Capitolo 48

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Il suono della sua voce mi fa gelare il sangue nelle vene.
Un brivido mi corre lungo la spina dorsale, le spalle mi si irrigidiscono.

Se ne sta lì in piedi come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non fossero passati mesi dall'ultima volta che ci siamo visti, come se non mi avesse messa in guardia dicendomi di stare attenta, ma attenta a cosa?

Il mio cervello sembra non riuscire a connettere, apro la bocca per parlare ma le parole mi muoiono in gola.

Una nube grigia copre il sole caldo che fino a qualche minuto fa brillava nel cielo.
Il vento forte e sferzante inizia a soffiare su di noi, sollevando il ciuffo di capelli che ricopre la fronte di Cameron.

"Ti starai chiedendo perché io sia qui" dice con un sorriso beffardo, dando un calcio a qualche sasso.

Gli occhi sono marcati da dei grossi segni scuri, come se non dormisse da giorni.
La barba è incolta, il viso stanco.

È quasi irriconoscibile.

"Non mi interessa, ti basti sapere che Shawn sarà qua tra pochi minuti" rispondo sulla difensiva, lanciando occhiate furtive al sentiero che ha seguito Shawn per tornare alla macchina.

Cameron ride, e con una mano si abbassa la cerniera della sua giacca di pelle.

"E invece dovrebbe interessarti, soprattutto in vista di domani"

Arretro istintivamente, come se mi avesse appena colpita.
"Come fai a sapere dell'udienza?"

"Beh, io sono qua proprio per questo. Tu domani andrai in tribunale," inizia a camminare verso di me, fissandomi negli occhi. "ti siederai davanti al giudice, e dirai che hai mentito. Su tutto."

Continua ad avanzare, e io mi ritrovo ormai con l'acqua alle caviglie.

"Dirai che David è innocente al cento per cento, che è un brav'uomo e sopratutto un padre amorevole" continua lui.

"No"

Il suo passo finalmente si arresta.
"Cosa?" domanda sollevando un sopracciglio.

Il mio petto si alza e si abbassa velocemente, respirare mi sembra difficilissimo.
"Ho detto di no" sputo acida.

Nell'aria risuona il suono della sua risata, una risata amara e terrificante.

Infila una mano in tasca e con un gesto così rapido che non faccio in tempo neanche a muovermi, mi ritrovo una pistola puntata contro.

Smetto di respirare per una manciata di secondi, mentre il mio corpo trema.
"Allora non mi devo essere spiegato bene. Tu farai quel cazzo che ti dirò io, ti è chiaro?" urla sventolandomi l'arma davanti al volto.

Una lacrima mi riga il volto mentre mi ritrovo ad annuire.
Lui fa qualche passo indietro, senza però abbassare la pistola.

Giro la testa di scatto verso la boscaglia quando sento provenire da essa un rumore di passi, seguito da un fischiettio.
Il viso di Shawn fa capolino, ma l'aria serena che era dipinta sul suo volto sparisce in secondo.

L'arma viene puntata sul suo viso, e io non riesco a trattenere un grido.

"Cosa cazzo sta succedendo? Cameron?" un lampo di paura gli attraversa il viso, e la custodia marrone che teneva sulle spalle gli cade con un tonfo.

I suoi occhi preoccupati saettano tra me e la pistola.

"Rimani dove sei o ti pianto una pallottola in fronte" grida Cameron privo di emozioni.

"Cameron cosa cazzo stai facendo?" ribatte Shawn con voce scossa, gli occhi spalancati.

"Sono qua per lei" fa un cenno nella mia direzione.

~Perfectly Wrong~ S.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora