Capitolo 41

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Canzone consigliata per il capitolo
"Don't tell me", Ruel

Appena prima di scendere dall'autobus alzo il cappuccio della felpa sulla testa, e cammino mantenendo lo sguardo rivolto verso il marciapiede.
Lancio una rapida occhiata intorno a me con circospezione, i miei occhi sono nascosti dietro due grandi lenti scure.

Anche se la campanella non è ancora suonata entro a scuola, per paura di incrociare i miei amici.
O meglio, quelli che erano miei amici.

Senza neanche togliermi gli occhiali mi dirigo al mio armadietto, facendo finta di sistemare qualche libro.

Riesco a percepire degli sguardi da parte degli studenti che si aggirano tranquillamente per i corridoi, ma come biasimarli.
Conciata così devo sembrare veramente ridicola.

Non mi sono presa la briga di cambiarmi, indosso ancora gli stessi vestiti di ieri, una felpa oversize grigia, e dei pantaloni della tuta sgualciti.
Prima di uscire di casa ho legato i capelli in una coda veloce, senza prestare attenzione ai ciuffetti che sono sfuggiti al mio elastico, ma in questo preciso istante non potrebbe fregarmene di meno del mio aspetto.
Mi sento di merda, gli occhi mi bruciano, e la testa tende a girarmi quando faccio movimenti bruschi.
Questo è quello che succede a non mangiare per più di 24 ore, mi dico mentalmente, ma il solo pensiero di dover masticare e deglutire qualcosa di solido mi fa venire i conati.

Il brusio intorno a me è aumentato, e dato che la maggior parte degli studenti si sta riversando nei corridoi decido di sgattaiolare già in classe.

Ovviamente tutti i banchi sono ancora liberi, perciò mi siedo in un angolino in ultima fila.
Inizio a tirare fuori i libri mentre la campanella trilla, e i primi studenti iniziano ad entrare.

Fisso con attenzione la porta, giocherellando distrattamente con i polsini della felpa.
So che prima o poi dovrò affrontare gli altri, ma preferisco rimandare quel momento a più tardi possibile.

Subito dietro ad un ragazzo alto con i capelli rossi vedo il profilo di Madison, che lancia un'occhiata fulminea all'aula. Mi sta cercando.

Mi chino verso lo zaino facendo finta di prendere fuori qualcosa, e solo quando lei prende posto tra le prime file mi rimetto a sedere composta.

Osservo la sua figura che mi da le spalle, e una morsa mi stringe lo stomaco.
Di solito stavamo sempre vicine durante le lezioni, eravamo compagne di banco.

Quando lei rimaneva indietro con gli appunti copiava da me, e viceversa.
Quando la lezione si faceva noiosa ci scambiavamo degli stupidi bigliettini.
Dovrei averne ancora qualcuno nell'astuccio.

"Buongiorno ragazzi" esclama il prof entrando in classe.
Si siede dietro la cattedra e accende il computer per fare l'appello, mentre nella classe si sente un brusio di sottofondo.
Un aeroplanino di carta vola dalla parte opposta dell'aula, alcune ragazze chiacchierano fra loro, il ragazzo di fianco a me si limita a giocare silenziosamente al cellulare, alzando ogni tanto la testa per assicurarsi di non essere beccato dal prof.
Madison invece si attorciglia ripetutamente una ciocca di capelli fra le mani ricoperte di anelli di ogni tipo.

"Marcus c'è, Martinez c'è, Morris?" la voce del professore mi riporta alla realtà, facendomi sussultare. L'attenzione della classe ora è rivolta a me.

"Presente" biascico guardando fisso il quaderno aperto di fronte a me.

Riesco a percepire il suo sguardo puntato su di me, e di fatti quando alzo la testa incrocio gli occhi preoccupati e severi della mia amica.

~Perfectly Wrong~ S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora