19 - Notte insonne

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Newt allungò di poco il braccio per prendere il proprio cellulare e guardare l'orario: erano appena le tre di notte.
Aveva evitato di muoversi continuamente per non svegliare Thomas, che al suo contrario sembrava dormire senza alcun problema, ma sentiva il bisogno di alzarsi, non riusciva più a stare sdraiato senza fare niente, a fissare il soffitto.

Newt posò il cellulare sul comodino e si alzò, quanto più lentamente e silenziosamente possibile, per raggiungere il bagno.

Il silenzio sembrava amplificare ogni suo passo, anche se era rimasto scalzo per evitare di fare troppo rumore.

Si passò una mano tra i capelli completamente disordinati, richiudendosi la porta alle spalle una volta entrato.
La stanchezza la sentiva eccome, eppure mancava di sonno.

Potrei essere più contorto di così?, pensò, lavandosi le mani e bagnandosi anche il volto.
Prese il proprio asciugamano e si tamponò il viso, poi uscì nuovamente e tornò in camera.

Si avvicinò alla porta finestra chiusa, che dava sul balcone, dalla quale entrava un po' di luce proveniente da un lampione distante dalla casa di Thomas, scostò la tenda e alzò lo sguardo verso il cielo.
C'erano pochissime stelle, quella notte, la Luna nemmeno si vedeva.
Newt rimase immobile nella stessa posizione per vari minuti, con la testa leggermente rivolta verso l'alto e la mano ferma a mezz'aria per tenere la tenda lontano dal volto.

«Newt?» si sentì chiamare in un sussurro, il biondo si voltò appena verso Thomas, che lo stava guardando con gli occhi socchiusi.
«Cosa ci fai ancora sveglio?» gli chiese, sempre con tono basso, l'altro ragazzo, la voce rauca a causa del sonno.

«Non riesco a dormire» Newt scrollò le spalle, lasciando ricadere la tenda in maniera tale che coprisse la porta finestra.

Tornò nuovamente sul letto, al fianco di Thomas, che si era girato verso di lui.

«Sei sveglio da quando ci siamo messi a letto?» domandò il moro, stringendosi nel piumone.

«Mh» Newt annuì, incrociando le gambe.

«Se vuoi ti preparo qualcosa di caldo, una tisana? Un té?» propose Thomas.

«Non preoccuparti, torna a dormire» gli disse il biondo, rivolgendogli un piccolo sorriso e mettendosi sotto le coperte.

«Non adesso che mi sono svegliato» replicò Thomas, con un piccolo sbuffo.

Newt ridacchiò silenziosamente, rivolto verso il suo migliore amico: «Vuoi che ti racconti una favola?» chiese ironico.

«Veramente ero io quello che si occupava di questo» osservò l'altro ragazzo.

«Le cose cambiano, Tommy» ribatté Newt, con tono ironico.

«Nah, non credo» disse il moro, «Direi, più che altro, si evolvono.»

«È la stessa cosa, stupido» Newt toccò la punta del naso di Thomas con un indice, «Mutano, in ogni caso.»

«Tra noi però non è cambiato nulla» fece notare Thomas.

Newt corrugò la fronte, «È normale che non sia cambiato nulla, cosa ci sarebbe dovuto essere di diverso?»

«Non ne ho idea» Thomas emise una risatina, confondendo maggiormente l'altro ragazzo, «Non sempre le cose cambiano, il nostro rapporto ne è un esempio concreto» soggiunse il moro.

«Dubito che tu abbia pienamente ragione, ma credo che nel nostro caso sia un po' diverso. Voglio dire, con me è differente, credevo lo sapessi» disse Newt, sbattendo le ciglia un paio di volte e sbadigliando poco dopo.

«Sonno?» mormorò Thomas, ignorando volontariamente le parole di Newt, che gli avevano fatto nascere una sorta di calore all'altezza del petto, una sensazione che il ragazzo si costrinse ad ignorare.

«No. Sono stanco, ma non ho nessuna voglia di dormire» rispose il biondo, con un leggero sbuffo.

«Sicuro di non voler qualcosa di caldo da bere?» domandò nuovamente Thomas.

«Ho detto no, Tommy. Non ti farò alzare per preparare due tazze di té» replicò Newt, con tono che non ammetteva repliche.

«Peccato, perché io ho proprio voglia di bere un té caldo, che è ciò che andrò a preparare» sentenziò il moro, alzandosi dal letto e accendendo la luce soffusa del comodino.

«Mh, non ho voglia di alzarmi dal letto, Tommy. Torna qui e finiscila» lo riprese Newt.

«Ti porto la tazza a letto, allora. Aspetta qui e fatti venire almeno un po' di sonno» Thomas sorrise angelicamente, mentre l'altro ragazzo roteò gli occhi.

«Va bene» si arrese.

Thomas impiegò poco tempo a riscaldare l'acqua - utilizzando i fornelli per evitare di far troppo rumore e svegliare i suoi genitori - e versarla poi in due tazze.
Aprire un cassetto per prendere le bustine di té gli costò un rumore abbastanza udibile, che non sembrò però infastidire nessuno, così, una volta immerse nell'acqua calda, il ragazzo tornò al piano superiore con le due tazze fumanti tra le mani.

«Ecco a te» parlò in un sussurro, porgendo a Newt la tazza che gli spettava.
Prima di prenderla, il biondo si sedette nuovamente con le gambe incrociate e lo stesso fece Thomas.

Il té era bollente, perciò entrambi dovettero aspettare vari minuti prima di poterlo bere senza scottarsi le labba o la lingua.

«Senza zucchero, come piace a te» mormorò Thomas, accennando un sorriso.

«Come minimo, dovresti conoscere i miei gusti» Newt lo guardo con espressione ovvia.

«Be', un grazie potresti anche concedermelo» replicò il moro, roteando gli occhi.

«Grazie di non avermi ascoltato, come sempre, Tommy» mormorò con ironia l'altro ragazzo, sporgendosi per lasciare un bacio sulla guancia di Thomas.

«È stato un piacere, Newt» rispose quest'ultimo, con un sorriso.

Quando entrambi ebbero finito di bere, posarono le tazze sui rispettivi comodini, Newt insisté perché Thomas non si alzasse per portarle al piano inferiore, dato che avrebbe rischiato solo di fare rumore inutilmente.

«Domani mattina le laviamo, qual è il problema?» gli aveva detto il biondo e finalmente Thomas si era arreso, con riluttanza.

Thomas sbadigliò, guardò l'orario sul cellulare: erano le quattro e un quarto.

«Forse è il caso di provare a dormire, non pensi?» propose Newt, vedendo come l'altro ragazzo stesse cedendo al sonno.
«Direi che per 'sta notte hai fatto abbastanza, Tommy. Mettiti a dormire» disse gentilmente, il moro sembrò ascoltare quel suggerimento, si sdraiò sotto le coperte, rivolto verso Newt.

Questi fece lo stesso, chiudendo gli occhi.

«'Notte, Newt» mormorò poco dopo Thomas.

«Buonanotte, Tommy» rispose Newt, sospirando.
Si concentrò sul respiro regolare del suo migliore amico, che era l'unica cosa udibile nel silenzio, per cercare di addormentarsi.

Saudade | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora