Capitolo X.

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Xavier guardava malissimo Martin. E la cosa mi sembrava stranissima giacché il secondo mi aveva riferito che erano amici. Da ben cinque anni.

«Che cosa ci fai qui?» domandò Xavier, sprezzante.

Forse era solo il tono che utilizzava con tutti i suoi presunti amici.

«Sono qua per la mostra, ovviamente» rispose Martin, con estrema tranquillità.

«Intendevo dire che cosa ci fai qui con lei.» Mi indicò con un indice.

Mi intromisi subito nel discorso. «Noi due ci conosciamo già, ci siamo scontrati una settimana fa in pasticceria e adesso ho incontrato nuovamente il tuo amico qui.»

«Lui non è mio amico» replicò Xavier acido.

«Scusa?» Martin poggiò le mani sui fianchi, quasi offeso. «Devo rammentarti che ci conosciamo dal 2014? Su, Henri, sei nervoso oggi?»

«Io e te siamo solo dei semplici conoscenti.»

Martin si voltò verso di me sospirando ma sorrideva allo stesso tempo. «Abbiamo proprio ragione sul fatto che sia fastidioso, eh?»

«Fin troppo» dissi io. Xavier mi fissò oscuro ma non mi incuteva alcuna paura. C'era Martin al mio fianco e lui la pensava al mio stesso modo.

«Comunque Henri...» Martin riprese il discorso «passa da me, dopo, ti illustrerò il mio progetto.»

«Ne farò a meno.»

«Sicuro? O temi che sia meglio del tuo?»

«Oh, impossibile.»

Poi vidi Martin girarsi verso di me.

«Vieni anche tu, mi piacerebbe mostrarti il mio lavoro.»

«Assolutamente!» risposi mentre mi beccai un'occhiataccia da Xavier, il quale si schiarì prepotentemente la voce.

«Tu sei al mio servizio e rimarrai con me fino alla fine della giornata.»

«Non sono la tua schiava, genietto del cavolo.»

«Devo ricordarti il patto?»

Martin scoppiò a ridere ascoltando la nostra discussione. «Xavi, ma sei serio? Camille è una ragazza, dovresti comportarti galantemente con lei e, soprattutto, è libera di fare ciò che desidera da essere umano qual è.»

«Innanzitutto per te sono solo Xavier» lo corresse immediatamente. Io alzai gli occhi al cielo spazientita: non voleva nemmeno farsi chiamare con un diminutivo amichevole? «E come seconda cosa: Camille è stupida e si fa abbindolare da gente come te.»

«Gente come me, come?» Martin lo sfidò. Sempre accompagnato dal suo sorrisetto sulle labbra.

Ma Xavier non rispose. Mi strinse un braccio e voltò le spalle al suo amico. «Addio.»

«Lasciami!» esclamai io mentre cercavo di divincolarmi dalla presa. Mi stava allontanando velocemente da Martin.

Quando arrivammo alla sua postazione mollò il mio braccio bruscamente.

«Si può sapere che cosa ti prende?!» dissi quasi urlando. Ero stufa del suo atteggiamento irritato. «È così che si trattano gli amici?»

Xavier mi guardò profondamente negli occhi, cosa che non aveva mai fatto finora.

«Stai lontana da quel tipo.»

«Come?»

«Tieniti a debita distanza e non parlargli.»

Il mio Ricco e Arrogante ScienziatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora