8.

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Nina
Uscii in fretta dallo spogliatoio, con i cuore in gola e un nuovo stato d'animo: l'euforia. Che cavolo mi stava succedendo? Non mi ero mai sentita così. Nessuno mi aveva mai fatta sentire così. Ogni singolo contatto che avevamo mi faceva sentire come se da quel momento la mia vita dipendesse solo da lui, come se la mia felicità camminasse di pari passo con la sua presenza e le sue attenzioni. Ogni qual volta mi fermassi a pensare a lui o mi capitasse di averlo affianco, sentivo una forte stretta allo stomaco, le mani cominciavano a sudarmi ed il cuore minacciava di esplodermi nel petto. Quella maledetta campanella non sarebbe dovuta suonare, non volevo. Stava succedendo qualcosa tra noi, anche se non sapevamo ancora bene cosa fosse. All'improvviso eravamo attratti come calamite. Due poli opposti che di stare lontani non ne volevano proprio sapere. Andai in classe una volta che ebbi finito di cambiarmi e sperai che le ore successive passassero in fretta, non vedevo l'ora di andare in mensa per rivedere Josh.


Josh
Nello spogliatoio alcuni dei miei compagni fecero battutine e domande riguardanti la presenza di Nina nel nostro spogliatoio. Molti si limitarono a ridere e a sfottermi, mentre altri ci andarono giù pesante e la cosa mi fece incazzare parecchio, sopratutto quando quella testa di cazzo di Mike Davis se ne era uscito chiedendomi se me la scopassi e che se così fosse, se avevo voglia di condividerla.

<<Che cazzo hai detto?>> chiesi dandogli la possibilità di rimediare.

<<Andiamo amico, non vorrai mica tenertela tutta per te, sembra una tipa abbastanza divertente per trascorrere il tempo.>> rise solo lui, mentre tutti gli altri ammutolirono vedendo la mia espressione. Lo presi per il bavero della maglietta e lo spiaccicai sulla pila di armadietti situata alle sue spalle. Lo picchiai con una tale violenza che neanche tre dei miei compagni più grossi riuscirono a fermarmi. Un'ora dopo, mi trovavo nell'ufficio del preside a dover spiegare il perché delle mie azioni.

<<Josh per l'ultima volta, per quale motivo hai aggredito Mike?>> mi chiese calma la consulente scolastica. Il preside era incazzato nero quindi presumo fosse per quello che era presente anche lei.

<<Fatevelo dire da lui, dai Mike ripeti ciò che hai detto.>> dissi sprezzante provocandolo.

Il coglione guardava ovunque tranne nella mia direzione, era un figlio di papà ed un cagasotto, quindi la cosa che temeva di più era una sospensione o una telefonata a mammina e papino.

<<Mike vuoi dirci tu cos'è successo?>> chiese lei cominciando a spazientirsi.

<<Non è successo n-nulla>>

<<Dai Mike, non fare il timido. Prima non lo sembravi affatto.>> incalzai.

<<Fletcher>> mi ammonì il preside. Dopo un po' aggiunse

<<Dato che nessuno dei due si decide a dirmi cosa è successo sarete puniti entrambi. Ogni giorno, per un mese, dopo pranzo dovrete riordinare e classificare tutti i libri della biblioteca.>> feci per replicare ma lui mi zittì con un gesto della mano aggiungendo

<<E non intendo sentire repliche.>> Cazzo.

Io e Mike uscimmo dall'ufficio del preside e lui mi guardò divertito. Non capivo che cazzo avesse da ridere considerando tutto.
<<Ovviamente mio padre sarà disposto a sborsare qualsiasi cifra per evitare che io passi ogni giorno in questa fogna più del dovuto.>> brutto pezzo di merda. Avevo una gran voglia di prenderlo di nuovo a pugni ma avrei solo peggiorato le cose. Ad un certo punto però, una figura minuta attirò la mia attenzione. Nina era appoggiata ad un armadietto e con il contro luce che proveniva dalla finestra, sembrava un angelo. Mi vide e la sua espressione da angelica divenne subito demoniaca. Mi si parò davanti e cominciò a tempestarmi il petto di pugni, era davvero furiosa.. E divertente. Ero curioso di capire perché fosse così furiosa.

<<Ehi ehi, vacci piano piccoletta. Che succede?>>

<<Che succede? Sei un imbecille, ecco che succede.>>

<<Nina calmati, che ti prende?>> ero seriamente confuso, le bloccai i polsi e lei si dimenò furiosa.

<<Che cazzo hai fatto? È vero che hai fatto a botte? Perché diavolo sei finito nell'ufficio del preside?>> era per questo che era incazzata?

<<È per questo che sei arrabbiata?>>

<<Certo che è per questo, brutta testa di cavolo!.>> dedussi quindi che fosse preoccupata per me.. Ma poi chi cavolo glielo aveva detto? Sapeva già il motivo della lite?

<<Perché avete litigato a proposito?>> mi chiese quasi come se mi avesse letto nel pensiero.

<<Lascia stare, problema risolto.>>

<<No, ora come pretendo una spiegazione.>>

<<Lascia perdere Nina.>>

<<Ti avverto Fletcher, o sputi il rospo o non mi vedrai mai più.>> deglutì a fatica, non potevo permettere che accadesse.

<<Eh va bene..>> sbuffai prima di aggiungere <<Mike ha detto una cosa su di te e non c'ho visto più.>>

<<Che ha detto?>> chiese lei dilatando le narici, pronta al peggio.

<<Niente te l'ho già detto, problema risolto.>>

<<Dimmelo Josh.>>

<<Cristo santo Nina! Mi ha chiesto se noi due facessimo roba insieme e se potevamo condividerti.>> la sua faccia divenne più cupa e paonazza dalla rabbia.

<<Ora lo ammazzo.>> merda.

<<Ferma, gliele ho già date di santa ragione.>>

<<Oh ma sicuramente se ne merita altre.>> partì in quarta verso Mike che era rimasto davanti l'ufficio del preside ed io le andai dietro. Dio quanto era eccitante quando era incazzata.

Nina
Avevo intenzione di massacrarlo, non ero una facile, proprio per niente e non avrei mai concepito che qualcuno lo pensasse. Andai verso di lui ignorando Josh che tentava di fermarmi. Picchiettai il dito sulla schiena di Mike
<<Ehi brutto coglione.>> una volta che si fu girato verso di me, gli tirai un pugno dritto in faccia. Cominciò a protestare

<<Brutta tro..>> non fece in tempo a finire che gli diedi un calcio nelle parti basse e uno schiaffo così forte da farmi bruciare la mano.

<<Vedi Mike, il punto è proprio questo. Io non sono una troia.>> dissi fiera di me stessa per essere stata coincisa ed esaustiva.

<<Vi siete trovati proprio voi due.>> disse lui tenendosi una mano sul cavallo dei pantaloni e una sulla guancia.

<<Fottiti>> gli dissi infine mostrandogli il dito medio. Girò i tacchi e andò via zoppiccando. Mi voltai verso Josh e lo vidi con un espressione sorpresa ma allo stesso tempo fiera. Lo guardai interdetta. Lui si precipitò su di me ma io lo fermai mettendo la mano a mezz'aria tra di noi.

<<Noi due dobbiamo fare i conti, come pensi che mi sia sentita ad arrivare tutta contenta in mensa pensando di trovarti lì e invece trovo solo Peter ad informarmi che avevi fatto a botte e dove cazzo eri finito. Non fare mai più una cosa del genere, chiaro?.>> dissi il più severamente possibile. Lui però non rispose, mi prese il viso tra le mani, mi diede un dolce bacio a stampo e poi disse

<<Questa si che è la mia ragazza.>>

Eh?

La sua cosa?

Un amore improbabile. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora