Capitolo 2. Cosmopolitan

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"Vedi Liv, questi sono programmi adatti a te. Peppa Pig e Masha e Orso sono così sopravvalutati" ammisi, alzando il volume della televisione che stava trasmettendo un documentario sul sistema solare.

Aveva solamente tre anni, ma i suoi grandi occhi chiari, ereditati direttamente dal padre, erano concentrati sullo schermo come se stesse guardando la sua puntata preferita del miglior cartone animato di sempre, con la fronte aggrottata mentre cercava di captare parole comprensibili e non esageratamente scientifiche.

"Tra massimo dieci minuti si sarà già annoiata, il tempo di mettersi a piangere e tu cederai, cambiando canale e facendole vedere Peppa Pig" mi sfidò Chiara, sedendosi sul divano e portando sulle sue gambe Liv, la quale, dal suo canto, non se lo fece ripetere due volte, accoccolandosi maggiormente sul suo petto e portandosi il pollice alla bocca, un vizio che stava diventando sempre più un'abitudine.

"Mi ringrazierai quando diventerà il Presidente degli Stati Uniti d'America o, se preferisci, astronauta della NASA" ribadii, alludendo al servizio che stavano mandando in onda.

Chiara sorrise ed aggiustò una ciocca di capelli color grano di Liv, riportandola indietro e fermandola con un fermaglio delle principesse.

"E' identica a Seth" bisbigliò Chiara e mi soffermai sul suo piccolo naso a punta e sulle guance paffute.

Liv si ridestò dalle braccia della madre e si guardò intorno allarmata, nonostante i suoi occhi stanchi avrebbero volentieri ceduto alle avances di Morfeo.

"La testardaggine è dei Moore, però" evidenziai.

La capii all'istante e raggiunsi il grande scatolone contenente tutti i suoi giocattoli, posto nella sua camera, di fianco all'armadio, per prendere il suo pupazzo preferito: un piccolo polpo color prugna che le avevo regalato per il suo primo compleanno, da quel giorno non se ne è più separata.

Nonappena mi vide tornare con in mano Perla, nominato così in onore della polipetta presente nel cartone animato Alla ricerca di Nemo (il mio preferito, nonchè anche quello di Liv), mi sorrise entusiasta, tendendo le mani nella mia direzione fino a quando non le consegnai il peluche.

"Perla!" battè le mani, stringendosi maggiormente il polpo vicino al viso.

"Come si dice?" la rimbeccò Chiara.

"Grazie, zia Luce" sorrisi, e mi sporsi verso di lei affinchè mi lasciasse un bacio sulla guancia.

Sapeva bene il mio nome, ma proprio non riusciva a pronunciarlo correttamente, nonostante le ore passate a ripeterle, scandendo lettera per lettera, il mio nome, per poi sentirmelo ripetere in maniera del tutto stravolta.

E zia Luce ne era la prova più evidente, ma ormai ci avevo rinunciato, avevo persino finito per affezionarmi a quell'insolito nome che mia nipote aveva fatto proprio.

Affondai con il naso nel suo collo, inalando l'odore della sua pelle candida e morbida, per poi riempirla di baci facendole il solletico, fino a quando, ormai senza fiato, fui costretta a concederle una tregua perchè evidentemente esausta, le si chiudevano gli occhi anche contro la sua volontà.

"La metto a letto e poi usciamo, preparati" sussurrò Chiara, dirigendosi nella camera di Liv mentre la cullava tra le sue braccia, sussurrandole la stessa ninna nanna che, anni prima, nostra madre aveva cantato a noi, anche per ore intere, fino a quando non ci lasciavamo andare al sonno.

In fondo era l'ultima notte dell'anno, erano appena le dieci di sera e per le strade sfilavano persone di tutte le etnie munite di trombette, occhiali ricoperti di strass e cappelli appariscenti dai più sgargianti ed improbabili colori.

Countdown || Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora