23 - Ricordi inaccessibili

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Quando Thomas si svegliò, il letto in cui si trovava era vuoto.
Fece leva sui gomiti per alzarsi di poco, evitando movimenti bruschi che gli sarebbero costati sicuramente dei capogiri.
Sbatté le palpebre varie volte, sentiva il sangue pulsare all'altezza delle tempie e lo stomaco era sottosopra, non si era mai svegliato così male in tutta la sua vita, pensò.

Cercò di sedersi, sentiva i muscoli dolere al minimo movimento e si accorse di essere rimasto completamente nudo.
E non aveva alcun ricordo della notte trascorsa.

Thomas sbuffò, le pulsazioni erano insistenti, così come la nausea e i dolori.
Sapeva che dei semplici farmaci per alleviare il mal di testa non sarebbero serviti.

Infilò i boxer e i jeans che aveva indossato la sera precedente, poi si alzò in piedi, avvertendo solo dolore e un senso di indolenzimento che non fece altro che infastidirlo maggiormente.

Thomas vide l'orario sul display del cellulare: erano le tre del pomeriggio.
Possibile che nessuno fosse andato a svegliarlo? Era Capodanno e aveva praticamente perso più di metà giornata.

Decise di non infilare la maglietta e, prima di uscire dalla stanza, rimosse le lenzuola dal letto, così da poterle portare nella lavanderia.

Scese le due rampe di scale che lo sparavano dal piano terra, nonostante tutto riusciva almeno a mantenersi in equilibrio.

Thomas sentì un vociare proveniente dalla televisione, segno che qualcun'altro doveva essere sveglio.
Infatti, quando raggiunse il soggiorno, Brenda e Minho erano distesi su due divani, lei teneva il cellulare tra le mani, mentre lui sembrava guardare distrattamente un programma.
Entrambi avevano le occhiaie, non molto evidenti, ma abbastanza da lasciar intendere che nemmeno loro si erano risparmiati con l'alcool.

«Thomas, buongiorno» disse Brenda, con un tono di voce basso, stanco.

«'Giorno, Thomas» salutò Minho, sbadigliando subito dopo.

«Non avete un gran bell'aspetto» commentò il ragazzo, ridacchiando.

«Senti chi parla, hai due occhiaie da paura» replicò Brenda, mettendosi a sedere.

«Teresa non è rimasta a dormire? E Newt?» domandò poi Thomas, aveva ancora le lenzuola tra le mani, vide i suoi due amici scambiarsi un'occhiata.

«Sono usciti verso le dodici» rispose semplicemente Brenda, «Non so con quale coraggio o voglia, ma hanno detto che sarebbero andati a fare una passeggiata.»

«Alle dodici? Scusatemi, eravate tutti svegli da più di tre ore e nessuno si è degnato di venirmi a chiamare?» il moro sbuffò, non se l'era davvero presa, più che altro era il pensiero di Newt con Teresa, ad infastidirlo.
Ancora una volta, si ricordò mentalmente di quanto fosse patetico, Newt non era nemmeno interessato alla ragazza e lei aveva un probabile interesse per Brenda, non c'era nulla per cui infastidirsi.

E poi, Newt era il suo migliore amico, in ogni caso avrebbe potuto stare con chi voleva, perché loro due non erano niente
Eppure, il pensiero del ragazzo biondo con qualcun altro, per Thomas era insopportabile.

«Thomas, cacchio come sei ridotto male, amico. Ci sei? Sono due volte che ti pongo la stessa domanda e tu sei là a fissare un punto indefinito come un cretino» disse Minho, distogliendo l'altro ragazzo dai propri pensieri.

«Scusami, mi sento malissimo, ho dolori ovunque. Cosa hai detto?» domandò Thomas, sbuffando.

«Non ricordi niente di ieri notte?» il tono di Minho era scocciato, odiava ripetere le cose più di una volta.

«No. Diamine, ho delle cacchio di pulsazioni ovunque, i muscoli mi fanno un male da morire e credo di poter vomitare da un momento all'altro» dichiarò l'altro ragazzo.

«Peggio di una donna incinta, insomma» commentò Brenda.

«Per come stanno attualmente le cose, se avesse avuto un utero lo sarebbe stato davvero» replicò Minho, con una nota di sarcasmo.

«Che diamine state dicendo?» Thomas non capiva e non voleva nemmeno sforzarsi di farlo, era dolorante e aveva solo bisogno di dormire, magari per giorni.

«Dobbiamo fare due chiacchiere, pivello. Va' a lasciare quelle lenzuola, muoviti» disse il ragazzo asiatico.

Thomas deglutì a vuoto, Minho sembrava completamente serio e questo era molto più che preoccupante.
Il ragazzo si avviò verso le scale, scendendo, improvvisamente nella sua mente si fece spazio un'immagine delle persone stipate nella taverna, la musica alta, lui che guardava Newt ballare.

Thomas deglutì di nuovo, sentì le guance assumere calore, raggiunse la lavanderia e vi lasciò le le lenzuola, salendo quanto più lentamente possibile.
La testa gli girava di tanto in tanto e i dolori in generale non si erano alleviati, così come la nausea, che non accennava ad attenuarsi.

Tornato in salotto, il ragazzo prese posto sul divano vuoto, Minho spense il televisore e Brenda mise in stand-by il cellulare, rivolgendo la sua attenzione a Thomas.

«Possibile che tu non abbia nemmeno un mezzo ricordo di come si sia svolta la serata?» domandò Minho.

«Ti ho detto di no, cacchio. Volete dirmi che diamine è successo? Ho visto l'occhiata che vi siete scambiati e vi comportate come se avessi commesso un reato» sbottò Thomas, sentendo il nervosismo accumularsi.

«Be', forse è meglio che tu scopra da solo cosa sia successo, Thomas. Intanto ti prendo qualcosa per alleviare almeno il mal di testa» mormorò Brenda, alzandosi e dirigendosi verso la cucina.

«Minho, che diamine ho fatto, ieri?» il tono di Thomas era scocciato, non capiva perché i suoi amici si stessero comportando in quel modo e si sentiva nervoso, improvvisamente ebbe come la consapevolezza che avesse fatto qualcosa, effettivamente.

Il ragazzo asiatico scosse la testa, «È meglio che tu lo scopra da te, pivello. Piuttosto, vedi di fare come me e Brenda, fatti una bella dormita. Questa sera si esce, andiamo in un posto tranquillo così da poterci riprendere un po'. Aris e Rachelle ci faranno compagnia.»

«E in tutto questo... Misty?» domandò Thomas, che non ricordava di aver visto la ragazza alla festa.

«Lei è costretta a restare coi suoi parenti» Minho fece spallucce, «I suoi non sanno nemmeno che sta con me.»

«Ah» Thomas lasciò cadere il discorso, nel frattempo Brenda era tornata con un bicchiere d'acqua ed una bustina.

Thomas la ringraziò e versò il contenuto nel bicchiere, bevendo poi tutto in una sola volta.

«Va' a riposare» disse Brenda, con un sospiro, «Forse più tardi ti ritornerà qualcosa in mente.»

Thomas, ancora nervoso, voltò le spalle ai suoi amici, risalendo le scale per poter raggiungere la camera dove aveva dormito la notte precedente.

«Le lenzuola pulite sono nell'armadio» gli gridò Minho dal piano inferiore, Thomas non rispose, quando raggiunse il secondo piano sbatté la porta della stanza, chiudendola a chiave.

«È un disastro, lo sai, vero?» domandò Brenda a Minho, incrociando le braccia al petto.

Lui non rispose, ma l'occhiata che le rivolse fece capire la tacita risposta affermativa a quella domanda.

Note Autrice
Ringraziamo wattpad per avermi fatto impanicare, piangere, imprecare, morire dentro ed infine recuperare questa storia alle due e mezza di notte.
Ho avuto una paura tremenda, fortunatamente era solo un bug del sistema, ma sono stata proprio male.

A parte tutta la sofferenza di ieri, ecco qui il nuovo aggiornamento.
Ci avviciniamo ai primi problemi, già.

Se vi va ditemi cosa ne pensate di questo capitolo, love you all ♡

.Reb.

Saudade | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora