39 - Imprevisti

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La pausa pranzo era cominciata da più di venti minuti, Newt era seduto ad un tavolo, in compagnia di Minho, Brenda e Teresa, che si stavano intrattenendo con una discussione su professori che tendevano ad avere delle preferenze per alcuni alunni, favorendoli con voti più alti e ricevendo piena disapprovazione da parte di altri studenti, compresi ovviamente loro stessi.

Newt stava ascoltando il discorso, ma non ne era minimamente interessato, più che altro, si chiedeva perché Thomas non si fosse ancora presentato in mensa.

«Nessuno di voi ha visto Thomas?» domandò il biondo, interrompendo Minho, che in quel momento stava accennando ad una discussione a cui aveva assistito quella mattina.

«Credo che stia arrivando proprio ora» fu Brenda a rispondere, indicando l'entrata della mensa.

Newt vide Thomas camminare velocemente verso il banco per potersi servire, bastò poco per capire che fosse nervoso e appurò questa cosa quando il ragazzo si unì finalmente al loro tavolo, sistemandosi al suo fianco.

«Cosa ti ha intrattenuto così tanto, amico?» domandò Minho, guardando il diretto interessato con espressione perplessa.

«Ho avuto problemi col lucchetto dell'armadietto» mentì Thomas, sbuffò, roteando gli occhi, ricevette uno sguardo perplesso da parte di Newt, che ignorò di proposito, dato che avrebbero parlato una volta arrivati a casa, da soli.

«Oggi il cibo fa più schifo del solito» commentò Brenda, guardando il contenuto del suo vassoio con una smorfia di disgusto.

«Come fanno a non piacerti le melanzane? Certo che sei strana, ragazza mia» disse Minho, rubandole una forchettata.

«Guarda, mangia pure, non so come tu faccia ma visto che a me non piacciono te le lascio volentieri» Brenda spinse il vassoio verso il ragazzo asiatico, che prese tempestivamente il suo piatto.

Passarono il tempo restante all'interno della mensa, dato che nessuno aveva poi così tanta voglia di uscire, parlando del più e del meno.
La scuola era cominciata da un paio di settimane e tutti erano già abbastanza scocciati, in più, il tempo grigio non aiutava certo a mantenere un umore alto.

Tuttavia, il resto della giornata trascorse senza alcun intoppo, all'uscita la pioggia cominciò a farsi sentire, cadendo in piccole gocce.
I ragazzi furono costretti a salutarsi velocemente, per evitare di trovarsi ancora all'esterno nel caso fosse peggiorato il tempo.

Newt e Thomas erano appena rientrati, quando all'esterno si sentì il rumore di un tuono, abbastanza forte.

«Abbiamo fatto appena in tempo, direi» disse Newt, «Speriamo che non si prolunghi fino a domani.»

«Cosa facciamo? Hanno annullato anche gli allenamenti» Thomas aveva preso in mano il cellulare e stava visualizzando qualche messaggio, mentre Newt si era diretto in cucina per bere un bicchiere d'acqua.

«Che ne pensi dei compiti? Sai com'è, io ne ho rimandati così tanti che ho almeno tre ore di studio davanti» disse il biondo con sarcasmo.

Thomas sbuffò, «Ed io che stavo programmando una passeggiata romantica sotto la pioggia» ironizzò.

«Mi dispiace, Tommy, ma dovrà aspettare» replicò Newt, con lo stesso tono, ridacchiando.

«Va bene, andiamo in camera a studiare o preferisci stare qui in cucina?» gli chiese il moro.

«Andiamo in camera, è più comoda» rispose Newt, avviandosi verso le scale.

Si stese immediatamente sul letto, con il libro di storia dell'arte in mano, mentre Thomas si sedette alla scrivania, cominciando come sempre dagli esercizi scritti.
Passarono il resto del pomeriggio sui libri, ognuno per conto proprio, almeno finché il cellulare di Newt non cominciò a squillare.

«È Teresa. Vado a bere un bicchiere d'acqua, comunque» disse a Thomas, prima di uscire dalla stanza sotto lo sguardo perplesso del ragazzo.

«Newt, come ci organizziamo per domani? Il tempo non sembra proprio a nostro favore» disse Teresa, dall'altro lato del telefono.

«Domani mattina a scuola ti do le chiavi di casa mia così che tu possa andare a sistemare. Possiamo pur sempre spostarci all'interno, nella parte delle porte-finestra che danno sul giardino. Non rimandiamo perché sarebbe un peccato, soprattutto perché la torta è stata ormai fatta, Jeanette la andrà a prendere questa sera, mi ha scritto prima. Ovviamente sarà aperta non appena scatterà la mezzanotte, insomma, rimane tutto come avevamo organizzato» spiegò Newt, mentre apriva il frigorifero.

«Va bene, parlo con Minho e Brenda. Ci vediamo domani, allora» si congedò la ragazza, chiudendo la chiamata subito dopo.

Qualche minuto più tardi, Newt tornò in camera e trovò Thomas sdraiato sul letto, col cellulare tra le mani.

«Hai già finito?» gli chiese, con un po' di diffidenza nello sguardo.

«No. Ma non ho voglia di fare il resto dei compiti così ho fatto una pausa» Thomas sorrise, noncurante, «Cosa ha detto Teresa?»

«Voleva sapere se stessimo pensando di uscire, questa sera» rispose tranquillamente Newt, stendendosi accanto a Thomas.

«Dimmi che le hai detto di no» il tono del moro sembrava una preghiera, anche se era leggermente scarcastico.

«Ovviamente» disse l'altro ragazzo, sorridendo e togliendo il cellulare dalle mani di Thomas.

«Sì, hai ragione. È meglio che mi metta a...» stava dicendo quest'ultimo, ma si interruppe immediatamente dato che Newt si era sporto per baciarlo.

«Credo che potrei prolungare la pausa» commentò Thomas, quando si allontanarono qualche minuto dopo, tirando poi Newt su di sé per riprendere a baciarlo.

Note Autrice
Hi sweeties!
Scusate se non ho aggiornato in questi giorni, ma non sono stata tanto bene.

Comunque, non ho voluto inserire i dettagli riguardo quello che stanno organizzando per il compleanno di Thomas perché ho preferito non anticipare quello che scriverò nel prossimo capitolo.

Quindi, diciamo che questo è di transizione (scusate se fa un po' tanta pena, ma era comunque necessario).

Al prossimo capitolo,

.Reb.

Saudade | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora