17 - Passatempi

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«Ragazzi, non vi pare ora di alzarsi?» disse Jeanette, aprendo la porta della camera di Thomas e accendendo la luce.

Thomas mugulò, affondando la testa nel cuscino a causa del fastidio, «Che ore sono?» domandò con voce assonnata.

«È l'una e mezza passata, io e tuo padre oggi pomeriggio dobbiamo fare gli straordinari se vogliamo stare a casa vigilia e giorno di Natale, nonché domani e dopo domani. Sono venuta giusto per prepararvi il pranzo. Devo tornare in agenzia» rispose sua madre, rimanendo sullo stipite della porta e incrociando le braccia.

«D'accordo mamma, grazie» biascicò Thomas, alzando la testa dal cuscino e socchiudendo gli occhi.

Si chiese come facesse Newt a non sentire niente, sembrava dormire ancora, evidentemente era in immerso in un sonno profondo.
Beato lui, pensò Thomas, maledicendo la propria sensibilità ai minimi rumori.

«Ci vediamo 'sta sera» gli disse la signora Edison, scostandosi dallo stipite, Thomas la sentì scendere le scale e pochi minuti dopo la porta d'ingresso fu aperta e richiusa.

«Newt» mormorò Thomas, scuotendo lievemente l'altro ragazzo.
Niente.

Thomas si alzò dal letto, prese il proprio cuscino e lo lanciò addosso a Newt, che si mosse appena, voltandosi verso di lui con gli occhi sbarrati.

«Fottiti, Tommy» gli disse il biondo, con voce roca.

Thomas rise, poi replicò: «Dobbiamo pranzare, quindi alza il tuo fondoschiena dal letto e scendiamo.»

Newt mugulò, poi gli lanciò il cuscino addosso.
«Voglio continuare a dormire, vai tu a pran... aspetta cosa!?» si mise a sedere di scatto, facendo ridere ancora di più Thomas, che aveva preso il cuscino al volo per poi lasciarlo cadere per terra.
«Che diamine... che ore sono? Pranzare? Quanto abbiamo dormito?» Newt si passò una mano tra i capelli, completamente disordinati, sbuffando.

«Sono quasi le due, sì, dobbiamo pranzare e credo che andare a dormire alle tre di notte non sia stata una grande idea» rispose Thomas, ancora ridacchiando.

Effettivamente, la sera prima erano tornati molto tardi, dato che avevano allungato di troppo il giro a piedi e non avevano trovato nessun taxi al ritorno.

«Cacchio, ma io ho ancora sonno» Newt crollò di nuovo sul proprio cuscino, strofinandosi gli occhi.

«Be', fattelo passare, perché io ho fame e non voglio mangiare da solo» disse Thomas, togliendosi la maglietta del pigiama.

«Non puoi fare a meno della mia compagnia, ammettilo» lo prese in giro il biondo, con un tono altezzoso.

In risposta, Thomas gli lanciò nuovamente il cuscino, mormorando un "idiota".

«Ripeto. Fottiti, Tommy» furono le parole di Newt, che però ai decise ad alzarsi e cambiarsi.

Una volta indossati i vestiti, entrambi scesero al piano inferiore.

Thomas si sorprese ad avere più fame di quanto pensasse, sua madre aveva preparato un primo coi fiocchi e lui ne fece tranquillamente il bis.

«Tommy, che diamine, regolati» lo riprese Newt, ridendo, mentre riponeva il proprio piatto nella lavastoviglie.

«Nah, se ho fame mangio» replicò il moro, con noncuranza.
Dopo aver ingerito l'ultimo boccone, Thomas mise a lavare anche le stoviglie da lui utilizzate.

«Il mio cellulare è praticamente morto, vado a metterlo in carica» disse Newt, salendo al piano superiore.

Thomas si rese conto del fatto che non sentiva Minho e le altre ragazze da un po', così decise di collegare il proprio cellulare al wifi.
Immediatamente, ricevette circa settecento messaggi totali, la maggioranza provenienti da persone con cui non aveva mai parlato.
Cominciò a cancellare le chat senza visualizzare, si chiedeva sempre come diamine facessero ad ottenere il suo numero.

Il gruppo con Teresa, Brenda, Minho e Newt contava circa cento messaggi, che Thomas lesse velocemente.

«Newt, i ragazzi ci danno per dispersi» disse Thomas, mentre l'altro ragazzo scendeva le scale.

«Che dicono?» domandò Newt, quando si sedettero sul divano, si sporse appena per leggere.

«Thomas e Newt sono spariti» Thomas lesse la serie di messaggi da parte di Minho, che era tra gli ultimi
«Insieme.»
«Da soli.»
«Sappiamo già cosa significhi tutto ciò.»

Newt ridacchiò, «Minho mi sta decisamente simpatico.»

«Speriamo che utilizzino le protezioni. Questo l'ha inviato Brenda» continuò Thomas.

«Oh andiamo, tecnicamente nessuno di loro potrebbe rimanere incinto. Risposta di Teresa» questa volta il moro scoppiò a ridere, seguito da Newt.

«Cosa ne sai? Potrebbe succedere di tutto. Quei due sono pericolosi. Di nuovo Brenda» Thomas scosse la testa, sorridendo.

«Okay, mandiamo loro un audio» disse Newt, il moro gli porse il cellulare.

«Tranquilli ragazzi, non troverete piccoli Newt e Thomas in giro per casa Edison» recitò serio il biondo, Thomas scoppiò a ridere mentre l'altro ragazzo inviava l'audio.

Brenda fu la prima a rispondere con un "Oh eccoli, sono vivi" per poi aggiungere una risata in risposta all'audio.

Una mezz'ora più tardi, si accordarono per passare il pomeriggio insieme, decidendo di incontrarsi a casa di Minho e Brenda.

Quando Newt e Thomas li raggiunsero, trovarono la ragazza intenta a preparare una crostata al cioccolato, mentre Minho girava attorno l'isolotto della cucina, guadagnandosi uno schiaffo ogni qualvolta provasse ad assaggiare il cioccolato fuso.

«Non è giusto, però. Dovresti chiedere opinioni, Brenda. Lasciami assaggiare, magari non è abbastanza dolce» disse il ragazzo asiatico, lei roteò gli occhi e replicò: «Io sono perfetta in tutto quello che faccio, Minho. E poi, ho già assaggiato io, non è la prima volta che faccio una crostata e lo sai benissimo, smettila.»

Lui sbuffò e poco dopo si sentì il campanello, Minho si spostò dalla cucina e andò ad aprire la porta d'ingresso.
Teresa era appena arrivata e sembrava star morendo di freddo.

«Penso che mi si sia ghiacciato il sangue» disse la ragazza entrando, per poi lasciare il proprio cappotto sull'appendiabiti accanto all'ingresso.

«Povera Tess» mormorò Newt uscendo dalla cucina per raggiungerla, la ragazza gli sorrise e lo abbracciò.
Era fisicamente minuta, rispetto a lui.

«Fammi capire, se io ti chiamo Tessa mi minacci di staccarmi i capelli uno ad uno, mentre se lui ti chiama Tess lo abbracci? Credo che questa sia discriminazione» disse Thomas, guardandoli interrompere l'abbraccio.

«Hai capito bene, lui può, tu no» Teresa sorrise angelicamente, dirigendosi verso la cucina per lasciare un bacio sulla guancia a Brenda.

«Tra un'ora e mezza dovrebbe essere pronta, guardiamo un film per passare il tempo?» propose la ragazza, chiudendo il forno e impostando il tempo.

«D'accordo, possibilmente non una commedia drammatica perché non ho voglia di sentirvi frignare» disse Minho, andandosi a buttare sul divano a peso morto.

«Ma certo che no, razza di deficiente. Voglio vedere un horror e non accetto obiezioni» disse Brenda.

«Certo, essendo primo pomeriggio non c'è chissà quale atmosfera per un horror» osservò Teresa.

«Le nuvole grigie che ci sono bastano e avanzano. Sedetevi su, così inserisco il dvd» Brenda era entusiasta.

«Se 'sta notte avrò gli incubi considerati colpevole» puntualizzò Teresa, prendendo posto vicino all'altra ragazza.

Brenda ridacchiò, «Tranquilla, nessun mostro cercherà di portare via la tua anima.»

«E chi l'avrebbe detto, la nostra Teresa che ha paura degli horror» la canzonò Minho, guadagnandosi un cuscino in faccia.

«È tratto da una storia vera» dichiarò Newt, mentre sullo schermo apparivano le prime scritte.

Thomas e Minho risero, mentre Teresa si sistemò più vicina a Brenda.

Fortunatamente i divani erano tre, così Newt prese posto vicino Thomas, dato che Minho si era steso.

Quando il film proseguì, all'esterno il tempo si era fatto più cupo, i primi tuoni si fecero sentire verso il tardo pomeriggio.

Saudade | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora