35.

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Nina
Otto mesi dopo..

<<Dai tesoro, stai andando bene! Spingi!>> mi urlò mia madre mentre mi asciugava il sudore dalla fronte.

<<Vedo la testa, manca pochissimo.>> disse l'ostetrica. Ero sfinita e credevo di non farcela, Josh mi strinse la mano per tutto il tempo trasmettendomi tutta la forza di cui avevo bisogno.

Spinsi altre due volte e quando sentimmo piangere, scoppiai a piangere; per la fatica, per la gioia e perché finalmente avrei potuto stringere quel fagottino tra le braccia.

<<È femmina.>> disse l'ostetrica mettendomela tra le braccia, prima di tagliare il cordone.

<<È femmina.>> ripetei guardando Josh, il suo sguardo era carico di gioia e piangeva emozionato, come me e mia madre.

Per tutta la durata della gravidanza di non volemmo sapere il sesso del bambino. Difatti comprammo solo cose neutre, perché esattamente come quando avevamo scoperto che saremmo diventati genitori, volevamo mantenere l'effetto sorpresa.

<<Come si chiama questa piccolina?>> ci chiese l'infermiera, quando venne !376
a levarmela dalle braccia per pulirla e controllarla.

Io e Josh ci guardammo e poi rivolgemmo l'attenzione a lei, avevamo già scelto il nome nell'eventualità che fosse stata femmina, quindi dicemmo all'unisono: <<Freya.>>

<<Oh che bel nome.>> rispose lei, portandola via.

<<Sono così felice, avete dato al mondo una bimba stupenda.>> ci disse mia madre stringendoci in un abbraccio.

Poi Josh si chinò su di me e mi diede un bacio sulle labbra.

<<Ti amo.>> disse.

<<Ti amo anch'io.>>

Dopo che si assicurarono che andasse tutto bene e dopo aver controllato anche me, mi portarono nella mia stanza, dove più tardi avrebbero portato anche Freya. Josh mi restò accanto tutto il tempo ed io non potei esserne più felice. Mia madre aveva ragione, avevamo messo al mondo una creatura splendida ed era una delle cose migliori che potessimo fare nella nostra vita. Per mesi io e Josh c'eravamo preparati a quel momento, ma nessun preparativo era all'altezza delle aspettative. D'ora in avanti avevamo da crescere una piccola creatura e questo aveva la priorità su tutto il resto.


Josh
Quando un mese prima mio fratello ed Emery avevano dato alla luce il piccolo Colin, che si chiamava proprio come nostro padre, avevo provato tanta gioia, ma non era minimamente paragonabile a quella che stavo provando in quel momento. Quando ho guardato negli occhi la mia piccola bambina, ho capito che d'ora in avanti sarebbe stata tutto il mio mondo e che sempre mi sarei battuto per la sua felicità. Io e Nina avevamo sempre fatto tutto al contrario, solitamente la gente finisce gli studi, si sposa e poi sforna marmocchi, noi invece a differenza anche di Emery e Jack che si erano sposati qualche mese prima, avevamo messo al mondo una bambina, quando io ancora stavo studiando per prendere il diploma che non avevo potuto prendere per via dei periodo passato a giocare ad Hockey ad Atlanta e dei quattro anni passati in carcere. Nina cercava di rimanere al passo al college, tra visite mediche e scrivere il suo libro, che avrebbe pubblicato di lì a breve. Nel frattempo avevo trovato un lavoro come allenatore di hockey per i bambini alla pista di pattinaggio, grazie a tutti gli anni in cui avevo giocato lì e al mio passaggio a professionista. Puntavo a diventare l'allenatore della squadra senior, ma il coach non era ancora andato in pensione e dovevo farmelo bastare. Fortunatamente guadagnavo abbastanza, da mantenere tutte le spese e la nostra nuova casa. Tra tutte queste cose però, non avevamo trovato il tempo di sposarci, ma di lì a breve mi ero ripromesso di fare una proposta con i fiocchi a Nina. L'infermiera venne a portarci nostra figlia e subito fremetti per tenerla in braccio. Lei me la porse ed io ebbi seriamente paura che quella piccola creatura potesse rompersi tra le mie braccia. Mi acciuffò l'indice con la sua piccola manina e lo strinse forte.

Un amore improbabile. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora