulla mia e lui mi bacia di scatto accarezzandomi la guancia.
<<C'è altro?>> mi chiede stringendomi al suo petto.
<<È successa una cosa strana oggi.>>
<<Cosa?>>
<<Sul cellulare di Erica c'era una foto con dei documenti con il mio nome. Non riesco a capire il perché...>>
Riflette per un po' per poi dire:
<<Sei un casino. Un casino che si mette nei casini. Ed è incasinato pure il modo in cui ci vai a finire ed è incasinato anche il modo in cui li risolveremo.>>
<<Io non sono un casino>> dico allontanandomi e facendo il broncio.
<<Sì invece, sei il casino più bello che esista.
Detto questo mi afferra e mi strapazza di baci come se fossi una bambina, mentre io mi dimeno fingendomi offesa. Riesce sempre a migliorarmi le giornate. È riuscito a migliorarmi la vita.>>Pov Ambra
<<È subdolo.>>
<<È giusto.>>
<<È crudele.>>
<<Lui non avrebbe dovuto fare la spia.>>
<<Ma... Ma... Sai quanto tengo a lui.>>
Mi stringe l'avambraccio guardandomi con i suoi occhi gelidi per poi pronunciare questa frase scandendo ogni suono:
<<Non lasciarti abbindolare, non permettere che nessuno lo faccia. Io ho lasciato che qualcuno avesse questo effetto su di me e sappiamo come è andata a finire. Ambra non lasciare che sia la tua debolezza.>>
<<Sei ossessionata.>>
<<Se non lo farai tu lo farò io.>>
<<Ti prego basta, lui non c'entra nulla.>>
<<Neanche lei c'entrava nulla eppure è morta>>
<<Ti sei resa conto che hai lottato tutti questi anni per non avere debolezze e alla fine la tua debolezza è diventata lei.>>
<<Non ti azzardare.>>
<<Anzi la tua debolezza è diventata Margherita.>>
Mi tira un ceffone in faccia.
<<Non ti permettere mai più a dire una cosa del genere, mai più. Tu dovresti essermi grata. Io ti ho dato tutto. Ti ho formata. Ti ho fatto da seconda madre. Ti ho dato la possibilità di fare successo. Ti ho aiutata.>>
<<Tu mi hai rovinato la vita. Tu mi hai resa debole. Mi hai resa sola.>>
<<Ambra, hai visto che lui preferisce Margherita a te. Non lasciarti accecare dall'amore e sii realista. Non vuoi vincere? Non vuoi fargliela pagare? Lui ha scelto lei.>>
<<N..non è vero.>>
<<Sì che è così e tu lo sai. Io non voglio fargli nulla di male però portalo davanti alle scale della stanzetta dove hai visto entrare Margherita e Alessio, devo solo parlargli.>>
<<Gli parlerai soltanto?>>
<<Sì.>>
<<D'accordo.>>
********
<<Tommaso!>>
Dove sarà finito?
<<Tommaso!>>
<<Ehi piccola>>dice la sua voce dietro di me.
Lo guardo negli occhi e sono sempre più felice per aver convinto la Paloma a non fargli del male.
<<Scusami per l'altro giorno.>>
<<Non preoccuparti.>>
<<Seguimi, ti racconterò tutto.>>
<<Perché non qui?>>
<<È pericoloso, potrebbero sentirci.>>
Lo conduco nel luogo che mi ha indicato la Paloma e ci sediamo sui gradini.
<<Allora?>>
<<Be'... Non è colpa di Margherita in realtà perc->>
Succede tutto di fretta. Il rumore di passi dietro di noi. Delle mani che spingono il corpo di Tommaso. Lui che colto di sorpresa perde l'equilibrio. Il tonfo quando raggiunge il pianerottolo. Il sangue dalla sua tempia e sullo spigolo del gradino.
<<Cosa gli hai fatto!>>grido istericamente.
<<Ciò che era giusto.>>
<<Non era giusto per niente lurida stronza.>>
Prendo il cellulare componendo il numero dell'ambulanza.
La donna mi afferra per la maglietta sussurrandomi
<<Non ti azzardare a fare il mio nome, hai visto cosa sono in grado di fare.>>
Le strattono la mano e parlo con l'uomo al telefono intimandogli di fare in fretta. Raggiungo Tommaso con le lacrime agli occhi e appoggio la testa sulla sua pancia.
<<Va tutto bene, arriveranno presto non avere paura.>>
Con un filo di voce sussurra
<<Perché lo hai fatto?>>>
Con quella frase appena pronunciata riesce a far crollare un muro che da anni sono stata costretta a costruire, facendomi versare tutte quelle lacrime che ho sempre inghiottito.
È colpa mia. Come ho potuto fidarmi della Paloma?
<<Scusami, scusami tanto.>>dico tra i singhiozzi.
Come un turbine accade tutto il resto: l'arrivo dei soccorsi, lui sull'ambulanza che scompare velocemente, le gambe molli che non mi permettono di salire su quel mezzo e la voce che non viene fuori per chiedere di salire con lui. Lasciata sola nel vuoto in cui sono cresciuta, circondata dal grigio con l'immagine del suo sangue ancora vivida nella mia mente.
Lui non era la mia debolezza ma la mia ancora. Un'ancora che io ho spezzato. Ora non la raggiungerò più la perfezione perché l'avevo già raggiunta con lui.
Sono di nuovo contro me stessa. Sono di nuovo punto e capo. Sono di nuovo sbagliata.
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La danza delle margherite
Romantik"Mi rifugio tra le sue braccia come se potesse fare da scudo contro tutti quelli che sono pronti a pugnalarmi, contro tutti i problemi e le scelte che ho paura di sbagliare. -È colpa mia. Per colpire me ha fatto soffrire anche te.- dico. -Sarebbe st...