Capitolo 4

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<<E quindi era proprio lui?>>
<<Già, strana la vita>>
Dico assaporando il mio gelato alla nutella che cade un po' sulla gonna e che mi sporca gli angoli della bocca. Beatrice ha il naso rosa di fragola, sembra un clown.
<<Salve ragazzuole>>schiamazza qualcuno facendomi sobbalzare.
Mi volto imbattendomi nei ricci marroni di Mattia.
<<Ciao>> dice Beatrice improvvisamente rossa.
Cosa sta succedendo qui?
<<Come va?>>chiede sedendosi accanto a lei.
<<Tutto bene a parte la punizione che mi sono beccata per colpa tua.>> dico con non chalance.
<<Mia? Tu hai iniziato a paragonare Petrelli ad un vecchio con i reumatismi.>>
<<Be' tu sei sbucato all'improvviso.>>
<<Era la mia classe!>>
<<Era il muro dove mi ero appoggiata.>>
<<Voi due vi conoscete?>>domanda Bea stranita.
<<Se per conoscere intendi esserci parlati due volte allora sì, ci conosciamo>>
<<In ogni caso vi presento ufficialmente. Margherita questo è il mio ragazzo. Mattia lei è la mia compagna di banco.>>
Beatrice fidanzata? Con Mattia? Lui che sembra un depravato uscito di prigione e lei una bambina che fa l'angioletto alla recita di Natale?
<<Beatrice ti presento il ragazzo che mi permetterà di essere l'unica ragazza al mondo con il debito in educazione fisica.>>
<<Beatrice ti presento l'unica ragazza al mondo più incapace di te nello sport.>>
Lei le tira uno schiaffetto sul braccio e continua a parlare, mentre lui guarda il cellulare o un punto casuale della strada. Ad un certo punto si alza senza rispondere al "Dove vai?" della sua ragazza e si incammina verso il motorino.
Bha che coppia strana.
Io ho sempre immaginato l'amore come qualcosa di grande, qualcosa di inarrestabile e forte. Non sopporto le storie nate solo per ripiego, quelle coppie così poco unite che a malapena uno sa dell'esistenza dell'altro e quelle coppie che se potessero andrebbero anche a comprarsi le mutande abbinate per fare scena. Amo quelle coppie che riconosci da lontano per il feeling che c'è tra loro, quelle complici. Bea e Mattia sono tutto tranne che questo. Sono impacciati, disinteressati o almeno così mi è sembrato.
Ci dirigiamo verso casa dei Milanesi per studiare insieme e fare una ricerca che la prof ha assegnato su un argomento diverso per ogni banco. Parliamo del più e del meno fino a quando non ci ritroviamo dinnanzi all'appartamento. Saliamo fino al terzo piano e quando giro il chiavistello vedo piazzata al centro della stanza Serena con un sorriso ebete. Cosa sta succedendo?
<<Ehi ti ho sentita arrivare e mi sono fiondata qui. C'è una sorpresa in camera tua>>
Apro la porta e di fronte a me sul muro sopra la scrivania c'è una foto, la foto, quella che avevo perso.
Sopra si trova un post-it con su scritto "Sta' più attenta, la prossima volta non ci sarò io a riparare ai tuoi disastri. Baci baci mamma."
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso. Anche prima, quando ero a casa, nella mia vera casa, quando usciva mi lasciava dei messaggi sui post-it. Mi manca tutto questo, il mio ambiente, i miei familiari e saranno a malapena passati quattro giorni. Beatrice mi prende la mano e mi abbraccia. La conosco da poco ma mi pare una di quelle persone che sa sempre cosa fare al momento giusto. Mi asciugo le lacrime contenta di avere un pezzetto di loro anche qui, racchiuso tra le  mura di questa stanza, che mi darà forza. Ci mettiamo a studiare, almeno teoricamente, piuttosto passiamo la maggior parte del tempo a ridere e lanciarci le patatine in faccia, così quando finiamo sono già le 20.
<<Ah finalmente!>> Esclamo accasciandomi sulla sedia.
Chiudiamo i libri e mettiamo tutto in ordine in silenzio.
<<Allora>>dico <<con Mattia eh?>>
<<Già>>risponde lei arrossendo leggermente.
<<State insieme da poco vero?>>
<<Eh? Come lo sai?>>
<<Arrossisci ancora.>>dico indicandole le guance<<vuol dire che ancora non ti sei abituata alla sua presenza.>>
<<Be' si in effetti stiamo insieme da qualche giorno, ma non credo che il rapporto cambierà col tempo>>
<<Perché dici così?>>
<<Lui è un po'... Freddo.>>
<<È ancora presto per dirlo Bea.>>
<<Sì ma lui sarà sempre sfuggevole. Di tutti e di nessuno.>>
<<Tu sai qualcosa>>dico assottigliando le palpebre.
<<So solo che è abbastanza desiderato dalle ragazze. So che è stato con centinaia di queste fino a poco fa. Ma so anche che quando il rapporto diventava opprimente, quando in un certo senso si trovava davanti alla possibilità di legarsi davvero lui scappava.>>
<<E non hai paura che succeda questo anche a te?>>
<<Lui dice di essere cambiato.>>
<<Scusa se te lo dico, so che non dovrei immischiarmi, ma nessuno cambia.>>
<<Quante volte l'ho pensato anche io, ma non è semplice. Lui mi piace, sul serio, se non avessi accettato di metterci insieme sarei stata ancora più male. Non potevo rischiare di perdere tutto solo per paura. È come se un contadino distruggesse i suoi germogli per paura che nascano dei frutti malati.>>
<<E se fossero piantati in un campo con rifiuti radioattivi?>>
<<Neanche in quel caso potrebbe arrendersi.>>
Metto un po' di musica e ci stendiamo sul letto cantando a squarciagola una canzone di Rihanna fino a quando non sento vibrare qualcosa sulla mia pancia. Mi è arrivato un messaggio.
"Ehi marghe sono Alessio come va?"
Di scatto blocco la canzone. Un milione di domande di improvviso si affollano nella mia mente. Perché mi ha scritto? Sarà successo qualcosa? Cioè..non si cerca il numero di una persona che conosci solo da un giorno (sempre se scusarsi per avergli rotto un piede e sfuggire dalla vipera sia considerato conoscersi) e le scrivi solo per chiederle come va! Magari ci sono problemi al corso? Magari il teatro è inagibile? Magari la Paloma mi ha fatta chiamare per dirmi qualcosa? Magari non vuole più farmi partecipare al corso perché sono troppo incapace? E soprattutto come ha avuto il mio numero? L'unica per ora a cui ho dato il mio contatto è Beatrice, ma non lo conosce nemmeno...Quindi? Margherita basta. Mi sto facendo prendere troppo dalla pressione del trasferimento. Ragiona e trova una risposta decente da dare.
" Bene e tu? Ma come hai avuto il mio numero?"
"Ehehe segreti professionali.."
Perché di professione fa lo stalker?
"Devi dirmi qualcosa in particolare?"
" Ehm...no, nulla di specifico. Sei in ansia per domani?"
" Domani? Perché?"
" Non lo sai? La Paloma farà le file e in più tre del gruppo non potranno partecipare al corso"
Cosa? Questo non era nei piani. Detesto quando non posso programmare qualcosa, e poi vista la simpatia che la Paloma nutre nei miei confronti ho qualche ideuccia su chi potrebbe buttare fuori. Sbuffo e sento il clacson della mamma di Beatrice. La saluto e mi dirigo nel soggiorno per la cena.
Ciò che ho compreso in questi giorni è che Serena non è per niente portata per la cucina, perciò il menù varia da ciò che le porta sua sorella, a ciò che le porta sua madre, ai cibi surgelati o da asporto.
<<Oggi ho deciso di mettermi d'impegno e preparare io>>dice dalla cucina.
Paolo alza lo sguardo dal computer e si colpisce la fronte con la mano. Mi sfugge una risata.
<<Ecco qua.>>esclama entrando raggiante in sala.
<<Tesoro. Non prenderla sul personale, ma io avrei una causa da risolvere domani e ci tengo davvero, potresti ammazzarmi con il tuo "cibo" domani?>>
Lei lo guarda truce e lui si siede velocemente.
Quello che c'è nel mio piatto è poco definibile, ma di certo non è invitante.
<<Che ne pensate?>> dice lei fiduciosa.
<<Ehm è... Verde>>provo a dire io.
<<È viscido>> dice Paolo.
<<È cremoso>>lo corregge lei.
<<Credo si sia mosso.>>dice allontanandosi di scatto con la sedia.
<<Oh, andiamo è un piatto di pasta al pesto non i resti di qualche animale morto>>
<<Abbiamo anche degli animali morti? Perché se in caso preferirei mangiare quelli.>>
Lei lo guarda con fare di sfida.
<<Ah sì? Allora io prendo il tuo computer ed elimino la cartella "CAUSE".>>
<<Non lo farai.>>
<<Sì invece.>>
<<È più importante di una pasta al pesto, se si possa sul serio definire così.>>
<<Tu non apprezzi il mio lavoro e io non apprezzo il tuo.>>
<<Lascia il computer.>>
<<Fai un assaggino solo, per favore.>>
<<E va bene.>>
Prende un boccone e prova ad ingoiarlo, ma invece lo sputa nel piatto tossendo ripetutamente.
<<Ci hai messo lo zucchero invece del sale.>>
<<Oh no, adesso dovrò rifarlo.>>
<<Ti prego sta' ferma.>>
<<Tutta colpa tua.>>
<<Mia?>>
<<Ti avevo detto che la saliera e la zuccheriera erano troppo simili.>>
<<Ma cosa?>>
<<Okok scusa>> dice abbracciandolo da dietro. <<mi perdoni?>>
<<Va bene ma la prossima volta si ordina una pizza okay?>>
È esattamente questo che intendevo con feeling. Non si sono scambiati effusioni, hanno solo litigato per una pasta al pesto eppure in ogni parola, in ogni gesto, in ogni sguardo c'era chimica.
Mangiamo dei calzoncini riscaldati e io vado a dormire. Mi addentro tra le coperte ripensando alla giornata, a ciò che è accaduto dal mio arrivo, al mio passato, alle paure, alle ansie, alle speranze e mi abbandono al sonno perdendomi nel suo oblio, nella sua profondità.

Spazio autrice:
Ciaoo❤️ in questo capitolo abbiamo potuto conoscere meglio Beatrice, Mattia, Serena e Paolo. Che ne pensate?
Presto arriveranno nuovi capitoli con tante novità, segreti e domande!!
Se vi è piaciuto lasciate un voto⭐ o un commento 🗨️, graziee.
Baci baci
Fede💕

La danza delle margheriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora