«Non voglio nemmeno credere al fatto che tu mi abbia fottutamente convinto ad andare a questa cacchio di festa, Tommy» mormorò Newt, mentre sfilava la felpa per indossare qualcosa di più adatto al contesto in cui si sarebbe trovato.
Thomas emise una risatina, sistemandosi la maglietta nera e abbiandoci un giubbotto in ecopelle del medesimo colore, sfilando poi il pantalone della tuta per sostituirlo con un paio di jeans.
Newt, invece, optò per una camicia bianca in contrasto a dei jeans scuri.«Oh andiamo, non ti avrei mai lasciato da solo a casa e poi Minho e gli altri tengono alla tua presenza. Come saresti potuto mancare?» disse Thomas, riponendo una tuta nell'armadio e uscendo dalla stanza, seguito da Newt.
«Thomas, rimarrai a dormire da Minho?» domandò Jeanette quando i due ragazzi scesero le scale, la donna aveva un'aria parecchio stanca, abbattuta.
«Sì, mamma. Rimaniamo entrambi a casa sua, dato che immagino finiremo molto tardi» il ragazzo sorrise, la signora Edison si avvicinò a lui e gli lasciò un bacio sulla fronte, Thomas dovette piegarsi di qualche centimetro per arrivare all'altezza della donna.
«Magari riposati, 'sta notte. Sembri veramente distrutta» mormorò lui, premurosamente.
Jeanette sorrise, poi si rivolse a Newt: «Tieni d'occhio questa peste, so che sei molto più responsabile di lui» sorrise, dando un bacio anche a Newt, sulla guancia.
«Grazie, eh» replicò Thomas, ironicamente.
«È la verità, Tommy. Accettalo» gli disse Newt, facendogli l'occhiolino.
«Certo, come no» il moro roteò gli occhi, per poi avviarsi verso la porta.
«Non esagerate con l'alcool e Thomas, non provare a negare perché so che ce ne sarà. Sono stata sedicenne anche io» disse Jeanette, con un tono scherzoso, facendo ridacchiare i due ragazzi.
Newt e Thomas presero il primo bus disponibile per raggiungere la villa nella quale abitava Minho.
Quando arrivarono, il giardino era pieno di gente, che si trovava all'esterno nonostante il freddo che faceva, mentre all'interno la situazione era più tranquilla, dato che vi erano solo dei gruppi di persone sparsi.
«Bene, dove sono tutti?» domandò Newt, guardandosi intorno.
Improvvisamente, dal piano inferiore si sentì della musica ad alto volume, Thomas guardò il suo migliore amico e gli fece cenno di seguirlo.
Scesero le scale e giunsero nella taverna, dove trovarono Minho ed un altro gruppo di ragazzi intenti ad armeggiare con un computer, un mixer e delle casse, dalle quali proveniva la musica.
«Eccovi, era ora!» esclamò Minho, andando incontro a Thomas e Newt, che gli rivolsero un sorriso.
«Sono contento che tu abbia convinto Newt a venire» il ragazzo asiatico si rivolse a Thomas, dando una pacca sulla spalla del biondo, il quale si limitò ad alzare gli occhi al soffitto.
«Ti divertirai, vedrai» mormorò Minho, rivolto a Newt, poi gli si avvicinò all'orecchio per sussurrargli: «Ci sono anche tantissimi ragazzi, fa buona scelta, amico.»
«Non sono il tipo da one-night-stand Minho» Newt si spostò di un passo, storcendo il naso.
Thomas lanciò un'occhiata poco amichevole a Minho, gesto che al biondo non sfuggì, ma il ragazzo asiatico scoppiò a ridere, scuotendo la testa, poi cambiò argomento.
«Brenda e Teresa al momento sono sparite, io do una controllata in giro mentre quei pivelli sistemano le casse e la musica. Se volete qualche drink, li trovate al piano superiore in cucina. Non è arrivato il momento di uscirli, ma per voi due sono a disposizione» e dette quelle parole, si allontanò verso le scale.
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Saudade | Newtmas
FanfictionSaudade: (n.) un nostalgico desiderio di essere di nuovo vicino a qualcosa o qualcuno che è distante, o che è stato amato e poi perso; "l'amore che rimane". [ A nostalgic longing to be near again to something or someone that is distant, or that has...