28.

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Nina
<<Che fai scema?>> dissi scoppiando a ridere mentre scanzavo un pizzicotto da parte di Emery. Dopo il mio compleanno tra noi era tornato tutto come prima e di nuovo andavamo d'amore e d'accordo. Due settimane dopo di esso eravamo tornate ad Austin in occasione del compleanno di mia madre e passavamo quasi tutti i giorni a fare compere al centro commerciale o in giro, proprio come quel giorno. Lei mi diede un altro pizzicotto senza prestare attenzione al mio "rimprovero" e al che io non capii che diavolo le stesse prendendo.

<<Che fai Em? La smetti?>> dissi portandomi il braccio al petto, accarezzandomi la parte ormai arrossata per via dei pizzicotti.

<<Nina, ma quello non è?>> indicò un punto in mezzo a due alberi del parco vicino casa mia.

Guardai in quella direzione e nonostante la miopia, riconobbi quella figura indistinta.

<<Oh merda.. Andiamocene prima che ci veda.>> le dissi.

<<Si forse è meglio.>>

Stavamo attraversando il vialetto che conduceva all'uscita del parco quando ad un tratto qualcuno urlò. Non appena riconobbi la voce rabbrividii e sperai di essermi sbagliata.

<<Raggio di sole!>>

<<Cazzo.>> mi bloccai.

<<Siamo fregate.>> si unì Emery al coro delle mie imprecazioni.

<<Che fai, non mi saluti?>> continuò lui, mi voltai con la faccia più terrificante del mio repertorio e fissai i miei occhi cerulei sui suoi verde cristallo.

<<Scott, che piacere non è, quello di rincontrarti.>> dissi.

Lui rise e i suoi denti bianchissimi e drittissimi brillarono al sole. Sembrava uno di quelli che facevano le pubblicità del dentifricio.

<<Sempre tenera devo dire.>>

<<Già. Ci si vede eh.>> feci per voltarmi prendendo a braccetto Emery quando lui si mise a correre per raggiungerci.

<<Non mi darai mai una possibilità, non è così?>> mi chiese.

Guardai quel colosso che adesso mi teneva per il braccio e lo squadrai dalla testa ai piedi con fare snob. Scott aveva delle spalle larghe ed era molto alto. Vedevo il suo fisico scolpito anche da sotto i vestiti, opera di ore e ore passate in palestra e di una genetica perfetta sicuramente. Aveva occhi verdissimi, quasi da brivido e capelli biondi e corti in stile cadetto. Doveva aver spezzato tanti cuori nella sua vita, con la sua mandibola perfettamente lineare e il suo sguardo da marpione.

<<Esattamente.>> risposi fredda, dopo averlo squadrato con attenzione.
<<Sei sempre così stronza o lo sei solo con me?>> mi chiese divertito portandosi le mani sui fianchi.

Feci finta di pensarci su e poi dissi <<Direi che lo sono solo con te.>>
<<Quale onore.>> mi fece una riverenza abbastanza traballante e feci di tutto per non ridere.

<<Che dici Em? Ce ne andiamo?>> chiesi alla mia amica che si era allontanata per parlare al telefono.

<<In realtà Jack sta passando a prendermi, dobbiamo prendere il regalo per tua madre insieme a Trish, ti scoccia tornare a piedi?>>

<<Ma va, abito dietro l'angolo, non mi scoccia per niente sta' tranquilla.>> le dissi noncurante.

<<La accompagno io.>> si intromise Scott.

Un amore improbabile. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora