Capitolo 9. Il lupo perde il pelo ma non il vizio

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(Continuando con la presentazione del cast, ecco a voi Chelsea Kane e Derek Theler nei rispettivi ruoli di Chiara e Seth! 🍓 )


"Davvero non riesco a capire tutta questa voglia di andare al museo" ammise Seth, stringendosi nel suo cappotto colo caffè-latte.

"Credi che Liv potrà mai diventare Presidentessa del Stati Uniti d'America limitandosi a guardare le tue figurine dei calciatori?" lo rimbeccai, spingendo il passeggino vuoto, mentre Chiara, al mio fianco, stringeva sua figlia su un braccio, indicandole, di volta in volta, alcuni dei quadri che maggiormente le colpivano.

"E' una collezione" insistette offeso Seth "Ci sono affezionato"

Bloccai i miei passi per concentrarmi su mio cognato e sul suo abito elegante che sembrava essere diventato ormai una seconda pelle per il suo corpo da avvocato che nascondeva, in realtà, una sconcertante passione per le figurine.

"Sei imbarazzante" bisbigliai scettica, per poi continuare il mio cammino.

Avevo sempre avuto un debole per l'arte del Rinascimento italiano, per i ritratti di donne bellissime, senza fronzoli o accessori che potessero distogliere l'attenzione dai loro corpi armoniosi e delicati.

Questa volta, era stata mia madre a trasmettermi l'ardore che nutrivo nei confronti degli artisti che avevano lasciato maggiormente il segno su questa Terra.

Da Veermer ad Hayez, per concludere con Botticelli, fin da ragazzina avevo deciso che, nel caso in cui non fossi riuscita ad intraprendere gli studi in medicina, avrei di certo tentato la strada che mi avrebbe portata a studiare la storia dell'arte.

E se c'era una persona più acculturata di me in quel campo, quella era mia sorella.

Da piccole giocavamo a dedicarci quadri, passavamo interi pomeriggi dove una delle due mostrava un dipinto, e l'altra doveva indovinarne autore e periodo.

"Amore, non prendertela" lo rassicurò Chiara, lanciandomi un'occhiata eloquente "Alice è nata con questo difetto al cervello che non la fa riflettere prima di aprire bocca"

Alzai gli occhi al cielo e decisi di riprendere Liv con me, per allontanarla da quei pessimi esempi che gli erano capitati come genitori per condurla verso una sala che era stata privata delle luci abbaglianti che caratterizzavano tutto il piano del museo per lasciare il posto solamente ad un piccolo faretto che illuminava l'unico quadro esposto nella stanza.

Si trattava del ritratto di Simonetta Vespucci, Musa ispiratrice di Sandro Botticelli, nonchè colei che rubò cuore ed anima a Giuliano de Medici.

Ritratta di profilo, con i lunghi capelli dorati ad incorniciarle il volto cereo e lo sguardo nostalgico, trasmetteva una rassegnazione disarmante, una accettazione della sua condizione di moglie che non corrispondeva ai suoi reali sentimenti.

Liv indicò il dipinto con gli occhioni azzurri ipnotizzati da quella tela, voleva toccarla, sfiorarne il tatto con i suoi polpastrelli, ma, prontamente, feci un passo indietro, evitando che combinasse qualche guaio.

"Amarla in segreto è stata la morte lenta e dolorosa di ogni uomo del 1400"

Una voce alle mi spalle mi fece trasalire, tanto che andai a sbattere con il piede contro la ruota del passeggino, e se non mi piegai in due dal dolore fu solamente per evitare di far cadere Liv.

"Gareth"

Appoggiato di fianco allo stipite della porta riservata a quella sala, Gareth mi squadrò con un sorriso falsamente innocente sulle sue labbra sottili, contornate da un accenno di barba.

"Alice, la tua bellezza non ha nulla da invidiare a Simonetta Vespucci" proferì, avvicinandosi con passi cadenzati.

In quel momento ripensai alla mia scommessa con Noah, comprendevo su quanto potesse essere scettico ad un cambiamento in Gareth, in fondo, per lui ogni occasione era buona per lusingare una donna, spudorato com'era dubitavo conoscesse la pudicitia e niente e nessuno sembrava riuscire a fermarlo dal riservare moine anche nei miei confronti.

Countdown || Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora