30 - Gelosia e dolore

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Newt aprì la porta della propria casa, entrando, non trovò come al solito nessuno.
Thomas lo avrebbe raggiunto a minuti, dato che doveva semplicemente lasciare lo zaino a casa propria.

Mentre aspettava, il biondo lesse e rilesse la lettera anonima, sperando che la sua mente potesse elaborare qualcosa di utile, ovviamente in vano.

Era a metà della terza lettura, quando Thomas bussò alla porta.

«Andiamo in camera mia» disse Newt, una volta che il moro fu dentro, questi annuì e lo seguì nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle, come d'abitudine.

Si sedettero sul letto, Newt col foglio tra le mani, intento a rileggerlo.

«Leggendolo ripetutamente in maniera febbrile non servirà a molto, Newt» mormorò Thomas, togliendogli la lettera dalle mani.

«Non aiuti, Tommy» replicò il biondo, guardandolo con espressione eloquente.

«Perché devi porti il problema? È qualcuno di cui nemmeno ti ricordi, credo che questo significhi qualcosa, no?» ribatté Thomas, con un tono evidentemente infastidito.

«E sentiamo, che cosa dovrebbe significare?» domandò Newt, roteando gli occhi.

«Che non era importante, semplice» Thomas scrollò le spalle con indifferenza, posando il foglio sul letto, tra lui e l'altro ragazzo.

«Tommy, non sarebbe carino ignorare, visto che qui è scritto esplicitamente che, chiunque sia, sarebbe ben felice di riallacciare i rapporti» Newt scosse la testa, «Se fossi stato tu il mittente di una lettera simile, come ti saresti comportato se, la persona con cui tenevi a ricreare un rapporto, l'avesse ignorata completamente?»

Thomas sospirò, «Per arrivare a scrivere una lettera... insomma, bisogna proprio tenerci. Ha un che di romantico, non credi?» domandò, con sarcasmo.

«Sei geloso» sentenziò Newt, guardandolo con un sorriso.

«No. Mi dà fastidio, però, non poter capire chi sia questa persona» fu la risposta del moro, che però non ricambiò lo sguardo né il sorriso dell'altro ragazzo.

«Tommy, credi davvero che non ti legga la gelosia negli occhi, o che non veda la tensione nella tua postura?» Newt si avvicinò a Thomas, erano entrambi seduti con le gambe incrociate e sicuramente avrebbe rischiato di perdere l'equilibrio, ma in quel momento non se ne preoccupò.

«Non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti, lo sai, vero?» domandò retoricamente, dandogli un bacio sulla punta del naso.

«Importi tu» mormorò Newt, sfiorandogli lo zigomo con le labbra, «Solo tu e nessun altro.»

Thomas arrossì, come accadeva ogni volta che Newt gli dicesse parole simili e non resistette all'impulso di far scontrare le loro labbra.

Si stese, permettendo a Newt di porsi sopra di lui, continuando a baciarlo, ad assaporare ogni millimetro delle sue labbra.
Newt morse il labbro inferiore di Thomas, tirandolo appena per sentire un suo gemito, il moro vagò con le mani sulla felpa dell'altro ragazzo, infilandole sotto di essa e sfiorando la sua pelle.
Lo sentì rabbrividire al suo tocco.

Newt si spostò dalle labbra alla mascella, per poi raggiungere il collo di Thomas e trovare un punto debole, sul quale decise di concentrarsi maggiormente, inumidendolo con la lingua e suggendo appena.

Thomas era scosso da brividi, gemette ancora una volta ed espose maggiormente il collo, dando campo libero al biondo.

Il giorno successivo avrebbe sicuramente dovuto indossare, come minimo, un maglioncino con il collo alto, ma in quel momento, mentre Newt stava giocando anche col suo autocontrollo, oltre che col collo, Thomas non ci pensò nemmeno.

Saudade | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora