Riprendo un "non" articolo scritto un anno dopo che il signor G. ci aveva lasciato, in un ipotetico blog ante-litteram che non ha mai visto la luce; articolo questo scritto per fare il punto su quello che era successo dalla sua scomparsa e ripercorrendo gli ultimi passi della sua carriera...
Mi è difficile parlare di Giorgio Gaber. Un anno dopo che questo lucido pensatore del nostro tempo ha smesso di pensare ed esprimerci il proprio pensiero.
In questo anno, soprattutto i primissimi tempi, si sono visti fior di sproloqui di trasmissioni e fior di programmi su quanto questo cantautore sia stato un personaggio fondamentale nella storia della canzone italiana, del teatro italiano, l'inventore del teatro canzone ecc.. ecc.. ecc.. ossia bla bla bla.
All'unica cosa in cui credo è l'immensa folla assiepata intorno a lui il giorno del suo funerale e l'interminabile processione a porgervi omaggio i giorni precedenti.
Anche ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, la sola cosa che riusciamo a vedere è la moglie da Maurizio Costanzo che ci propone un bel cofanetto delle opere dello scomparso signor G. Nulla contro l'indiscussa buona fede della Colli, però ho trovato l'iniziativa veramente di pessimo gusto. E pochi giorni fa? Uno stupendo ricordo di Gaber su Raitre, bello, intenso, ma non privo della "superficialità necessaria" in questi casi in cui si vuole evitare quanto più possibile di scomodare i benpensanti, vittime di 30'anni di pensiero libero e provocatorio, nascosto sfuggente .... ma sempre e comunque apprezzato.
Forse esagero, però penso che Gaber meriti qualcosa di più, meriti che la gente ascolti o riascolti i suoi spettacoli degli anni '70,'80 e '90, tutti e che si faccia del pensiero di Gaber una lezione di trasparenza, di impegno e disimpegno, una lezione che chi è andato a fondo nel pensare di Gaber non può dimenticare. Il Gaber pensiero si scontra per decenni con la realtà quotidiana, col vivere di tutti i giorni sempre in bilico sul mollare tutto o restare, se buttarsi in politica o restare al di fuori a guardare. Aveva teorizzato la libertà solo come partecipazione, è arrivato a concludere che la libertà già alla fine degli anni '70 era ormai divenuto qualcosa di obbligatorio, qualcosa che nel poter fare tutto fosse divenuta quasi una costrizione, una dittatura.
L'ultimo Gaber è inacidito, irrequieto, cattivo, comunque sempre intenso... Le sue invettive finali sull'essere umano nel suo manifestarsi civile, Italiano, Gay, extra-comunitario, solidale, schierato a destra o sinistra, verso i genitori d'oggi, contro il vano filosofeggiare, contro i giornali sono tutte legittime ma solo perché scritte da lui e comunque frutto del pensiero di un uomo molto probabilmente già consapevole della propria fine. Gaber è sempre stato a modo suo contro, ma il suo essere contro è stato ironico, vivace, propositivo ... e chi si può dimenticare ..... il perché chi era contro era comunista.... E soprattutto contro sì, ma soprattutto contro chi si dichiara contro, ma poi è solo un'idea.
Con "la mia generazione ha perso" Gaber ha fatto alterare ancora una volta i benpensanti, anche i tanti sessantottini che da sempre lo hanno sostenuto incondizionatamente lungo tutta la sua carriera. Perché imputa alla sua generazione il reato di "fallimento"? Il signor G semplicemente si indica definitivamente come fallito, fallito nel tentativo di muovere la gente verso il suo pensiero. Basti pensare ad un lontanissimo Sanremo 67: Gaber cantava "E allora dai". La cantava con una forza ed una enfasi che sembrava quasi volere dire alla gente: Su, svegliatevi, cosa state aspettando, ci sono io, vi sveglio io, ma non capite? La libertà, cantata a squarciagola alla televisione, la collana.... tutti tentativi di smuovere un pubblico assopito ma non ancora completamente rimbecillito come oggi.
Tutte le sue opere seguenti, in qualche modo hanno risentito di questo "fallimento", dagli aborti di libertà obbligatoria, dalla realtà-uccello che non si riesce a raggiungere, alle ultime cattiverie degli ultimi spettacoli e dischi.
Non so, è molto probabile che fallisca anch'io nel cercare di descrivere, di manifestare il mio quasi incondizionato apprezzamento per tutta la sua opera, fallisco come hanno fallito le trasmissioni di memoria che io stesso sto criticando in questo articolo. Però come comprendere ed esprimere in un articolo, in una trasmissione, in un disco, tutta la carriera di un uomo come Gaber?
L'unico modo per dare un giusto seguito alla sua opera è segnalare quello che lui cantava o diceva, e consigliare l'ascolto, possibilmente tutto........
SI PUO' (versione 2001)
Si può, si può, Si può, si può,
si può, siamo liberi come l'aria, si può,
si può, siamo noi che facciam la storia, si può.Si può, io mi vesto come mi pare,
si può, sono libero di creare,
si può, son padrone del mio destino,
si può, ho già il nuovo telefonino, si può.Si può, occuparsi di agriturismo,
si può, fare il tifo per il buddismo,
si può, con un gioco televisivo,
si può, inventare ogni giorno un divo, si può.Basta uno spunto qualunque e la nostra fantasia non ha confini, basta un talk-show un po' scadente e noi perpetuiamo allegramente la creatività dei popoli latini.
Si può, far miliardi con l'Enalotto,
si può, esser vittima di un complotto,
si può, far la guerra per scopi giusti,
si può, siamo autentici pacifisti, si può.Si può, trasgredire qualsiasi mito,
si può, invaghirsi di un travestito,
si può, fare i giovani a sessant'anni,
si può, far riesplodere il sesso ai nonni, si può.Con alle spalle una storia esaltante di invenzioni e di coraggio
è naturale che poi siamo noi che possiamo cambiar tutto
a patto che ogni cosa vada sempre peggio.Si può, siamo liberi come l'aria, si può,
si può, siamo noi che facciam la storia, si può.
Libertà, libertà, libertà, liberta obbligatoria.Sono assai cambiato, sono così spregiudicato,
sono infedele, sono matto, posso far tutto.
Viene la paura di una vertigine totale,
viene la voglia un po' anormale di inventare una morale,
utopia, utopia, utopia-pia-pia.Si può, ricoprirsi di gran tatuaggi,
si può, far politica coi sondaggi,
si può, liberarsi e cambiare ruolo,
si può, rinnovarsi le tette e il culo, si può.Per ogni assillo o rovello sociale sembra che la gente goda,
tutti che dicon la loro, facciamo un bel coro
di opinioni fino a quando il fatto non è più di moda.Si può, far ginnastica un'ora al giorno,
si può, collegarsi coi siti porno,
si può, a ridosso delle elezioni,
si può, insultarsi come coglioni, si può.Si può, far discorsi convenzionali,
si può, con il tono da intellettuali,
si può, dare al mondo un messaggio giusto,
si può, a livello di Gesù Cristo si può.Contro il gran numero di ideologie che noi abbiamo rifiutato
l'unica grande invenzione davvero efficace
e che ci piace è questa dittatura imposta dal mercato.Si può, siamo liberi come l'aria, si può,
si può, siamo noi che facciam la storia, si può.parlato: Ma come? Con tutte le libertà che avete, volete anche la libertà di pensare?
Utopia, utopia, utopia-pia-pia.
Libertà, libertà, libertà, libertà,
libertà, libertà, libertà, libertà,
libertà, libertà, libertà, libertà libertà.
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Chiedo scusa se parlo di ... Gaber
Short StoryHo deciso di intraprendere una nuova avventura ed esplorare le opere di uno dei miei maestri, Giorgio Gaber. Il format che ho scelto per questa nuova iniziativa è un po' in stile Blog ovvero quasi sempre ci sarà un video o un testo o entrambi, acco...