Tre mesi dopo..
Nina
<<Mamma basta così, ho già preso tutto.>><<Ma tesoro non è abbastanza. Metti anche questo maglione in valigia, ti prego.>> mia madre mi porse un logoro maglione preso dal fondo del mio armadio.
<<Non lo vedevo da una vita questo.>> le dissi prendendolo in mano.
<<Mettilo in valigia.>>
<<Non serve.>>
<<Ma se sentissi freddo?>>
<<Mamma Houston è a due ore da qui, non sto mica andando in Alaska!>>
<<Per fortuna!>> si asciugò una lacrima dal volto e trattenne un singhiozzo.
<<Mamma dai, non piangere. Ti prometto che tornerò ogni volta che mi sarà possibile.>> le dissi abbracciandola.
<<Lo so tesoro ma non posso crederci.>> mi prese il viso tra le mani e poi proseguì.
<<Non posso credere che sia già arrivato questo momento. Stai andando al college ed io ancora ricordo come se fosse ieri il tuo primo giorno d'asilo.>>
<<Vedila così allora, fa' finta che sia il mio primo giorno d'asilo e che io sia ancora una bambina.>>
<<Tu sarai sempre la mia bambina Nina.>>
Abbracciai forte l'unica donna che mi aveva dato tutto fino a levarlo a se stessa, l'unica a cui dovevo dire grazie per esserci sempre stata e per avermi cresciuta; facendomi diventare più forte, razionale e di buon cuore. Grazie a mia madre ero diventata una persona migliore e non le sarei mai stata grata abbastanza.
<<Sarà meglio che vada, prima che cambi idea e resti qui rintanata in camera mia.>>
<<Mai sia! Fila al college signorina.>>
<<Si signora! La Houston State University mi aspetta!>>
Presi le mie pesantissime valigie e le feci scivolare giù per le scale.
<<Nina! Quante volte ti ho detto di non farlo?>> mi sgridò mio padre dal padre di sotto.
<<Scusa, ma sono così pesanti.>> dissi in mia difesa.
<<Bastava chiamarmi.>>
<<Eh dai papà, per una volta evita di arrabbiarti, tanto d'ora in poi non ne avrai più motivo perché non vivrò più qui.>> scesi le scale e mi parai di fronte a lui che se ne stava a braccia conserte all'ingresso.
<<Credimi, sono sicuro che mi darai mille altri motivi per arrabbiarmi, anche a distanza.>> disse lui prendendo le mie valige e portandole alla porta.
<<Esatto papà, altrimenti non sarei io.>>
<<Dai sbrigati.>> mi disse lui.
Presi le valige e mi guardai in torno un'ultima volta. Stavo per acquisire la tanta agognata libertà. Guardai i miei in piedi davanti la porta e sorrisi ad entrambi.
<<Mi mancherete ragazzi.>> gli dissi.
<<Anche tu.>> risposero loro.
<<Vado, ci vediamo tra due settimane?>> gli dissi mentre riponevo le valige nel portabagagli.
<<Va bene tesoro, guida piano e sta' attenta per strada.>> mi disse mia madre.
Gli feci un cenno con la mano e salii in macchina. Misi in moto, una volta uscita dal vialetto e suonai il clacson in segno di saluto. Erano solo due ore di macchina, Houston mi stava aspettando ed io non vedevo l'ora di arrivare al campus e di ricominciare da zero. Mi ero ripromessa di non passare da Hountsville neanche per tutto l'oro del mondo. Dopo la festa a casa di Emery mi ero chiesta più volte se tornare a trovarlo e se una volta letta la lettera avrebbe accettato di vedermi.
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Un amore improbabile. #Wattys2019
RomanceNina, una diciasettenne determinata a realizzare i propri obbiettivi, amante della lettura e del pattinaggio; si ritroverà a dover stravolgere i propri piani, quando il diciottenne Josh, amante dell'hockey e re del liceo, nonchè suo nemico giurato;...