-Cinque... Sei... Sette... Otto e un... due...No no no!
-Senti Margherita, mi spiace ma io questo tipo di danza non riesco proprio a farlo.
-Ti prego Filippo! Se ti impegni non è tanto difficile.
-Ma non è il mio genere! E se facessimo un pezzo dove io ballo hip hop e tu contemporaneo? Se vuoi posso anche modificare la musica per adattarla ad una nuova coreografia.
-Sai quanto questo balletto sia importante per me? Ogni singolo passo ha un valore.
-O così o niente, mi dispiace.
-Vedremo- replico alzando gli occhi al cielo.
Prendo la borsa e infilo il giubbotto.
-Ma dove vai?
-A casa, devo studiare.
-E la coreografia?
-Tu intanto pensa a qualcosa e modifica la musica.
-Almeno aiutami a rimettere il tavolo e il divano al loro posto!
A causa dell'urgenza di trovare un luogo dove provare che non fosse il teatro, poiché la Paloma non deve sapere nulla di tutto questo, e della piccolezza del suo soggiorno abbiamo dovuto spostare mezzo arredamento, perciò ora il divano è in cucina e il tavolo davanti la porta.
Rimettiamo tutto in ordine e finalmente esco dirigendomi verso casa.
La distanza tra casa mia e l'appartamento di Filippo e Alessio è di circa 20 minuti a piedi e così, vedendo dei minacciosi nuvoloni neri avanzare sempre di più, decido di dirigermi verso la fermata che è proprio qui davanti e prendere la circolare.
Infilo le cuffiette e metto il cappuccio, mentre aspetto il bus riparata dal gazebo in plastica trasparente e le gocce scivolano lentamente su di esso, come stanno scivolando i giorni, come mi scivolerà di mano la possibilità di andare a Londra se non scopro tutto, ma se soprattutto non ci mettiamo d'accordo per questa benedetta coreografia.
Nelle orecchie mi rimbomba la canzone che avevamo scelto con Tommaso per il duetto. Non è possibile ballare hip hop su questa musica, nemmeno modificandola.
Il mezzo si ferma proprio davanti a me, semi vuoto poiché è tardo pomeriggio. Timbro il biglietto e mi siedo, cullata ancora dalle note del brano che non potrò più accompagnare con il mio corpo.
Improvvisamente la canzone si blocca per l'arrivo di un messaggio e noto che è di Filippo.
È un link, il link di una canzone.
Clicco play e la ascolto. Un sorriso mi sorge spontaneo.
È lei.
È quella di cui avevo bisogno.
Una canzone così perfetta per me che mi fa venire i brividi.
Così delicata da sembrare una poesia.
Così forte da poter essere ballata anche da un ballerino hip hop.
Un sorriso mi illumina il volto di scatto, come se questo brano fosse l'interruttore necessario affinché si accendesse di nuovo.
Dico a Filippo che è perfetta mentre immagino già i passi che potrà accompagnare.
Un altro messaggio interrompe i miei pensieri.
*da Bea❤️*
"Vieni a studiare da me?"
*a Bea❤️*
"Certo arrivo"
Scendo alla fermata più vicina a casa sua e appena raggiungo l'abitazione vengo accolta da un sorriso caloroso.
Andiamo in camera sua buttandoci a capofitto sulla matematica, ma dopo due ore di studio ci ritroviamo come sempre ad abbuffarci di schifezze e parlare.
-Ma perché non dici di sì?- ripeto per la cinquantesima volta, esasperata.
-Marghe tu sai come sono stata male per Mattia.
-Ma cosa c'entra Mattia! Senti, Lorenzo ti piace?
-Be'... Sì
-E allora cosa c'è che non va?
-Non voglio soffrire più, non ancora.- dice mentre prende una cucchiaiata di Nutella.
-Ti ricordi cosa mi dicesti quando io seppi che stavi con Mattia? "Non potevo rischiare di perdere tutto solo per paura. Un contadino non può distruggere un germoglio per paura che i suoi frutti siano malati." Avevi ragione. Sai quanto sono stata ferita da Alessio quando ho visto il suo bacio con Erica? Quando credevo di non contare nulla per lui? Se avessi avuto paura, se non avessi più voluto soffrire per lui, lo avrei lasciato andare, ma sapevo che così avrei avuto più di un piccolo graffio sul cuore, ne avrei totalmente persa una parte. E guardami ora, credo di non essere mai stata più felice di così. A volte capita anche questo: ci si graffia nella ricerca di un abbraccio. Ma il bello è anche questo, curarsi le ferite.
-Non sono più quella persona, o meglio lo sono ma non sono più abbastanza forte da coltivare alberi malati.
-Vedi, ti lasci ancora abbattere da lui. Non ne ha il diritto Bea, non ne ha il diritto. Chiudi gli occhi. Immagina Lorenzo accanto a te. Cosa senti?
-Voglia di sorridere.
-Immagina che se ne vada, che si alzi e si allontani. Cosa senti?
-Vuoto.
-Vedi Bea, ci sei già dentro. Ci sono cose che il destino sceglie già per noi. Ormai è troppo tardi per prevenire la sofferenza, potrebbe fare come Mattia oppure no, ma se se ne andasse ora proveresti lo stesso dolore.
Non risponde.
Sa che ho ragione, lo sa benissimo.
Mi guarda e mi sorride per poi ringraziarmi.
-C'è una storia che devo raccontarti.- dice dopo un po' di silenzio.
-Che cosa?
-Sai c'era una ragazza l'anno scorso in classe che si chiamava Agnese. Io ero molto legata a lei, era la mia migliore amica anche se avevo un buon rapporto anche con le altre della classe.
Ho incontrato Mattia ad una cena di famiglia. Per tutta la sera ho avuto come la sensazione che fosse scattato qualcosa, qualcosa che non so spiegare. Lo raccontai ad Agnese e dopo nemmeno un mese lo vidi arrivare a scuola poiché era stato espulso da quella dove era stato in precedenza. Verso la fine dell'anno, sarà stato Maggio più o meno, seppi che lui stava insieme ad una ragazza della nostra classe, perciò mi misi d'impegno per cercare di togliermelo dalla testa, ma ecco che durante le vacanze estive seppi che io e la mia famiglia saremmo dovuti andare in vacanza con lui e la sua. Dopo una settimana lui iniziò a provarci con me e un giorno mi baciò. Credo che dire che sia stato magico sia ovvio. Dissi questa cosa ad Agnese che mi incitò ad iniziare una relazione con lui. Da qui il putiferio. Lei raccontò tutto a quella che, senza che lo sapessi, era ancora la sua ragazza, la quale disse a tutta la classe che ero una falsa. Tutti iniziarono a detestarmi, ero la rubafidanzati. Poi sei arrivata tu e lei se n'è andata e be' sai come la storia continua.Non avrei immaginato una storia del genere. Sapevo che qualcosa mi sfuggiva, ma non che tutto questo fosse successo per Mattia.
-Sono contenta che ti sia confidata con me- le dico- ma Lorenzo non ti farebbe mai questo, lo sai.
-Lo so.
Continuiamo come sempre a parlare di tutto.
Dei nostri cuori e di chi li ha rapiti.
Di Erica e del suo aiuto inaspettato.
Dei cambiamenti, delle ansie, dei professori, della scuola e facciamo il conto delle persone che ci vogliono bene che superano sempre più le persone che ci vogliono male.Pov Elsa
*17 anni prima*
Sol era appena uscita dal camerino per giocare con il suo nuovo orsacchiotto ed io stavo sistemando le ultime cose. Frugando nella mia borsa per trovare il telefono avevo trovato questo biglietto, il biglietto che ora è tra le mie mani.
"Vediamoci dopo l'audizione dietro la seconda quinta destra, ti aspetto
Guido"
Sicuramente lo avrà lasciato quando è caduto tutto il contenuto della borsa a terra, ma perché?
Una parte di me mi dice di andare, perché quella passione non è mai passata, ma ho ancora una dignità.Scaccio i pensieri e provo a concentrarmi sull'audizione. È un'occasione importante e non posso perderla per lui.
Esco e prendo la manina di Sol che gioca ancora nel corridoio e la conduco fino ad uno sgabello vicino alle quinte di sinistra.
Mi abbasso per arrivare alla sua altezza:
-Ascoltami amore, la mamma ora deve fare l'audizione, tu fai la brava e rimani qui va bene? Sarò perfetta come vuoi tu.
Annuisce in modo frettoloso stringendo l'orsacchiotto gelosamente e io mi allontano, respirando l'aria tesa e adrenalinica pre-esibizione.
-Elsa- sento da una voce che mi provoca brividi lungo tutto il corpo- questa è Sabrina, la mia fidanzata e futura moglie, non che tua avversaria in questa 'competizione' se possiamo chiamarla così.
Terminato di parlare Guido fa un sorriso di scherno che quasi sottintende 'Ma guarda un po', le mie donne che si sfidano e non per me', ma io non sono più sua, ormai non più.
-Piacere- dico sforzando un sorriso.
-Piacere- mi risponde.
-Mi raccomando non andarci troppo forte con lei- aggiunge l'uomo accarezzando l'accenno di pancia della donna che contrasta con il resto del corpo troppo gracile.
Lei scosta la mano con un gesto pacato e gli lancia uno sguardo simile ad un rimprovero dolce, come se fosse contenta di questa attenzione nei suoi confronti, ma allo stesso tempo non volesse farsi trattare in modo differente da me durante la prova.
-Ah.. qu...quindi sei incinta?-farfuglio.
-Già-annuncia Sabrina.
Sento una manina che tira il mio braccio.
-Mamma, mamma, posso conoscere i signori?
Sentendomi chiamare in questo modo Guido assume uno sguardo preoccupato e ansioso.
-Monella, ti avevo detto di restare lì.-dico.
-Quanti anni hai piccola?- chiede il suo inconsapevole padre.
Lei mostra la manina aperta per fargli intendere che ha cinque anni e lui risponde con sorriso nervoso e uno sguardo di rimprovero severo verso di me, uno sguardo talmente ghiacciato da costringermi ad abbassare il capo.
-Andiamo Sol, tra un po' inizierà l'audizione. Auguri per il bambino e per il matrimonio.
-Aspetta, mamma, hanno un bimbo?
-Sì, è nella sua pancia- dico indicando Sabrina.
La piccola si avvicina alla donna porgendo il suo orecchio sul ventre e sussurrando:
-Come ti chiami?
-Non abbiamo ancora deciso un nome.-spiega Sabrina.
-Non è chiesto a te, ma a lui.- la riprende alzando lo sguardo per un momento per poi tornare a concentrarsi sul feto- che ne dici se giochiamo insieme qualche volta? Potrei portare la mia coroncina, però poi devi ridarmela perché io sono la vera principessina. Ti farò anche giocare con il nuovo orsacchiotto che mi ha comprato la mamma.
-Certo che giocherete insieme, potrete essere come fratelli o sorelle che ne dici?- domanda Guido guardando me
Lei salta urlando -Sì, sì, sì! Mamma posso vero?
-Vedremo.- rispondo seccamente prendendola in braccio e dirigendomi via, lontano dalla coppia e dalla loro odiosa felicità.
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La danza delle margherite
Romance"Mi rifugio tra le sue braccia come se potesse fare da scudo contro tutti quelli che sono pronti a pugnalarmi, contro tutti i problemi e le scelte che ho paura di sbagliare. -È colpa mia. Per colpire me ha fatto soffrire anche te.- dico. -Sarebbe st...