26.

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Un anno dopo..

Josh
<<Fratellone sta' attento, non metterti nei casini.>> mi disse mio fratello dandomi una pacca sulla spalla.

<<Cazzo quanto sei fortunato.>>

<<Josh, non sono fortunato. Avresti potuto scontare anche tu un solo anno per buona condotta, ma ti sei cacciato nei guai, quindi te la sei cercata.>>

E Dio solo sapeva quanto avesse ragione.

Era passato un anno dall'udienza e a mio fratello stava per essere restituita la sua libertà.

<<Hai ragione Jack, avrei dovuto ascoltarti.>>

<<Già.. Ma vedila così, meglio tardi che mai. Quindi ti prego, non fare casini.>> mi abbracciò ed io ricambiai, prima di vederlo andare via. Adesso non mi restava altro che giocarmi il tutto per tutto, certo non mi avrebbero diminuito la pena, ma senza dubbio avrei potuto evitare di cacciarmi ulteriormente nei guai.

Nina
Un anno era già passato. Il mio primo anno al college stava già per terminare ed io non potrei essere stata più triste a riguardo. Pensarci mi faceva riflettere su quanto volasse veloce il tempo, un attimo sei felice che giochi con i tuoi giocattoli o con gli amichetti al parco; l'attimo dopo invece, sei sommersa dai libri e dai problemi della vita. Questo primo anno al college era volato si, ma nel migliore dei modi. Gli studi andavano bene, mi ero data tutti gli esami possibili. Mi ero fatta nuovi amici ed io ed Emery andavamo ogni sera ad una festa diversa, organizzata da qualche confraternita. Mi ero persino trovata un lavoro al bar del campus. Adoravo la mia indipendenza e a parte qualche momento in cui mi fermavo a pensare, potevo ormai dire di star raggiungendo a piccoli passi la felicità. Seduta sul mio letto nella camera che io ed Emery dividevamo, la guardavo saltellare a destra e a manca intenta a prepararsi. Quel giorno Jack sarebbe uscito di prigione e lei sarebbe tornata ad Austin per l'occasione. Anche se lei non dava mai a vedere il suo dolore, perché per carattere lo mascherava, quel giorno si vedeva proprio quanto fosse felice. Dal mio canto ero molto felice per lei, però non potevo evitare di pensare a Josh, che si trovava ancora dentro; solo e arrabbiato con se stesso. Jack era l'opposto di Josh e proprio per questo si completavano alla perfezione quando erano insieme. Jack per Josh era la calma dopo la tempesta e non osavo immaginare come si sentisse a non avere più nemmeno lui. Emery mi aveva raccontato che Josh definiva la prigione come "il suo inferno personale", ed era vero. Si era ritrovato a scontare delle colpe per qualcosa che ognuno di noi, in difesa della propria famiglia avrebbe fatto.

<<Questi orecchini sono troppo vistosi?>> mi chiese Emery mostrandomi due lampadari che definiva orecchini, strappandomi dai miei pensieri.

<<Tu che dici? Sembrano due lampadari.>>

Lei li guardò e fece una smorfia di disapprovazione. Poi corse a prenderne degli altri e li accostò alle orecchie davanti allo specchio.

<<Em stai solo andando a trovare Jack, non devi mica metterti in tiro per questo.>>

<<Lo so lo so, ma non so più cosa gli piace.. Insomma è passato un anno e magari non gli piaccio più in versione semplice.>>

Emery che con i suoi lunghi capelli biondo platino e la pelle olivastra sarebbe stata bene con tutto, si stava facendo le paranoie su cosa andasse bene o meno. Se fossi stata bella come lei mi sarei sempre tenuta al naturale, perché una bellezza del genere non aveva bisogno di trucchi o abitini succinti per attirare l'attenzione.

<<Smettila Em, butta nel borsone i primi vestiti che capitano e mettiti la cosa più semplice che riesci a trovare.>>

<<Sei sicura? Cioè.. vorrei far colpo su di lui.>>

<<Hai già fatto colpo su di lui in quinta elementare, quindi finiscila perché sei più bella quando sei la te più vera.>> le passai gli orecchini che metteva
ogni giorno e lei li indossò.

<<Grazie Ninì, non so davvero come farei senza di te.>> venne ad abbracciarmi ed io ricambiai la stretta.

<<Sei sicura di non voler venire?>> mi chiese tornando a guardarmi.

<<Sicura.>>

<<Ma cosa farai qui tutta sola?>>

<<Domani ho un esame, ne approfitterò per studiare un po'.>>

<<D'accordo, non dimenticarti di mangiare però.>> mi raccomandò.

<<E chi se ne dimentica!>> lei scoppiò a ridere e poi prese le sue cose.

<<Ciao paperella, ci vediamo lunedì.>>

<<Chiamami appena arrivi!>> le urlai dietro, ma lei aveva già chiuso la porta.

Bene, era giovedì ed io sarei stata da sola fino a lunedì.. Potevo cavarmela. Nel caso peggiore sarei tornata anch'io ad Austin. Accesi la TV e feci zapping finché non trovai un canale sportivo in cui trasmettevano una gara di pattinaggio. Mi mancava da morire il pattinaggio.. Purtroppo per via del college avevo dovuto abbandonarlo e la cosa mi faceva star male, era tutto per me e sempre lo sarebbe stato. Restai lì, rannicchiata sotto il mio piumone viola, nella mia camera dai muri verdi tappezzati di foto mie e di Emery; a guardare quelle fortunatissime ragazze che potevano ancora volteggiare su quella meravigliosa lastra di ghiaccio.

Un amore improbabile. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora