Xavier continuava a lamentarsi. Anche quando superammo i controlli ed entrammo finalmente all'interno dell'enorme stadio in cui si sarebbe svolto il concerto di Stromae.
Ormai mancava soltanto mezz'ora e io non stavo più nella pelle. Anche se, a rovinarmi un po' l'atmosfera, c'erano lui e le sue lamentele.
«Fa caldo.»
«Stavo meglio fuori in fila.»
«Fra poco ci ritroveremmo tutti appiccicati.»
Io continuavo a sospirare infastidita. «Potresti cercare di divertirti almeno questa sera, genietto?»
«Ti ricordo che mi hai trascinato qui con la forza. Oltretutto invertendo i ruoli, visto che sei tu quella che sta al mio servizio.»
«Oggi la tua schiava ha preso il giorno di ferie» replicai. Non riusciva a rimanere in silenzio neppure per un istante. La sua lingua biforcuta sapeva solamente brontolare, per di più non criticava neanche cose sensate.
Addirittura quando gli proposi di comprare una delle fascette da mettere in testa mi lanciò una fulminata dicendo: «è abbastanza infantile.»
Ah, brutto arrogante del cavolo! Ma com'era possibile che mi trovassi ancora al suo fianco? Una ragazza sana di cervello non avrebbe minimamente pensato di invitarlo a un concerto.
Improvvisamente le luci si abbassarono sull'intera zona del parterre, oscurando anche i posti nelle tribune. Solo il palco rimase illuminato. Dopo qualche secondo, i riflettori in alto proiettarono una miriade di fasci colorati e la musica partì con un leggero boato che fece urlare entusiasti tutti i presenti.
Stromae comparve al centro del palco, una pedana si sollevava dal terreno e lo portava verso l'alto. Iniziò a cantare mentre io e gli altri gridavamo e gli stavamo dietro cantando a squarciagola. Xavier era immobile, e in effetti non potevo che dargli ragione in quella situazione: le persone accanto lo spingevano a destra e a sinistra e non aveva ampia libertà di movimento. Di sicuro si stava sentendo totalmente a disagio.
Gli diedi una pacca sul braccio. «Forza, Xavier, balla!» esclamai elettrizzata mentre saltavo a ritmo della musica.
Lui guardò la mia mano con la sua solita smorfia schifata. E ovviamente non seguì il consiglio.
Ma notai che, mentre ballavo, mi dava delle continue occhiate, e non per cacciare qualche stupido commento sul mio atteggiamento.
Quando partì Tous les Mêmes udii Xavier dire: «oh, finalmente una canzone che conosco...» e aveva un leggero sorriso stampato sulle labbra. Lo spocchioso scienziato stava sorridendo?
Lo vidi perfino dondolare il capo sulle note della musica. Forse ero veramente riuscita nel mio intento, si stava lasciando andare!
Io mi scatenai tantissimo, ero troppo felice quella sera. Gridavo senza sosta insieme alla gente e non avevo più la voce. Quando terminò il concerto, infatti, non ero per niente stanca, anzi, avrei proseguito così per tutta la notte. Ma Stromae salutò i presenti nello stadio rivolgendoci un affettuoso au revoir, Paris!
Caddero una marea di coriandoli dal soffitto, che mi si incastrarono fra i capelli. Quando riaccesero le luci normali, tentai di acchiapparne qualcuno dal suolo per tenerlo come ricordo di quell'incredibile serata.
«Sei completamente pazza» mi disse Xavier quando gli spiegai che cosa stessi facendo.
«Non mi aspetto che tu lo comprenda visto che hai la sensibilità di un elefante.» Figuriamoci se avesse potuto capire appieno il gesto di conservare un ricordo. «Allora, ti sei divertito?»
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Il mio Ricco e Arrogante Scienziato
RomansaCamille pensa di conoscere tutto di Xavier Leblanc, il figlio del ricco fondatore della Star Corporation, un'importante azienda di Parigi che ha creato la Star Phone. Lo considera una "scatola vuota", un ragazzo dall'accattivante bellezza esteriore...