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Una settimana dopo..

Josh
Jack, Kate ed io stavamo facendo la solita strada per andare a scuola. Odiavo andare a scuola a piedi quando mio fratello in realtà avrebbe potuto benissimo portarci in macchina. Avevo anch'io la patente, ma dopo l'incidente avuto qualche anno prima, mi rifiutavo di guidare. Camminavamo in silenzio quando ad un certo punto mia sorella disse

<<Lo sai che Emery si è ripresa dal virus intestinale ed oggi tornerà a scuola? Sai che quando verrà a sapere dove sei stato tutte le sere da una settimana a questa parte e con chi, non farà che dirti che aveva ragione e che sei cotto marcio, vero?>>

<<Sorellina, primo non sono cotto di nessuno. Secondo, Emery non avrà nulla da ridire.>>

<<La smettete di parlare della mia ragazza?>> si intromise mio fratello.

<<La tua ragazza deve smetterla di credersi cupido, dopo di che io smetterò di parlare di lei.>> dissi scocciato. Dalla sera della nostra riappacificazione, avevamo trascorso ogni sera insieme alla caffetteria e ogni notte non facevo altro che pensare a Nina. Tutta la notte per l'esattezza.. E la cosa mi preoccupava parecchio. Ci eravamo divertiti insieme ed io mi ero reso conto che non era per niente schizzata, anzi magari un po' si, però c'era anche altro. E se Kate avesse avuto ragione? Ma no.. Non sarei mai stato cotto di nessuno, non avrei mai permesso a nessuna ragazza di spezzarmi il cuore né tantomeno avrei permesso a me stesso di struggermi per amore.

Nina
La giornata a scuola volò e non vidi Josh da nessuna parte. All'ora di pranzo andai in mensa come sempre e mi sedetti al solito tavolo. Dopo aver finito di mangiare decisi di andare perché quel giorno l'allenatore aveva anticipato gli allenamenti. Ero già davanti al cancello della scuola, quando ad un tratto qualcuno mi prese per il braccio. Mi irrigidì all'istante e mi girai preparandomi al peggio, fortunatamente però incontrai due occhi scuri a me familiari, era Josh, mi guardava stupito per via della mia reazione probabilmente. <<Ehi sono solo io.>> disse.

<<Si scusami, sai dopo quel giorno sto sempre sul chi va là.>> spiegai sentendomi sciocca.

<<È comprensibile.. Ti va di fare strada insieme? Dopotutto abitiamo vicini..>> disse lui con un sorriso che mi tranquillizzò definitivamente.

<<Certo>> cominciammo a camminare quando ad un tratto gli chiesi
<<Dove sei stato nascosto oggi?>> lui mi guardò divertito.

<<Avevo in mente di piombare alle tue spalle e terrorizzarti.>>

<<Sempre molto simpatico.>> dissi alzando gli occhi al cielo.

<<Che c'è ti sono mancato?>> Non poteva essere davvero così presuntuoso.

<<Oh non ne hai idea, guarda. Mi sembrava di non riuscire a respirare senza te>> dissi io posandomi una mano in fronte con gesto teatrale.

Scoppiò a ridere e stavolta anch'io non riuscì a trattenermi.
<<Che fai oggi?>> mi chiese mentre camminavamo.

<<Vado ad allenarmi, tu invece?>>

<<Anch'io ho allenamento>>

<<Quindi non mi libererò di te nemmeno oggi pomeriggio?>> continuai a punzecchiarlo.

<<Semmai sei tu l'onnipresente.>> disse ovvio.

<<Ehi ti ricordo che sei tu che invadi le mie ore di allenamento e ti presenti a casa mia ogni sera.>> risposi io fingendomi offesa.

<<Non è colpa mia, il coach è malato e non ho nessun altro con cui andare alla caffetteria.>>

<<Sono solo scuse Fletcher.>> dissi prendendolo in giro.

Un amore improbabile. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora