Nonostante mi fossi ripromessa di mantenere il controllo, tornai alla macchina correndo.
Mi voltai più volte per assicurarmi che Nicklaus, nè nessun altro, mi stesse seguendo, e ogni volta che mi accorgevo di essere sola tiravo un sospiro di sollievo.
Eppure avevo la costante sensazione di sentirmi osservata.
Era come se ogni mio movimento venisse registrato all'istante da decine e decine di occhi indiscreti che non riuscivo a cogliere.
Aprii la portiera con le mani che mi tremavano e, una volta dentro, mi assicurai di chiudere le sicure a tutti gli sportelli.
Sarei voluta scappare all'istante da quel quartiere, da quelle strade, da quel vicolo in penombra che, per sempre, sarebbe rimasto un silenzioso testimone di tutto ciò che era successo tra me e Nicklaus.
Sarei voluta partire all'istante, avrei voluto accendere il motore della mia Lancia Ypsilon e lasciarmi alle spalle il volto di Nicklaus che continuava a tormentarmi nella mia mente, ma le mie mani e le mie gambe erano completamente fuori controllo e non riuscivo a smettere di tremare.
Dovevo assolutamente calmarmi, eppure il mio cuore non ne voleva sapere di rallentare i battiti.
Percepivo ogni pulsazione vibrare con forza e ripercuotersi contro le mie tempie, come uno scalpello su un blocco di marmo.
Afferrai con forza il volante e inspirai a pieni polmoni l'aria di quel piccolo abitacolo.
Dovevo raccontare tutto a Freya.
Mi avrebbe uccisa perchè avevo rivelato a Nicklaus la sua gravidanza, quando, in realtà, sarebbe stato un suo diritto dirgli la verità, ma sapevo che mi avrebbe compresa e perdonata.
O, almeno, ci speravo.
Dovevo raggiungere Freya prima che Nicklaus potesse precedermi.
Non lo conoscevo abbastanza da sapere quale sarebbe stata la sua prossima mossa, ma ero certa che due erano le opzioni tra le quali avrebbe potuto scegliere.
Nel primo caso, Nicklaus chiama Freya con l'intenzione di farle qualche lavaggio del cervello fino a farla dubitare di essere lui stesso il padre e, nel caso in cui Freya non dovesse cedere, finirebbe per proporle un assegno pur di far sì che quella gravidanza non appartenga anche a lui.
Nel secondo caso, Nicklaus non cerca più Freya e non risponde più alle sue telefonate. Da bravo vigliacco qual è chiede un trasferimento in chissà quale città dell'Europa e abbandona l'Inghilterra insieme alla sua famiglia.
Non potevo permettergli di condizionarmi a tal punto da mettere a repentaglio il mio rapporto con Freya.
Sollevai il capo di scatto, accesi la radio e ringraziai mentalmente la stazione radio per aver mandato in onda in quel momento una canzone di Beyoncé.
Chiara lo diceva sempre, con la giusta colonna sonora non c'è niente che non si può affrontare.
Ero certa che avrei trovato Freya a casa sua e, dopo aver aperto il portoncino con il doppione delle chiavi, affidatemi dopo che l'ultima volta era rimasta chiusa fuori casa, mi feci strada nel suo soggiorno, completamente a soqquadro.
Sul divano vi erano ammassati una serie di cappotti l'uno sull'altro, la lampada da terra, comprata all'Ikea la scorsa estate, adesso era completamente rovesciata sul pavimento, tra le mura aleggiava un forte odore di chiuso e di polvere, segno che Freya non apriva le finestre e non usciva dalla sua camera da chissà quanti giorni.
Camminai cercando di non fare troppo rumore e facendo attenzione a non calpestare i vetri rotti dei bellissimi piatti in ceramica che la madre di Freya le aveva regalato e che adesso non erano nient'altro che frammenti taglienti sparsi per terra.
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Countdown || Noah Centineo
FanfictionÈ la vigilia di Capodanno e Alice non la passerà, come da tradizione, nella sua Inghilterra, ma in America, dove l'autista si trova a destra, e non a sinistra, si guida dalla parte sbagliata della strada e le temperature sono talmente basse da far i...