C'è solo la strada su cui puoi contare

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a conclusione degli spettacoli degli anni 70 e 80 Gaber usava chiudere con "C'è solo la strada" brano lucido e terribile sulla inevitabile chiusura e fallimento della vita comune quando si va a vivere tutti sotto un tetto, più e più volte ogni volta che ci si infila in una casa dove ci si va a nascondere ...

ma alla fine ... la strada è l'unica salvezza

bisogna ritornare nella strada, nella strada per conoscere chi siamo....

perché il giudizio universale non passa per le case e gli angeli non danno appuntamenti e anche nelle case più spaziose non c'è spazio per verifiche e confronti...

certo è frutto di un periodo quello degli anni 70 in cui ci si rifugiava nelle case per sfuggire dal dolore e dalle bombe e dal terrorismo come cita Gaber alla fine del brano, ma in fondo il
Significato vero che io ne leggo a latere è che ci si rifugia nelle case , in se stessi , perché non si vuole più affrontare il mondo , la strada appunto , che poi altro non è che il noi stessi che non vogliamo più affrontare .
Panegirico si, e  sembra proprio un avvilupparsi su se stessi , ma ... non c'è niente da fare, se non la strada affrontare ....

Chiedo scusa se parlo di ... GaberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora