31 - Decisioni

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«Questa storia non può continuare.» Sentenziò Thomas, mentre Newt avanzava nel suo ingresso, con evidente difficoltà nel sopportare il dolore fisico che stava provando.

Thomas lo aiutò a togliersi il cappotto, all'esterno il cielo era diventato grigio, popolato da nuvole scure, preannuncianti un temporale.

Il ragazzo condusse Newt nella propria stanza, facendolo accomodare sul letto e accendendo successivamente le due luci soffuse delle lampade poste sui comodini, dopo di che si diresse verso il bagno per prendere una pomata.

Quando tornò nella propria stanza, Newt era ancora seduto, immobile, con la schiena leggermente ricurva e le mani giunte in grembo.

Thomas gli si avvicinò, alzandogli il mento con due dita, quando incontrò il suo sguardo vide pura sofferenza, i suoi occhi erano velati da lacrime.
Il moro si chinò per baciargli lo zigomo, sul quale si trovava un livido violaceo, facendo attenzione ad essere delicato per non fargli provare dolore.
Si avvicinò poi alle sue labbra, sfiorandole con le proprie in un bacio quasi impercettibile.

«Questi due giorni sono stato in pensiero, lo sai? Perché non mi hai risposto ai messaggi? O alle chiamate?» chiese Thomas, sedendosi vicino a lui, con un sospiro.

«Mio padre mi ha quasi rotto il telefono. Devo cambiare lo schermo, l'ha distrutto.» Newt scosse la testa, «Non posso venire a scuola in queste condizioni, c'è già abbastanza gossip, stando a quanto abbiamo visto il primo giorno. Cosa penserebbero tutti nel vedere i lividi sul volto?» la voce di Newt si affievolì.

«Ti aiuto a toglierti la maglietta» disse Thomas, il biondo annuì, liberandosene.

Il moro deglutì, vedendo quanto male fosse ridotta la pelle dell'altro ragazzo: cosparsa di lividi scuri, anche graffi, arrossata in alcuni punti e gonfia in altri.
Cominciò a massaggiare delicatamente, spalmando la crema su un livido meno preoccupante.

«Mio dio, Newt, perché mi hai detto di andare via? T-tutto questo...» esordì Thomas, venendo interrotto, «No, Tommy, sarebbe successo egualmente. Anzi, mio padre avrebbe potuto fatto del male anche a te» Newt scosse la testa, «Non meritavi di vedere tutto questo.»

«E tu non meritavi di subire tutto questo!» ribatté Thomas, «Io non riesco a vederti così! Sei fisicamente e psicologicamente distrutto, diamine, io non...» il moro deglutì, con uno sbuffo, «Newt, sei la persona più importante della mia vita, lo capisci, questo?» mormorò, interrompendosi e spostandosi per guardare l'altro ragazzo in faccia.

Newt ricambiò il suo sguardo, aveva le pupille dilatate e le guance arrossate.

«Vederti ridotto così a causa di Kyle non solo mi fa star male, mi fa arrabbiare, okay? Come puoi stare in silenzio quando lui abusa di te usandoti come uno sfogo? Perché non vuoi parlare e risolvere la situazione?» continuò Thomas.

«Perché l'unico modo per concludere tutto questo sarebbe parlare alle forze dell'ordine» il tono di Newt era sommesso, sofferente, «Lui... è l'unico membro della mia famiglia, l'unica persona rimastami, Tommy. Io... io non ho il coraggio di denunciarlo.»

«Newt...» sussurrò Thomas, accarezzandogli una guancia, il biondo chiuse gli occhi, concentrandosi su quel tocco, «Sei sempre stato così, disposto a sopportare per il bene delle persone a te vicine, ma qui si tratta di qualcosa, o meglio, qualcuno, che non è più in sé, non puoi lasciare che ti distrugga così.»

«Non ha distrutto solo me» disse Newt, «Ha distrutto mia madre e mia sorella, per poi sfogarsi su di me» concluse, poggiando la propria mano su quella di Thomas.
«Dobbiamo parlare con i tuoi genitori, Tommy» proferì, un po' più deciso, «Hai ragione, questa storia deve raggiungere il suo culmine.»

«Bene così, ma adesso lascia che finisca di curare questi lividi, stenditi» il moro gli diede un bacio sull'altra guancia, per poi allontanare la propria mano.

Newt si sdraiò di schiena, gemendo per il dolore, mentre Thomas riprese a spalmare la pomata, con cura e delicatezza.
Passò un'ora buona prima che finisse e Newt fu costretto a rimanere senza maglietta per un po', dato che la crema doveva essere assorbita.

Thomas si stese al suo fianco, sistemandosi nella stessa sua posizione, così da poterlo guardare inviso.

«Hai indossato la sciarpa, a scuola?» domandò il biondo, accennando ad un mezzo sorriso e muovendosi un po' per fare peso sul braccio destro e sostenersi.
Avvicinò la mano sinistra al collo di Thomas, sfiorando con le dita le macchie rosse, ben evidenti.

«No, ho preferito indossare un maglioncino, il tempo mi ha anche favorito, quindi nessuno ha avuto niente da ridire» il moro ridacchiò, sentendo la sensazione di calore piacevole che solo Newt poteva fargli provare.

«Io non credo che domani tornerò a scuola, a meno che questo non diventi meno evidente entro 'sta notte» il ragazzo sospirò, passandosi una mano sul livido che aveva sullo zigomo.

«Se vuoi posso prestarti del fondotinta, mia mamma ne ha due, magari sarà più roseo domani e potrai nasconderlo un po' più facilmente» propose Thomas.

«Grazie Tommy, ma credo che rimanere a casa sia l'alternativa migliore» Newt sorrise.

«Va bene, fa' come vuoi, tanto sarò io a darti compiti e appunti delle lezioni perse, almeno, per quelle che condividiamo» Thomas roteò gli occhi.

«Ovviamente» Newt gli si avvicinò, dandogli un bacio a fior di labbra.

«Hai appena cominciato la tua nuova scuola e già ti assenti per più di due giorni consecutivi» lo riprese ironicamente il moro, le labbra distanti pochissimi millimetri.

«Che cattivo ragazzo, mh?» mormorò Newt sarcastico, strofinando il proprio naso vicino al suo, i loro respiri si confusero, diventando uno solo.

«Cattivo, mh, sì» Thomas lo baciò, tenendogli il volto con la mano destra, cercando di non essere troppo brusco per non fargli sentire dolore.

Il biondo ricambiò il bacio, mordendogli il labbro inferiore per chiedere l'accesso alla sua bocca, come faceva sempre, per approfondire.

Erano passati solo due giorni in cui non si erano visti e si ritovavano in quelle condizioni, pensò Thomas, prendendo coscienza del fatto che non avrebbe mai potuto fare a meno di Newt, in alcun caso.
Avrebbe sempre avuto bisogno di lui, sempre, e ne era consapevole.

«Penso di star diventando dipendente dai tuoi baci, Tommy» mormorò il biondo, facendo arrossire l'altro ragazzo.

«Lo penso anche io, Newt» fu la risposta di quest'ultimo, riunendo le loro labbra.

Il rumore della porta di ingresso li fece separare immediatamente, Newt prese tempestivamente la propria felpa e la infilò, mentre Thomas afferrò un libro dalla propria scrivania e lo aprì, sistemandolo sul letto davanti a loro.

«Thomas, sono a casa!» esclamò Jeanette, salendo le scale.

Poco dopo apparve sullo stipite della porta, con il solito sorriso sulle labbra.

«Oh, c'è anche Newt, cosa fate di bello?» domandò, avvicinandosi.

«Abbiamo finito di studiare» rispose Thomas, chiudendo il libro e alzandosi per riporlo insieme agli altri sulla scrivania.

«Preparo la cena, Newt, ti va di rimanere?» propose, volgendo lo sguardo verso il diretto interessato.

«Certo, Jeanette, grazie» il biondo sorrise con naturalezza.

«Va bene, ragazzi. Vi chiamo non appena sarà tutto pronto. Così parliamo anche un po' delle macchie rosse che avete entrambi sul collo» disse la donna, mentre Thomas tossì e Newt spalancò gli occhi, grattandosi poi la nuca.

«Okay, mamma, adesso va', su» mormorò Thomas, accennando alla porta e chiudendola quando sua madre uscì, ridendo di gusto.

«Credo che noi non abbiamo una grande abilità nel nascondere le cose» constatò Newt, ridacchiando.

«No, direi di no» concordò il morò, appoggiandosi di spalle alla porta e sospirando, senza però riuscire a trattenere un sorriso.

Saudade | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora