14.

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Nina
Eravamo in sala d'attesa da ore ormai e nessuno voleva dirci nulla. Emery aveva chiamato i genitori di Kate e aveva spiegato loro tutta la situazione, inutile dire che non l'avevano presa affatto bene. Quando arrivammo in ospedale Kate era ancora priva di sensi e nessuno riusciva a spiegarsi il perché, l'avevano portata subito al pronto soccorso e da lì in tutti i vari reparti per svolgere esami e visite. Dato che io mi trovavo con lei al momento in cui l'avevano portata in ospedale, mi tempestarono di domande, mi chiesero se avesse fatto uso di droghe, alcool e perché fosse in quelle condizioni, ricoperta di sangue e lividi. Non seppi rispondere quasi a nessuna delle domande ma diedi per scontato che Kate non avesse fatto nulla del genere, odiava bere e non avrebbe mai toccato stupefacenti in vita sua. Non potei negare l'evidenza però, Kate era ricoperta di sangue, aveva i vestiti stracciati e il viso livido, anche una persona non competente avrebbe capito. Come volevasi dimostrare, mi fecero le fatidiche domande. Aveva lottato con qualcuno? No. Era stata stuprata? Si. Mentre mi chiedevano spiegazioni dalla porta entrarono Emery e i signori Fletcher. La madre stava piangendo e chiedeva di vedere la figlia, mentre il padre era combattuto tra rabbia e tristezza. Vennero da me che ero insieme ad uno dei medici che si era occupato di Kate, il dottor Martin che spiegò loro tutta la situazione, il dolore prese il posto della confusione sui loro volti, mi si spezzò il cuore e sperai di non ritrovarmi mai ad affrontare una situazione del genere. I signori Fletcher, dopo che il medico andò via, ci chiesero di dire tutto ciò che sapevamo. Volevano sapere di Tony. Dicemmo loro ogni cosa e il dolore fu immediatamente sostituito dalla rabbia, decisero di sporgere denuncia. Josh non mi aveva ancora risposto ai vari messaggi e Jack lo stesso. Decisi di chiamare Josh perché stavo cominciando a preoccuparmi, ma nulla, anche in quel caso partì la segreteria.

<<Non riesco a rintracciarlo>> dissi ad Emery.

<<Idem io con Jack->>

<<State tranquille, saranno da qualche parte a sbollire la rabbia, pensano che Kate sia a casa, se avessero saputo che si trova qui si sarebbero precipitati.>> disse Trish, la madre, per tranquilizzarci.

<<Vado a prendermi un caffè, vi va?>> chiesi io a tutti e tre.

<<Si ci vuole proprio, grazie cara.>> rispose Trish.

<<Vengo con te.>> mi disse Emery.

Mentre andavamo in caffetteria riprovammo a chiamare i ragazzi ma, esattamente come i tentativi precedenti anche questo andò a vuoto. Speravo davvero che stessero bene e che fossero davvero da qualche parte a sbollire la rabbia.

Josh
<<Fletcher, potete fare la vostra chiamata.>> ci disse la guardia aprendo la grata.

<<Era ora!>> disse mio fratello uscendo con me.

<<Siete fratelli no? Ne basta una.>> aggiunse quel figlio di puttana con un ghigno sulla faccia.

<<Abbiamo diritto ad una chiamata a testa.>> ribattei io aspramente.

<<Non in questo caso. Fatevene bastare una.>> brutto pezzo di merda.

<<Vado io.>> dissi a mio fratello

<<D'accordo.>> rispose lui incazzato ma allo stesso tempo rassegnato.
Un agente mi accompagnò al telefono e la cosa mi infastidii parecchio.

<<Mi dai aria?>> gli dissi.

<<Sta zitto pivello.>> disse lui spintonandomi, avrei voluto reagire ma in quel momento non era la priorità, brutto idiota.

Chiamai mio padre e non impiegò molto a rispondere, gli raccontai ogni cosa e lui mi disse che le ragazze avevano dovuto portare Kate in ospedale e che la situazione si era rivelata più critica del previsto. Mi infuriai ancora di più e sperai davvero che quel bastardo pagasse per ciò che aveva fatto alla mia sorellina. Mio padre disse che sarebbe venuto a prenderci poco dopo, quindi chiusi la chiamata e mi scortarono di nuovo in quella cazzo di cella.

Un amore improbabile. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora