Mi desto. La luce entra fioca attraverso le tende e illumina il mio letto provocandomi fastidio agli occhi. Per un momento dimentico tutto. Da dove vengo, dove sono, tutto. Semplicemente mi godo questo piccolo istante di libertà e relax, fino a quando Serena non spalanca la porta per svegliarmi. Mi giro dall'altro lato. Oggi non vorrei proprio che la giornata iniziasse. Non voglio imbattermi in Mattia perché non saprei cosa pensare dopo ciò che è successo ieri, non voglio imbattermi in Beatrice perché mi sento in colpa, non voglio imbattermi in Erica perché avrei una voglia matta di prenderla a pugni, non voglio pensare alla mia famiglia che potrebbe essere in difficoltà. Voglio restare qui, tra queste coperte al riparo dal mondo, ma dall'urlo esasperato di Serena capisco di non poterlo fare.
Mi alzo e mi dirigo lentamente verso il bagno. Mi addentro nella doccia e poi indosso i primi vestiti trovati nell'armadio. I capelli hanno ancora la piega di ieri perciò stanno abbastanza bene. Ok posso andare. Arrivo davanti scuola e da lontano vedo Beatrice che si avvicina a me. Mi sento così male anche se non ho fatto nulla, così ho deciso: gliene parlo.
<<Beatrice, ti devo dire una cosa.>>
<<Dimmi, perché quella faccia triste?>>
Racconto tutto d'un fiato quello che è accaduto ieri e capisco che forse ho ingigantito troppo la questione di Mattia poiché non ho fatto niente di male, in fondo.
<<Perché non me lo hai detto subito?>>
<<Perché avevo paura che ci saresti rimasta male.>>
<<Marghe, anche se non ho dimenticato Mattia è finita. Devo accettarlo io e devi accettarlo tu. Perciò tu puoi parlare con lui di qualsiasi cosa senza nascondermelo. Sono capace di gestire le situazioni.>>
<<Non ti dà fastidio?>>
<<No.>>
Sono così felice e risollevata. Non ho fatto male a nessuno quindi? Sono ancora in preda all'euforia quando sento qualcuno che mi tocca la spalla destra.
<<Forse è meglio che vada>>dice Beatrice improvvisamente con il viso cupo.
Mi giro e vedo Mattia.
<<Devo parlarti di una cosa>> mi dice.
<<Vai dimmi.>>
<<Non ora, in privato, con calma.>>
<<D'accordo. Va bene dopo scuola nel bar qui dietro?>>
<<Okay.>>
Cerco di essere il più calma possibile durante la conversazione, ma in realtà milioni di domande si accumulano nella mia mente e continuano a farlo per le 5 ore successive fino alla fine delle lezioni. Finalmente suona la campanella dell'ultima ora e vado verso il bar. Lui è già al tavolo, mi siedo, poggio lo zaino sulle gambe e lo guardo aspettando che mi dica qualcosa.
<<Non so da dove iniziare. Allora... Hai ragione. C'è una storia dietro quel tatuaggio, ma per tutti questi anni non ne ho mai parlato con nessuno, ma questa storia sta iniziando a logorarmi dentro. Prima, ogni volta che qualcosa mi ricordava anche lontanamente la situazione io subito perdevo il controllo e mi chiudevo nel mio dolore. Ma ieri, per la prima volta ho sentito di poter parlare di questa cosa con qualcuno, di poter parlare di questa cosa con te. Tuttavia non mi sento di conoscerti tanto bene per poterti dire tutto ora, ma io ho bisogno di liberarmi! Ne ho davvero bisogno.>>
<<Non capisco dove tu voglia arrivare.>>
<<Ti chiedo solo di conoscerci meglio per capire se posso fidarmi di te, però per favore aiutami!>>
Tra tutte le possibili cose che potesse chiedermi questa non l'avrei mai immaginata. Cioè... Lui mi sta chiedendo di passare un po' di tempo insieme per capire se si può fidare per poi raccontarmi qualcosa che vorrebbe già raccontarmi? Non ha senso, ma devo farlo. Lo avevo promesso a me stessa e ormai avevo deciso.
<<Okay.>>
Lui apre gli occhi in un'espressione incredula.
<<Davvero?>>
<<Non è ciò che volevi?>>
<<Certo, grazie grazie grazie.>>
Ed ecco la seconda emozione che riesco a leggere nei suoi occhi: sollievo, gioia. Poi mi chiede:
<<Ti va di fare un giro?>>
<<Va bene.>>
Mi porta e vedere i monumenti di Bologna, che intanto continua indisturbata la sua quotidianità, e mi rendo conto di quanto in questi mesi l'abbia sottovalutata. Mi rendo conto di quanto poco abbia visto ancora nella mia vita, mi rendo conto di quanto mi piacerebbe viaggiare e scoprire posti nuovi invece che rimanere rinchiusa in una realtà che mi è stata assegnata e non che ho scelto. Mi rendo conto che da quando sono qui, dopo le prime settimane di nostalgia, mi sento a casa, anche se lontano dai miei cari, anche se lontano dalla terra in cui sono nata, qui sto iniziando a capire tanto di me ed è qui che la mia vita sta cambiando giorno per giorno. Mi riaccompagna a casa con il motorino e io continuo a reggermi al retro per non aggrapparmi a lui.
<<Puoi reggerti a me sai..>>
<<No, non preoccuparti sono comoda così.>>
<<Come vuoi.>>
Non è vero, non sono comoda, mi stanno facendo male le braccia a furia di scontrare il polso al motorino, ma rimango in quella posizione. Siamo arrivati. Mi saluta ed io entro. Appena arrivo corro in camera e apro il quaderno con le farfalle.*Oggi sono successe tante cose, ed ho imparato così tanto. Vorrei parlarti dei segreti. I segreti secondo me sono come delle celle che non ti permettono di vivere la tua vita come vorresti, come dei mostri che continuano a stringerti ed a ossessionarti. Abbiamo paura che facendoli venire a sapere cambi il nostro ruolo, la nostra vita, i nostri affetti, che gli amici si allontanino, oppure abbiamo semplicemente paura di rivivere un brutto momento che vorremmo fosse cancellato. Be' quell'evento non verrà mai cancellato ed è inutile continuare a portare il suo peso addosso. Parlarne con qualcuno è la scelta migliore. Oggi una situazione simile è accaduta a me. Un mio amico mi ha chiesto di ascoltare questo suo segreto che lo tiene imprigionato da molto tempo, ma ha chiesto prima di capire se può fidarsi. Io all'inizio sono rimasta un po' perplessa. Insomma, era lui a volermi dire il segreto e allo stesso tempo tenerlo con sé? Ma poi ho capito. Ho capito che la paura di poter fare un passo così avventato, come condividere la parte di sé che nessuno fino ad allora aveva incontrato, quella parte buia della propria anima che ognuno ha, ma che lui conosce fin troppo continuando ad esserne ossessionato, lo terrorizzava. Ed io nonostante le cose che sono accadute, nonostante la proposta all'inizio mi sembrasse insensata, ho accettato. Ho accettato perché ho letto nei suoi occhi il bisogno di aiuto, di comprensione, e il dolore che non avendo mai affrontato ha continuato a logorarlo dentro.
Morale: Anche quelli che ci sembrano i problemi più brutti o le realtà più difficili, bisogna condividerli con le persone di cui ci fidiamo. E forse il suo problema era questo: trovare qualcuno di cui si fidasse davvero.*Questa volta so che non prende in giro nessuno, so che quello che sta dicendo è vero, perché (come faccio sempre) più che le parole della gente mi piace analizzarne l'espressione, che incondizionatamente muta all'arrivo di emozioni e ansie.
Da quando sono piccola mi piace fare questo giochino, cercando di indovinare cosa una persona stia pensando o sentendo. Mi divertivo, quando gli altri bambini venivano interrogati, a capire se fossero in ansia. E questo giochino mi ha aiutata sempre più a capire ciò che pensa la gente sul serio. Nonostante questo mio metodo-scova-verità spesso do fiducia anche a persone che non dovrebbero averne, ma questa volta non credo di sbagliare. Sto per mettermi a studiare quando sento il mio telefono vibrare. Sul display leggo "Mattia", apro il messaggio e dice
" Grazie davvero, sono stato molto bene oggi con te ♡"
"Già è stata una bella giornata".- digito per poi tuffarmi nella matematica per non perdermi come sempre nei miei inutili pensieri.Spazio autrice
Ciao tesorini❤️
So che oggi il capitolo è un po' breve ma spero che vi piaccia comunque.
Non è accaduto tanto, ma abbiamo potuto fare un tuffo tra i pensieri di Margherita.
Inoltre a quanto pare presto Mattia svelerà il suo segreto.
A questo punto sono sicura che vi dividerete in team #marghettia e team #marghessio. Voi per chi tifate?
Ovviamente non vi svelerò a che team appartengo altrimenti farei uno spoiler.
Vi assicuro che nel prossimo capitolo ci saranno scintille🎆 quindi preparatevi!
Al prossimo capitolo
Baci baci
La vostra fede💕
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La danza delle margherite
Romance"Mi rifugio tra le sue braccia come se potesse fare da scudo contro tutti quelli che sono pronti a pugnalarmi, contro tutti i problemi e le scelte che ho paura di sbagliare. -È colpa mia. Per colpire me ha fatto soffrire anche te.- dico. -Sarebbe st...