Quando il giorno dopo tornai a scuola, notai che Xavier non era presente.
Il suo banco era vuoto e la cosa mi sembrò strana visto che non era da lui saltare le lezioni.
Soprattutto dopo la sua visita a casa mia.
Mi aveva detto esplicitamente che voleva vedermi, quindi perché mai era assente quel giorno?
La soluzione era semplice quanto efficace: sarebbe bastato mandargli un messaggio con il cellulare per chiedergli se stesse bene. Ma non ne ero capace. Non dopo tutto ciò che era accaduto.
Facevo ancora a pugni con quello che sentivo quando gli stavo di fronte e, dopo ieri, ancora di più.
«Non lo so perché Xavier non sia venuto a scuola, oggi» mi risposero alcuni suoi amici quando domandai sue notizie. Pareva che nessuno sapesse dove fosse finito quel pallone gonfiato.
«Non vi ha scritto proprio nulla, nemmeno un messaggio?» insistetti io.
Ma loro negarono.
Ottimo, pensai. Xavier Leblanc era praticamente scomparso dalla faccia della Terra.
Purtroppo c'era solo una maniera per poter venire a capo della situazione. Mi costava farlo, ma fui costretta.
Quando entrai nel suo laboratorio, l'ambiente odorava di un forte odore di alcool. Dovetti tapparmi il naso per non inspirarlo a fondo.
«Cos'è questa puzza?» chiesi a Xavier.
Lui era seduto sulla scrivania davanti al tablet e si alzò improvvisamente per raggiungere una lavagna bianca cosparsa di schizzi e formule incomprensibili al mio intelletto.
Con un pennarello blu annotò qualcosa in fretta, poi si girò verso di me.
«Ma guarda un po' chi è tornata...»
Mi imbarazzai all'istante.
«Ti sei degnata di ritornare.»
«Grazie per la tua gentile accoglienza» replicai. Avevo perso il conto del tempo trascorso lontano da lui e dal suo laboratorio. «Perché c'è questo odore di alcool nell'aria? Stanotte hai dato qualche festa tra scienziati?»
«Veramente ho dormito.»
«Beh, allora è stata Tanya a organizzare una festa con i suoi amici androidi?»
«Ma se non può bere e tantomeno mangiare!» Xavier usò il suo solito tono da so tutto io. «È venuto Martin.»
«Chi?» esclamai sorpresa.
«Non voglio ripetertelo.»
«E Martin... beve alcolici?»
«Ma che cosa c'entrano gli alcolici?»
«Stai sentendo la puzza che c'è nel tuo laboratorio?!» Glielo indicai. «Cos'è, avete deciso di prendervi una bella sbronza insieme?»
Lui sospirò come se mi ritenesse una grande stupida. «Ho lavorato fino ad adesso con l'alcool, è normale che sia rimasto l'odore.»
«E Martin cosa c'entra?»
«Quell'idiota è venuto a farmi visita» rispose sprezzante. Tipico di Xavier.
«Certo che hai davvero una buona considerazione degli amici...»
Xavier, come immaginavo, ci tenne a precisarmi: «lui non è mio amico.»
Alzai le spalle. «Ah sì, certo, non ho idea di chi potrebbe starti accanto.»
E mi morsi subito la lingua a quell'affermazione. Non per lo sguardo ostile che mi rivolse, ma nel ripensare a ciò che avevo iniziato a provare verso di lui.
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Il mio Ricco e Arrogante Scienziato
Roman d'amourCamille pensa di conoscere tutto di Xavier Leblanc, il figlio del ricco fondatore della Star Corporation, un'importante azienda di Parigi che ha creato la Star Phone. Lo considera una "scatola vuota", un ragazzo dall'accattivante bellezza esteriore...