XXIX

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I'm sorry if I say, "I need you"
But I don't care,
I'm not scared of love
'Cause when I'm not with you I'm weaker
Is that so wrong?
Is it so wrong
That you make me strong?

Il viaggio fino all'ospedale fu il più lungo che Luke avesse mai affrontato, il tempo non scorreva e le macchine sembravano restare immobili.

Ashton, dato che era il più lucido tra loro tre, guidava stringendo nervosamente il volante con la mano destra mentre l'altra la teneva sulla gamba di Calum, cercando di rassicurarlo.

Quest'ultimo guardava fuori dal finestrino in silenzio, con le mani strette un grembo con così tanta forza che le nocche gli erano diventate bianche.

Luke credeva di vomitare da un momento all'altro.

Muoveva la gamba nervosamente e lo stomaco gli faceva tremendamente male, probabilmente era più bianco di un (cencio, benvenuti in Toscana pt.2) cadavere. “Sta bene, vero?” Sussurrò con un filo di voce, per un attimo dubitò del fatto che gli altri lo avessero sentito.

“Non lo so.” Calum parlò per la prima volta dopo quella dannata chiamata, la sua voce tremava. “Non lo so, Luke.”

Ashton parcheggiò davanti all'ospedale, in un posto molto probabilmente illegale, e i tre corsero all'interno della struttura.

Calum si fermò davanti al bancone della reception, ansimante per la corsa. “Siamo qui per Michael Clifford, c'è stata un'esplosione in un bar e lui era all’interno.”

L’infermiera lo guardò come se fosse pazzo, prima di schiarirsi la voce e guardare il computer. “Terzo piano, stanza cinquantadue.”

Ashton ringraziò appena, mentre gli altri due scattavano immediatamente verso le scale.

Fuori dalla porta della stanza c'era il loro barista, Ray Hallington che parlava con due uomini in divisa.

Calum si avvicinò a grandi passi, abbracciandolo leggermente -evitando però di toccare il braccio che aveva fasciato contro il petto. Non sembrava messo troppo male- “Ray stai bene? Cosa è successo? Sai qualcosa di Michael?”

L'altro ragazzo scosse leggermente la testa. “Sto bene, stavo uscendo dal locale quando c'è stata l'esplosione sono stato fortunato. Ho provato a chiedere di Michael ma non hanno voluto dirmi niente.”

“Mi scusi.” Uno dei poliziotti guardò Calum. “Lei chi è?”

“Sono Calum Hood, sono l'altro proprietario del Cocktail.

“Signor Hood dovremmo farle alcune do-”

“Vi prego prima ho bisogno di vedere come sta il mio migliore amico, nessuno sa niente e-” Sia lui che Luke si avvicinarono velocemente al dottore che era appena uscito dalla stanza di Michael.

“Siete qui per Michael Clifford?” quando i due annuirono, continuò. “Il signor Clifford è stabile, ha riscontrato un trauma cranico dovuto alla caduta dopo l’esplosione e ha ustioni di primo grado sul viso e sul braccio. Ha inalato del fumo ma fortunatamente era in basse quantità. Adesso sta riposando, ma quando era sveglio ha chiesto di un certo Luke.”

Il biondo sobbalzò, guardandolo con gli occhi lucidi. “Sono io, sono il suo compagno. Posso entrare? Possiamo.. possiamo entrare?”

Il dottore sorrise dolcemente, annuendo. “Uno per volta però.” Poi si allontanò.

“Vai tu.” Calum gli appoggiò una mano sulla spalla, con un mezzo sorriso. “Sta bene, l'importante è questo. Io vado a parlare con i poliziotti.”

Macy's Day Parade ||Muke||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora