9 - Chiarimenti

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Newt era sdraiato sul divano, di fronte al camino del soggiorno, dove suo padre aveva acceso il fuoco prima uscire per andare a lavorare.
Il ragazzo non sapeva dire se sarebbe tornato nuovamente tardi, facendo un'altra scenata come quella della settimana precedente, oppure sarebbe semplicemente andato a dormire senza nemmeno degnarlo di un saluto.

Quella domenica, nonostante tutto, per Newt era stata molto tranquilla, soprattutto perché la sera prima suo padre sembrava essere più lucido e fortunatamente non aveva deciso di arrabbiarsi con lui ancora una volta.

Newt non aveva nessun farmaco benefico per il dolore persistente, che non era diminuito anche se erano ormai passati interi giorni, ma malgrado ciò, era andato in palestra, decisione che, a quanto pareva, aveva solo peggiorato la situazione.

Cambiò nuovamente posizione, con uno sbuffo, avvertendo sia dolore che fastidio, come un formicolio, diffondersi dalle spalle all'addome e all'altezza della pancia, così alla fine si arrese e si alzò dal divano, dirigendosi verso la cucina per recuperare il libro che aveva precedentemente posato sul tavolo e portandolo nella propria camera.
Una volta messo nella sua borsa a tracolla, tornò nella cucina per decidere cosa mangiare, dato che aspettare suo padre avrebbe significato saltare la cena.

Newt scelse un semplice yoghurt e dei cereali, per poi sedersi al tavolo.

Pochi minuti dopo, il cellulare di Newt cominciò a squillare, così raggiunse la propria camera con la coppa di youghurt tra le mani e il cucchiaino ancora in bocca, posò entrambi sulla scrivania e prese il cellulare dal comodino.

Sorrise quando vide una videochiamata da parte di Teresa, quando rispose sullo schermo apparve l'immagine leggermente mossa della ragazza, seduta sul letto con le gambe incrociate.

«Ciao Newtie» mormorò Teresa, agitando la mano.

Newt sistemó il cellulare sul cuscino e si stese sul proprio letto, «Ciao Tess, come stai?» le chiese continuando a sorridere.

«Non male, diciamo che ho quasi litigato con la mia migliore amica» rispose lei, «Adesso sa di te, insomma, del fatto che ci sentiamo e tutto» spiegò.

«Mi presenterai mai qualche tuo amico?» domandò Newt, ridacchiando, avvertì un dolore all'altezza dello sterno che lo fece fermare improvvisamente.

«È tutto okay?» Teresa sembrò perplessa.

«Sì» Newt tossì, «Ho solo un po' di acido lattico in giro per il corpo, dato che l'allenamento in palestra è stato intenso» mentì.

«Da te niente di nuovo? Che hai fatto durante questi giorni? Se non erro non facciamo una videochiamata da mercoledì, giusto?» la ragazza sorrise, Newt annuì, sedendosi anche lui e incrociando le gambe.

«Sono andato a scuola. Ho fatto i compiti e direi niente di allettante. Ho una vita abbastanza monotona» disse lui, facendo spallucce e sentendo ancora una volta fastidio.

Newt si alzò per prendere la coppa con lo yoghurt e i cereali, nel frattempo Teresa aveva iniziato a spiegargli il litigio nei dettagli.

«...a volte mi sembra evidentemente gelosa» commentò, Newt la vide prendere una bottiglietta d'acqua e bere.

«Potrebbe esserlo davvero, è la tua migliore amica, sarebbe una cosa normalissima. Anche io sarei...» il ragazzo fece una pausa, emettendo un sospiro e bloccando l'improvviso flusso di ricordi che affollò i suoi pensieri, immagini chiare, sconnesse ma vivide, di lui e Thomas.

«Newt, mi senti? La connessione si sta perdendo un po', cosa stavi dicendo riguardo te?» l'immagine di Teresa divenne lievemente sfocata.

«Dicevo che anche io sarei geloso del mio migliore amico, insomma, è normale esserlo, se tieni molto a qualcuno» Newt mangiò una delle ultime cucchiaiate di cereali e yoghurt.

Saudade | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora