Capitolo 8

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Cerco di spingerlo via con tutte le forze che ho in corpo, ma non riesco a smuoverlo di un millimetro.

Mi afferra per le spalle e mi butta in terra, mettendosi sopra di me per impedirmi di muovermi.

Urlo più forte che posso, ma lui mi tappa la bocca con la sua mano.

"Che cazzo credi di fare? Povera Sky, nessuno ti aiuterà. Sei proprio come tua madre" mi ride in faccia.

"David cosa vuoi da me? Ti prego lasciami, non ho fatto niente di male" dico col cuore che batte forte contro il mio petto.

A quelle parole David mi guarda con gli occhi pieni di rabbia e mi stringe le mani intorno al collo.

Spalanco gli occhi per la paura, mentre l'aria nei miei polmoni inizia a scarseggiare.

"Credi di non aver fatto niente? E di chi è la colpa se Claire è morta? È solo colpa tua Skylar, solo tua. Pagherai per quello che hai fatto" grida stringendo maggiormente la presa.
Ora ho capito perché ce l'ha con me. Lui cerca vendetta.

Non riesco quasi più a respirare, sento la testa che gira, ma non mollo, continuo a lottare. Con una forza che non credevo di avere gli tiro un pugno sulla mascella, sento uno scricchiolio di ossa.

Lui cade di lato e rimane a terra con una mano premuta nel punto in cui l'ho colpito.

Mi metto su un fianco e cerco di riprendere fiato, tossendo ripetutamente. Massaggio il collo dolorante e noto che mi sanguinano le nocche, quel pugno ha fatto più male a me che a lui.

Lancio un'altra occhiata al suo corpo disteso a terra e mi rimetto in piedi un po' barcollante.

Mi guardo intorno cercando qualcosa per difendermi, e sul tavolo della cucina vedo un coltello.
Cerco di camminare il più velocemente possibile per prenderlo.
Sento dei passi dietro di me, i suoi passi.

I battiti del mio cuore aumentano a dismisura.
I miei movimenti sono lenti e sgraziati a causa della gamba dolorante.

Quando sono vicina al tavolo allungo il braccio più che posso. Con un ultimo sforzo riesco ad impugnare il coltello, ma nel frattempo il rumore di passi è cessato. E' dietro di me.

Mi giro di scatto pronta per colpirlo, ma lui è più veloce e mi assesta un pugno sull'occhio.

Cado a terra, con la guancia appoggiata al pavimento freddo. Tutto intorno a me diventa buio, mentre un dolore lancinante mi costringe a boccheggiare. Vorrei gridare ma non ho la forza per farlo. La voce mi muore in gola.

"Sei solo una puttana. Non è finita qui." mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire.

Si pulisce il sangue con la manica della camicia, dopodichè prende le chiavi della macchina e se ne va sbattendo la porta.
Non è cambiato di una virgola.

Sento una lacrima che si fa strada sulla mia guancia, poi due, tre. Un mare di lacrime.

Tiro le ginocchia al petto stringendole con le mie braccia. Mi lascio andare ad un pianto liberatorio. Un pianto di frustrazione, di rabbia, di dolore e di paura.

Questa era la prima volta che David alzava le mani su di me dopo la morte della mamma, ma non sarà l'ultima.

Metto le mani per terra e faccio forza con le braccia per tirarmi su. Sento l'occhio che pulsa, perciò prendo un po' di ghiaccio dal frigo e glielo metto sopra.
Un lamento mi esce dalle labbra.

Vado in bagno e mi pulisco le nocche insanguinate. Non mi guardo allo specchio per paura della mia immagine riflessa, quindi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte, nella speranza di addormentarmi e dimenticare tutto.

~Perfectly Wrong~ S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora