L'America

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"A noi ci hanno insegnato tutto gli americani, se non c'erano gli americani, a quest'ora noi eravamo europei... "

Sarebbe troppo facile, oggi, trovare le analogie  tra le gesta dell'attuale presidente degli Stati Uniti e questo quadro lucido comico e paradossale al contempo,  della più grande potenza mondiale, così allora come oggi.

Invece anche a costo di rischiare, bisogna vedere la cosa al di fuori del tempo e al di sopra degli eventi di allora e di oggi.

L'apparente libertà che emerge latente tra le note non è altro che la constatazione della dittatura dolce della libertà stessa, tema caro e caldo per il signor G, e che si manifesta nell'apparente suonare liberi ciò che si vuole, ed é invece l'essere schiavi della libertà stessa che ovviamente più libertà non è. 

Forse è troppo, me ne rendo conto, almeno per oggi, forse non è semplice comprendere tutte le sottigliezze espresse e riportate alla luce ascoltando, ma se ancora abbiamo una dignità umana non ci possiamo fermare davanti a questo tipo di difficoltà perché in gioco non c'è solo capire un brano del signor G., ma in gioco che ci piaccia o no, c'è la nostra stessa esistenza.  

Sdrammatizziamo:  anche la sgrammaticatura iniziale è voluta, "volutamente"  . Sii in quanto riporta la vulgata comune da bar. 

Di questo brano come sempre ve ne sono tantissime interpretazioni ... questa in particolare del 1980 ha solo qualche lieve differenza rispetto all'originale presente nello spettacolo registrato nel 1976. 

Uno in particolare mi fa sorridere quando cita il cinema e cioè: 

Non c'è popolo più creativo degli americani
Ogni anno ti buttano lì un film, bello, bellissimo
Ma guai, se manca quel minimo di superficialità necessaria
Sotto sotto c'è sempre l'western, anche nei manicomi  
Riescono a metterci gli indiani, e questa è coerenza, eh

Questo è il testo originale del 1976 in cui cita il famoso "Qualcuno volò sul nido del cuculo" film egregiamente interpretato da Jack Nicholson che si svolgeva appunto in un manicomio e tra i cui protagonisti vi era appunto anche un indiano pellerossa. 

 Invece in questa versione del 1980 c'è la variante cinematografica del Vietnam

Sotto sotto c'è sempre l'western, anche nel Vietnam   
Riescono a metterci i cowboy e questa è libertà...

dove il film in questione è Apocalypse Now di Francis Ford Coppola del 1979, celeberrimo per l'interpretazione superba del colonnello Kurtz , il cowboy appunto citato dal nostro autore.

e proprio per sottolineare come le versioni di questo brano si siano evolute nel corso dei decenni , questo video di radioradio condotto dal fondatore Fabio Duranti con la collaborazione del filosofo Diego Fusaro riporta la versione degli anni '90 una delle ultime purtroppo che abbiamo potuto ascoltare: 

Servire questo goloso piatto al di certo non filo americano Filosofo Diego Fusaro è stato un astuto sotterfugio e il risultato è davvero ghiotto... tuttavia . a parte il testo del pezzo completamente diverso dalla versione ascoltata in precedenza, quello che salta agli occhi anzi alle orecchie è il pubblico, che rispetto a quello dell'inizio appare davvero sottotono quasi dimesso... 

già quindi dopo una ventina d'anni la verve , il coinvolgimento e la passione nell'ascoltare questo tipo di invettive se pur ironiche, erano decisamente scemate , preludio all'apatia e inconsistenza dell'inesistente coscienza attuale. 

Ma sempre sull'America un regista culto del nostro signor G, Luis Bunuel, prendendo di mira il simbolo per eccellenza dell'America e cioè la statua della libertà, proprio negli anni dello spettacolo "libertà obbligatoria"  il regista usciva con il suo celeberrimo "il fantasma della libertà".

Curiosa la trasformazione della locandina negli anni da un iniziale piuttosto irriverente sfottò' della statua della Libertà ada una più neutrale metereologica vignetta dal significato decisamente incerto... 

Finiamo questa digressione nell'America di Gaber con questa curiosa dicotomia tra la locandina originale del film e la copertina con la quale oggigiorno viene commercializzata..   

1974

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1974

anni 2000

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anni 2000

Chiedo scusa se parlo di ... GaberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora