"No non dico l'amore, che possiamo anche fare, ma l'amore"Questa frase finale fa di questo brano la più profonda "canzone" d'amore che io abbia mai ascoltato.
e questo perché scaturisce da un percorso tormentoso di autocritica, di incapacità di esprimere tranquillamente il proprio senso dei sentimenti, di incapacità di amarsi e muoversi connesso nel mondo, cosa che è intrinseca dell'uomo cosciente e che oggi si sintetizza nel troppo semplice "per amare gli altri bisogna amare se stessi", concetto ormai superficializzato e divenuto totalmente insignificante.
Essere connessi, cioè in sintonia con se stessi e con il mondo che ci circonda, questo intendeva Gaber.
Oggi occorre stare in guardia da chi pensa che sia un semplice e sofistico atto meditativo fine a se stesso per renderci coscienti di noi stessi. Ci vuole ben altro... e si deve passare per forza dai punti più bassi di noi stessi, dalla coscienza di tutti i propri limiti per capirsi davvero in profondo e poi magari si può osare provare a capire anche quello che sta al di fuori di noi e cercarvisi di connettere.
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Chiedo scusa se parlo di ... Gaber
Short StoryHo deciso di intraprendere una nuova avventura ed esplorare le opere di uno dei miei maestri, Giorgio Gaber. Il format che ho scelto per questa nuova iniziativa è un po' in stile Blog ovvero quasi sempre ci sarà un video o un testo o entrambi, acco...