Nell'ascoltare questo brano, la mia mente torna, inevitabilmente, ai miei viaggi verso Milano fatti quasi sempre ad ore preste del mattino nel pieno cuore degli anni '90, e ricordo perfettamente il brevissimo tempo d'ascolto di questa canzone del teatro canzone di Gaber che sempre era troppo breve per accompagnarmi in tutto il tragitto e dentro di me restava sempre un tal senso di vuoto dovuto al desiderio di prolungare la stessa sensazione che mi veniva dall'ascolto di questo brano per tutto il viaggio tanto dal volerlo fare interamente così quasi in una sorta di trance ipnotica permanente.
A parte questa mia considerazione molto personale ed umana, l'illogica allegria è un quasi ossimoro naturale che espone concetti di una straordinaria profondità come il senso di vergogna nello stare bene, sensazione che solo chi ha davvero a cuore quello che gli sta intorno nel mondo così come la coscienza di "prendersi il diritto di vivere il presente". Ed è proprio lo stare bene "proprio ora proprio qui" di cui Gaber sottolinea nel provarlo comunque un certo senso di colpa latente nei confronti di un mondo in cui "tutto va in rovina", la chiave di lettura del brano se vogliamo farne un'analisi più tecnica che io forse non so fare.
In sostanza io lo vedo come un trattato di filosofia, piccolo, ma solo perché dura solo 3 minuti
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Chiedo scusa se parlo di ... Gaber
Short StoryHo deciso di intraprendere una nuova avventura ed esplorare le opere di uno dei miei maestri, Giorgio Gaber. Il format che ho scelto per questa nuova iniziativa è un po' in stile Blog ovvero quasi sempre ci sarà un video o un testo o entrambi, acco...