Capitolo 16. Zurigo

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"Mi spieghi per quale assurdo motivo non le sei ancora saltato addosso?" sbraitò Clarisse, stringendo le sue unghie dipinte di nero sull'avambraccio di Noah "Fosse stato per me, a quest'ora l'avrei già fatta venire quattro volte"

"Clare!" la ammonì Noah, districandosi dalla sua presa, ed io non potei far a meno di portarmi una mano davanti alla bocca, cercando di trattenermi dal ridere sguaiatamente davanti a quella dichiarazione.

"Che c'è? È la verità!" fece spallucce la rossa, portandosi dietro le spalle i suoi voluminosi capelli.
"Ha ragione Clarisse" la appoggiai, cercando, inutilmente, di assumere un'espressione seria "Quella ragazza ti starà sorridendo da almeno mezz'ora"
"Ma da che parte stai?" spalancò gli occhi Centineo, guardandomi di traverso "Pensavo fossimo amici!"

"Oh, andiamo, dammi almeno tre motivi per i quali non dovresti chiedere a quella ragazza di ballare" cercai di spronarlo "Perlomeno questa non ha il doppio della tua età e non rischi di trovarti la sua dentiera in bocca mentre cerchi di baciarla"

"La smetterai mai di prendermi in giro?" domandò, incrociando le braccia al petto.
Ci pensai su, un sorriso divertito stampato sulle mie labbra ormai private del rossetto che, con tanta cura avevo applicato, e che a fine serata era scomparso del tutto dopo i vari drink che avevo bevuto.

"Non credo proprio" scossi la testa, e lo vidi alzare gli occhi al cielo, per poi prendere un altro sorso dalla birra che stringeva tra le dita.

"D'accordo, vado da lei" si arrese alla fine, ed io e Clarisse ci lanciammo uno sguardo d'intesa.

"Peccato, qualche minuto in più e avrebbe ceduto alle mie avances, ne sono certa" sbuffò Clare, spingendo giù dallo sgabello Noah.
Lo guardammo avvicinarsi alla ragazza in questione con un'andatura decisa e spavalda, come al suo solito.
Si passò una mano tra i capelli, ravvivandoli, prima di presentarsi all'intero gruppo di ragazze sedute comodamente sul divanetto.
Si scambiarono occhiate civettuole, ognuna speranzosa di essere la prescelta, notai alcune aggiustarsi la scollatura, mentre altre avevano cominciato a ridere spasmodicamente, pur di attirare la sua attenzione.

Lo vidi gesticolare a suo agio in mezzo a tutte quelle gambe toniche ed abbronzate, invidiai fortemente la tenacia con la quale ognuna di loro riusciva a occuparsi del proprio corpo, a differenza mia che il solo nominare la palestra mi faceva venire la pressione bassa.
Prima con gli studi universitari ed adesso con la specializzazione, non ho mai avuto tempo per andare in palestra, a stento riuscivo a passare del tempo con la mia famiglia ed Ellioth, figurarsi se potevo permettermi di allenarmi, eppure il mio corpo, con il tempo, ne aveva risentito, facendo diventare i miei muscoli fiacchi e deboli.

Amber, Clarisse riuscì a captarne il nome leggendo il suo labiale mentre si presentava a Noah, aveva lunghi capelli di un nero lucente che le ricadevano fino a metà schiena, era minuta, ma i tacchi vertiginosi aiutavano la sua piccola figura a sembrare più slanciata.
Possedeva lineamenti vagamente messicani, e quando Noah la invitò a ballare, lei rifiutò con un sorriso, lamentandosi di quanto le scarpe le facessero male e di quanto avrebbe preferito essere riaccompagnata a casa, piuttosto che rimanere nel locale.

E da lì, Noah ed Amber non li vedemmo più.

"Questa serata è stata un disastro, soltanto nei miei peggiori incubi ero circondata da così tante eterosessuali!" si lamentò Clarisse, poggiando malamente il mento sul palmo della sua mano, con fare melodrammatico.
"Come fai ad esserne così certa, mica l'orientamento sessuale lo si capisce dalla faccia!" replicai scettica, guardandomi intorno, la sala era ancora gremita di persone intente a ballare, nonostante fosse ormai passata l'una di notte.

Countdown || Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora