Il Successo

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Sempre in un'idiozia conquistata a fatica , ecco "Il Successo": 

Credo che l'ultimo ventennio, da quando Gaber in maniera ironica e divertente sosteneva che per essere famosi non bisogna essere "bravi" ma soltanto "popolari", abbia dato più di un esempio di come questo criterio per riuscire ad emergere sia via via diventato l'unico possibile per raggiungere la notorietà.

Citando il  brano: 

"Non ha importanza quello che fai, basta farsi conoscere"

"La vera formazione professionale è quella che ti apre le porte per andare da Costanzo, da Frizzi, da Gerry Scotti, da Funari, da Bonolis e da Castagna, dalla De Filippi e da Marzullo (sottovoce)."

Oggi oltre ai già citati conduttori di talk show, presso i quali ci si andava a prendere la laurea di notorietà, ve ne siano affiancati altri, tantissimi, così che oggi sembrerebbe anomalo il contrario che qualcuno diventi famoso senza aver fatto una strage , ammazzato i genitori o i figli o qualche altro genere di nefandezza  qualunque ma che possa finire a qualche titolo su qualche giornale. 

A tutto ciò si aggiunge una pletora di talent più o meno noti,  generatori di nuovi , presunti divi, che ci ammorbano il quotidiano vivere (sia i talent che i divi stessi) 

Quindi quello che sostiene il nostro signor G. è che ormai conclamato che l'apparire, che come sostengo io è il "desister d'esistere" vale molto più  dell'essere e ora come allora la forma delle cose conta molto più della sostanza delle stesse. 

Ma lui ne riesce a dare, sebbene un po' stizzito, un'interpretazione divertente e per niente banale, se pur nella sua leggerezza: 

"Dal panorama dei personaggi più famosi si arriva facilmente alla conclusione che per avere successo è meglio essere un po' cretini....Cretini, ma popolari. D'altronde non esistono che 2 possibilità: O sei un cretino conosciuto o sei un cretino qualsiasi."







Chiedo scusa se parlo di ... GaberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora